Fare un passo avanti

Luigi è un avvocato che si occupa di cura della persona e tutela dei minori, appassionato di storia e scrittore. In questa testimonianza racconta di come ha conosciuto l’Opus Dei e della sua passione per la storia.

“Avevo sentito parlare dell’Opus Dei come di qualcosa di vago e segreto - racconta Luigi -. Un giorno arrivò un nuovo collaboratore nello studio notarile in cui stavo facendo pratica. Quella persona nascondeva qualcosa, ma non sapevo cosa: era così gentile e disponibile! Decisi che sarei diventato suo amico”.

Poco dopo quel nuovo collaboratore dello studio invita Luigi a un ritiro spirituale mensile organizzato in un centro dell’Opus Dei, vale a dire un pomeriggio dedicato a un dialogo personale con il Signore, e Luigi accetta.

Nell’Opus Dei ho ricevuto il dono della continuità, della formazione continua.

“Ho ricevuto in famiglia il tesoro della fede - prosegue Luigi -. E sono stato fortunato, anzi, privilegiato, perché lavoro in un ambiente molto famigliare dove c'è attenzione per la fede e per la religione. Ma nell’Opus Dei ho ricevuto il dono della continuità, della formazione continua: il percorso non finisce con un ciclo di incontri o di preghiere”.

“Mi è capitato di essere messo di fronte alla questione della prosecuzione delle cure per una persona gravemente malata - spiega Luigi, che fa parte dell'Unione Giuristi Cattolici -. In questi contesti il rischio è che ci sia pressione per firmare l’interruzione del sostegno medico. Bisogna capire qual è la situazione basandosi sulle indicazioni dei medici: in alcune circostanze le persone che seguono l’etica cristiana sul fine vita e la dignità della persona sono considerati dei guastafeste. La sfida è fare un passo avanti, quando è necessario e anche se si ricevono delle piccole persecuzioni professionali: serve temperanza e discernimento”.

Luigi, è anche appassionato di storia, tanto che ha pubblicato dei libri: “Il primo volume l’ho pubblicato nel 2010 in occasione del centenario del primo vescovo di Chiavari, che era un mio prozio: si tratta della sua biografia, che è stata l’occasione per parlare della storia locale di Genova a partire da quella della mia famiglia”.

Qualcuno che dice che possiamo professare la nostra fede andando a lavorare (...) è davvero rivoluzionario.

Credo che raccontare bene la storia - conclude Luigi - sia un dovere nei confronti della verità. Spesso la storia viene vituperata, specialmente quella della Chiesa, che mi appassiona molto. Anche per questo il messaggio di san Josemaría mi ha colpito. Qualcuno che dice che possiamo professare la nostra fede andando a lavorare, ogni giorno, è davvero rivoluzionario”.