Domande e risposte sul processo di adeguamento degli Statuti dell'Opus Dei

Offriamo alcune domande e risposte sul processo di adeguamento degli Statuti richiesto da papa Francesco. Aggiornato l'11 giugno 2025.

Domande e risposte sul processo di adeguamento degli Statuti dell'Opus Dei


Perché la Santa Sede ha richiesto un adeguamento degli Statuti?

La revisione degli Statuti dell’Opus Dei si inserisce all’interno di una più ampia riforma della Curia vaticana. Nel 2022, papa Francesco ha promulgato la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che ha riformato la Curia Romana mettendo in evidenza la sua dimensione missionaria. In questo contesto, è stato riorganizzato il ruolo di alcuni dicasteri; tra i vari cambiamenti, il Dicastero per il Clero ha assunto la competenza sulle prelature personali. Pochi mesi dopo, papa Francesco ha promulgato il motu proprio Ad charisma tuendum e, nel 2023, un secondo motu proprio “Sulla modifica dei canoni 295-296 relativi alle prelature personali”. Questi due documenti richiedono l’adeguamento degli Statuti dell’Opus Dei alle nuove disposizioni. In particolare, Ad charisma tuendum stabilisce che “gli Statuti propri della Prelatura dell’Opus Dei saranno opportunamente adattati, su proposta della stessa Prelatura, per la loro approvazione da parte degli organi competenti della Sede Apostolica”.

Chi è competente per modificare gli Statuti dell’Opus Dei?

Compete alla Santa Sede sia la modifica degli Statuti che l'introduzione di nuove prescrizioni che possono essere fatte a richiesta del Congresso generale dell’Opus Dei (cfr. Statuti, n. 181). Quando l’iniziativa è della Prelatura, per garantire la certezza giuridica della necessità di tali cambiamenti, gli Statuti prevedono che vengano proposte a ratifica nel corso di tre Congressi generali (n. 181, § 3). Dato che, in questo caso, è la stessa Santa Sede che sollecita la proposta di modifiche, non è necessario seguire tale procedura e i tempi previsti dal n. 181, § 3.

Qual è il ruolo del Congresso generale ordinario che si è svolto a fine aprile 2025 rispetto agli Statuti?

Su suggerimento del Dicastero, la proposta degli Statuti doveva essere presentata ai congressisti, come ha ricordato il Prelato. Tuttavia, la circostanza della sede vacante ha fatto sì che il Congresso generale -che era stato convocato otto mesi prima- si riducesse al rinnovo delle cariche corrispondenti, come ha spiegato il Prelato nel suo messaggio del 21 aprile.

Per quanto riguarda gli Statuti, i membri del Congresso hanno dato parere positivo affinché il Prelato - con i suoi nuovi Consigli - inviasse al Papa, attraverso il Dicastero per il Clero, la proposta che riteneva più opportuna, tenendo conto di tutti i suggerimenti già ricevuti dal Congresso generale straordinario del 2023 e dalla precedente consultazione di tutti i membri dell'Opus Dei.

Quale processo è stato seguito per l’adeguamento degli Statuti e quali saranno i prossimi passi?

Il processo si è articolato in due fasi. Nella prima fase, nel 2023, è stata condotta una consultazione generale di tutti i membri dell’Opus Dei riguardo ai possibili adeguamenti degli Statuti, alla luce del motu proprio Ad charisma tuendum. A partire da quei contributi, è stata elaborata una bozza che è stata presentata al Congresso straordinario, convocato a tal fine da mons. Fernando Ocáriz nell’aprile 2023.

Dopo la pubblicazione di un secondo motu proprio nell’agosto 2023 “Sulla modifica dei canoni 295-296 relativi alle prelature personali”, è iniziata la seconda fase, per valutare ulteriori aggiustamenti. Il lavoro è stato affidato a due gruppi di esperti, uno del Dicastero per il Clero e l’altro della Prelatura dell’Opus Dei. Il metodo di lavoro si è basato su due premesse: la prima, l’obbedienza filiale alle indicazioni fornite dall’autorità ecclesiastica, e la seconda, la tutela del carisma dell’Opus Dei, come richiesto da papa Francesco nell’introduzione del motu proprio Ad charisma tuendum.

Dopo una serie di riunioni di studio e di lavoro tra le due parti, la Prelatura ha presentato una proposta di modifica degli Statuti. A seguito delle osservazioni del Dicastero, si prevedeva di lavorare sulla proposta finale in occasione del Congresso ordinario. Tuttavia, a causa della morte di papa Francesco, il lavoro del Congresso si è limitato alle nomine corrispondenti. Una volta eletto papa Leone, seguendo l’iter previsto, il Prelato, con i suoi nuovi consigli centrali, ha completato la preparazione della proposta degli Statuti, che è stata presentata alla Santa Sede l’11 giugno. Il prossimo passo è ora nelle mani delle autorità della Sede Apostolica.

