Fabbrica degli occupati

“Studiano per diventare orologiai, periti, o specializzarsi dopo la laurea. Sicuri di trovare un lavoro e imparare a vivere con gli altri”. Articolo pubblicato su Panorama del 18 dicembre 2003.

Sulla parete del laboratorio di elettromeccanica dove gli studenti imparano a diventare specialisti c'è un quadretto con alcune regole: «Controlla che non ci sia materiale fuori posto. Controlla che i banchi siano privi di scritte». E' per questo che in tutte le aule del Centro Elis (Educazione, lavoro, istruzione, scuola), un enorme complesso per la formazione professionale frequentato da un migliaio di ragazzi e distribuito su un'area di sei ettari nel quartiere Tiburtino a Roma, regna un ordine assoluto, Un ordine visibile e condiviso dai ragazzi. Bisogna partire proprio da qui, da un clima positivo, da uno spirito di squadra che vede allievi e insegnanti uniti e motivati nel raggiungimento degli obiettivi, per capire perché, a fine novembre, all'inaugurazione del quarantesimo anno di attività del Centro Elis erano presenti anche fior di amministratori di Wind,Tim, Telecom, Enel, Piaggio, Alitalia e di altri gruppi industriali.

E una domanda a questo punto è d'obbligo: ma è proprio vero che questa scuola, voluta nel 1964 in un quartiere turbolento della periferia romana da Papa Giovanni XXIII che ne affidò la realizzazione agli uomini e alle donne dell'Opus Dei, è una delle poche realtà italiane in cui il binomio istruzione-occupazione non è soltanto uno slogan? Ed è vero che l'Elis che in quarant'anni ha avviato al lavoro 10 mila giovani, garantisce l'occupazione, entro un anno al massimo al 96 per cento degli iscritti? «E' proprio vero» risponde il direttore, Michele Crudele. «Sono qui da 17 anni e non conosco nessuno, dico nessuno, dei nostri ragazzi che sia rimasto disoccupato».

Formazione tecnica d'avanguardIa per operai specializzati (periti elettrotecnici, orafi, orologiai, saldatori, questi ultimi richiestissimi dal mercato, tornitori meccanici), una scuola alberghiera femminile, corsi per diplomati e laureati come il Cisco networking academy program orientato alla progettazione di reti di calcolatori e a internet, o la Talent academy per giovani talenti che vogliano confrontarsi con realtà aziendali altamente competitive. Insomma qui si studia e si trova lavoro. Perché? «Perché organizziamo i corsi insieme alle aziende» riassume Crudele. «I nostri comitati scientifici e didattici sono composti dal nostro personale e dai manager dell'industria».

Come funzionano? «Ci sediamo attorno a un tavolo e decidiamo di che cosa c'è bisogno: quando il mercato cambia e la domanda si indirizza al nuovo, grazie alla nostra flessibilità e alla collaborazione delle aziende formiamo le nuove figure professionali richieste dal mercato». Un esempio? «Alla fine del corso postdiploma per tecnici di ingegneria (due anni, ndr) fatto con aziende come Eni, Trenitalia, Birra Peroni e Italcementi, su un totale di 19 ragazzi dieci sono stati assunti subito dalla Trenitalia, altri sette che avevano concluso il corso a luglio hanno trovato il lavoro in settembre, altri due dovrebbero andare all'Alitalia non appena avrà termine il blocco delle assunzioni».

A scorgere l'elenco di docenti universitari e manager che hanno aderito alla Faculty dei corsi si incrociano nomi come quelli di Corrado Passera, Rocco Sabelli, Carlo Borgomeo; Vittorio Di Trapani e di altri imprenditori, amministratori delegati, responsabili di marketing e direttori del personale. Ma il segreto del successo del Centro Elis è anche un altro «Per tutte le specializzazioni della scuola organizziamo, da anni, anche un corso di etica professionale» dice Vincenzo Silvestrelli, responsabile della comunicazione «Un'ora di lezione la settimana per dare una base umanistica alla preparazione tecnica facendo riflettere i ragazzi sulle scelte etiche con le quali verranno inevitabilmente a misurarsi nella loro professione».

Che cosa insegnate? «Morale, da Aristotele a Karol Wojtyla attraverso San Tommaso d'Aquino, ma senza tralasciare pensatori impegnativi come Karl Marx e Max Weber» aggiunge Pierlulgi Bartolomei, direttore della Scuola di formazione superiore. Insegnate etica cristiana? «Si, proponiamo un'etica che faccia sentire i giovani responsabili di quello che fanno, e che li renda anche capaci di riflettere sul significato di nozioni come quelle di "persona" e “lavoro". E questo insegnamento funziona. Le aziende ci dicono che i nostri ragazzi non sono soltanto dei tecnici ben preparati, ma che sono anche capaci di gestire i rapporti umani».

Mauro Anselmo // Panorama