Grazie ai mezzi di formazione che ricevo sono andato acquisendo un amore sempre più grande per la chiesa, il Papa e il magistero. Mi commuove scoprire la grande fedeltà del Papa a Gesù Cristo. Mi ha fatto un gran bene l’esempio del fondatore dell’Opus Dei, che sempre diceva: al primo posto le norme di pietà, il rapporto con il Signore nell’orazione, la celebrazione della santa Messa, la cura dei piccoli particolari nel rapporto con le persone, l’assistenza ai malati...
Ho imparato da lui quanto è importante essere sempre allegri, trasmettere ottimismo, essere positivi in mezzo alle contrarietà della vita. “Tutto è per il bene, era solito dire ed egli stesso era maestro del buon umore.
Un’altra grande inquietudine che ho ereditato dalla sua esperienza è quella di cercare le vocazioni sacerdotali. Aiutare i ragazzi, i giovani a scoprire che, se Dio li chiama, ciò che potrebbe dare senso alla loro vita è donarsi a Dio attraverso il sacerdozio. Far loro vedere che donare la propria vita per il ministero sacerdotale è una cosa stupenda, meravigliosa. Io stesso sono stato in un certo modo frutto dell’inquietudine apostolica del sacerdote del mio paese...
Ho imparato inoltre dal fondatore dell’Opus Dei che la formazione deve portare le anime verso Gesù. Che la gente ami Gesù Cristo e si avvicini a Lui. Per questo il Tabernacolo di una chiesa deve essere il centro della vita non solo del sacerdote, ma di tutte le persone; che il Signore nel Tabernacolo sia un punto di riferimento, Qualcuno a cui possono far visita e a cui rivolgersi. Desidero ricordare a tutti che dobbiamo ricevere la comunione con l’anima limpida, dopo aver chiesto perdono nel sacramento della Confessione quando sia necessario. E poi, il rapporto con nostra Madre la Vergine. In una terra come quella in cui vivo, che è così innamorata della Madonna, chiedo che Maria sia il centro della vita di tutti i fedeli, insieme al Signore presente nel Tabernacolo.