Prossimamente verranno fornite informazioni sugli Statuti?

Una volta che gli Statuti saranno approvati dalla Santa Sede, verrà reso disponibile sul sito web il testo aggiornato degli stessi, accompagnato da un’ampia documentazione informativa. Come è comprensibile, tuttavia, la Prelatura non può fornire dettagli finché gli Statuti non saranno stati approvati dal Papa, che è l’unico legislatore competente. Pertanto, non è prevista alcuna comunicazione pubblica da parte dell’Opus Dei sulla proposta finale di modifica degli Statuti, che verrà invece consegnata direttamente alla Santa Sede.

Che importanza ha l’aspetto giuridico per la vitalità dell’istituzione?

La configurazione giuridica è rilevante in ogni istituzione della Chiesa. L’Opus Dei può essere considerato sia nella sua dimensione giuridica che in quella carismatica. Uno degli scopi del diritto è proprio quello di custodire il carisma e di stabilire le condizioni migliori affinché esso possa dare frutto a beneficio di tutta la Chiesa, contribuendo all’evangelizzazione attraverso le caratteristiche proprie del suo carisma.

Alcuni commentatori hanno interpretato la nuova normativa sulle prelature personali come una riduzione di influenza. Quanto c’è di vero?

A papa Francesco è stata rivolta questa stessa domanda in un libro-intervista. E ha risposto: “Non sono d’accordo. È un’interpretazione tipicamente mondana, estranea alla dimensione religiosa. Innanzitutto, l’Opus Dei — che continua a essere una prelatura — non è l’unico ad essere stato oggetto di una riorganizzazione durante il mio pontificato. Penso, ad esempio, a Comunione e Liberazione, alla Comunità di Sant’Egidio e al Movimento dei Focolari. L’Opus Dei prima faceva riferimento alla Congregazione per i Vescovi, ma ora lo farà alla Congregazione per il Clero, come è proprio delle prelature personali. Questo comporta che la relazione sulla sua attività non sarà più quinquennale, bensì annuale. Per quanto riguarda il fatto che chi è alla guida non venga più promosso all’episcopato, la decisione — come afferma chiaramente il decreto — ha lo scopo di rafforzare una forma di governo fondata non tanto sull’autorità gerarchica, quanto piuttosto sul carisma che, nel caso dell’Opus Dei, consiste nel cercare la santificazione attraverso il lavoro e gli impegni familiari e sociali” (El Pastor, Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, Ediciones B, marzo 2023, traduzione nostra).

Nelle ultime settimane sono circolate alcune voci su un presunto ultimatum e su una lettera di papa Leone XIV. Quanto c’è di vero?

Per quanto riguarda una notizia che affermava falsamente che l’Opus Dei avesse ricevuto una lettera di papa Leone XIV in relazione al processo di adeguamento degli Statuti, abbiamo già chiarito che ciò non era vero. Il processo seguito per l'adeguamento degli Statuti è stato portato avanti senza interruzioni e in un costante spirito di fiducia e di unità con la Santa Sede. Si è deciso solo di fare una breve pausa durante il periodo di sede vacante, per rispetto del momento. Durante l'udienza di papa Leone XIV con mons. Fernando Ocáriz, il prelato ha potuto comunicare lo stato del lavoro sugli Statuti e l'intenzione di presentarli presto.

In che modo le eventuali modifiche degli Statuti possono incidere sulla vita quotidiana dei membri dell’Opera?

Questi aspetti saranno noti una volta che la Santa Sede avrà promulgato l’aggiornamento degli Statuti, ma nella vita quotidiana dei suoi membri si tratta, in fondo, proprio di tutelare gli aspetti essenziali del carisma.

Il motu proprio presuppone una chiamata a prendere coscienza della potenzialità del carisma dell’Opus Dei nella missione della Chiesa. Come diceva papa Francesco, ‟secondo il dono dello Spirito ricevuto da san Josemaría Escrivá de Balaguer, infatti, la Prelatura dell’Opus Dei, con la guida del proprio Prelato, attua il compito di diffondere la chiamata alla santità nel mondo, attraverso la santificazione del lavoro e degli impegni familiari e sociali”. Poiché è l’autorità della Chiesa a ricordare questa responsabilità, i fedeli dell’Opus Dei si sentiranno spinti a capire con profondità sempre maggiore quel carisma e a discernere, con i lumi dello Spirito Santo, come incarnarlo nelle nuove situazioni del nostro mondo.

Altre domande e risposte

  • Sul motu proprio Ad charisma tuendum (clicca qui)
  • Sul motu proprio sulle prelature personali (clicca qui)