Sommario
1. Le diverse dimensioni della libertà.
3. La libertà umana e la salvezza
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1. Le diverse dimensioni della libertà: libertà di coercizione e libertà di scelta
La libertà umana ha varie dimensioni. La libertà di coercizione è quella di cui gode la persona che è in grado di realizzare esternamente ciò che ha deciso di fare, senza imposizione o impedimenti di agenti esterni; così si parla di libertà di espressione, di libertà di riunione, ecc. La libertà di scelta o libertà psicologica significa l’assenza di ogni necessità interna di scegliere una cosa o l’altra; non si riferisce tanto alla possibilità di fare, quanto a quella di decidere autonomamente, senza essere soggetto a un determinismo interiore. In senso morale, la libertà si riferisce invece alla capacità di rafforzare e amare il bene, che è l’oggetto della volontà libera, senza rimanere schiavo delle passioni disordinate e del peccato. In questo articolo ci riferiremo specificamente a quest’ultima dimensione della libertà.
Il Catechismo definisce la libertà come «il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell’uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1731).
Meditare con san Josemaría
«Perché, Signore, mi hai dato questo privilegio che mi rende capace di seguire le tue orme, ma anche di offenderti? In questo modo riusciamo a capire che il retto uso della libertà consiste nel disporla al bene, e che il suo orientamento è sbagliato quando, usando questa facoltà, l’uomo si dimentica dell’Amore degli amori, e se ne allontana. La libertà personale – che difendo e sempre difenderò con tutte le mie forze – mi induce a chiedere con sicura convinzione, pur cosciente della mia debolezza: che cosa ti aspetti da me, Signore, perché io volontariamente lo compia?
Cristo stesso ci risponde: Veritas liberabit vos, la verità vi farà liberi. Qual è la verità che inizia e porta a compimento in tutta la nostra vita il cammino della libertà? Ve lo dirò sinteticamente con la gioia e la sicurezza che derivano dalla relazione fra Dio e le sue creature: sapere che siamo opera delle mani di Dio, che siamo prediletti dalla Santissima Trinità, che siamo figli di un Padre eccelso. Chiedo al Signore che ci aiuti a renderci conto di tutto questo, ad assaporarlo giorno dopo giorno: in questo modo agiremo da persone libere. Non dimenticatelo: chi non sa di essere figlio di Dio, non conosce la più intima delle verità che lo riguardano, e nel suo comportamento viene a mancare della padronanza e della signorilità che contraddistinguono coloro che amano il Signore al di sopra di tutte le cose» (Amici di Dio, 26).
«Siamo obbligati a difendere la libertà personale di tutti, sapendo che è stato Cristo ad acquistarci questa libertà; se non facciamo così, con che diritto potremo proclamare la nostra libertà? E dobbiamo anche diffondere la verità, perché veritas liberabit vos, la verità ci libera, mentre l’ignoranza rende schiavi» (Amici di Dio, 171).
«Mi piace questo motto: ‘ogni viandante segua la sua strada’, quella che Dio gli ha tracciato, con fedeltà, con amore, anche se costa» (Solco, 231).
La libertà comporta la possibilità di scegliere tra il bene e il male, e pertanto di crescere nella perfezione oppure di indebolirsi e peccare. La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Diventa una sorgente di lode o di rimprovero, di merito o di demerito.
Man mano che una persona accresce il bene che fa, va diventando anche più libera. Non c’è vera libertà se non nel servizio del bene e della giustizia. Scegliere la disobbedienza e il male equivale ad abusare della libertà e conduce alla schiavitù del peccato: «Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell’insegnamento che vi è stato trasmessi e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia» (Rm 6, 17-18).
La libertà rende l’uomo responsabile dei propri atti nella misura in cui sono volontari. Il progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l’ascesi accrescono la padronanza della volontà sugli atti personali.
L’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere diminuite e anche annullate a causa dell’ignoranza, dell’inavvertenza, della violenza, del timore, delle abitudini, degli affetti disordinati e di altri fattori psichici o sociali.
Ogni atto direttamente voluto è attribuibile al suo autore. Un’azione può essere indirettamente volontaria quando è dovuta a una negligenza riguardo a qualcosa che si sarebbe dovuta conoscere o fare; per esempio, un incidente provocato dall’ignoranza del codice della strada.
Un effetto può essere tollerato senza essere voluto da chi agisce; per esempio, lo sfinimento di una madre al capezzale di un figlio malato. L’effetto cattivo non è imputabile se non è stato voluto né come fine né come mezzo dell’azione, come la morte sopravvenuta a chi stava aiutando una persona in pericolo. Perché l’effetto cattivo sia imputabile, è necessario che sia prevedibile e che colui che agisce abbia la possibilità di evitarlo; per esempio, nel caso di un omicidio commesso da un autista in stato di ubriachezza.
La libertà si esercita nelle relazioni tra gli esseri umani. Ogni persona umana, creata a immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile. Ogni uomo deve dimostrare a ogni altro uomo il rispetto al quale questi ha diritto. Il diritto all’esercizio della libertà è una esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, specialmente in materia di morale e di religione, e si concretizza nel fatto che non si può obbligare nessuno a operare contro coscienza, né gli si può impedire che agisca in conformità ad essa in privato e in pubblico, solo o associato ad altri, entro i limiti dovuti. Il diritto alla libertà religiosa è realmente fondato sulla dignità stessa della persona umana. (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1732-1738 | Dichiarazione Dignitatis Humanae, n. 2).
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«Che triste cosa è avere una mentalità dispotica, ‘cesarista’, e non comprendere la libertà degli altri cittadini, nelle cose che Dio ha lasciato al giudizio degli uomini» (Solco, 313).
«Difendo con tutte le mie forze la libertà delle coscienze, che sta a significare che a nessuno è lecito impedire che la creatura renda il culto a Dio. Bisogna rispettare i legittimi desideri di verità: l’uomo ha l’obbligo grave di cercare il Signore, di conoscerlo e di adorarlo, ma nessuno sulla terra deve permettersi di imporre agli altri una fede che non hanno; e, reciprocamente, nessuno può arrogarsi il diritto di porre ostacoli a chi ha ricevuto la fede da Dio» (Amici di Dio, 32).
«Hai bisogno di formazione, perché devi avere un profondo senso di responsabilità, che promuova e incoraggi l’azione dei cattolici nella vita pubblica, nel rispetto dovuto alla libertà di ciascuno e ricordando a tutti che devono essere coerenti con la propria fede» (Forgia, 712).
«‘Dio da principio creò l’uomo e lo lasciò in balia del su proprio potere’ (Sir 15, 14). Ciò non sarebbe possibile se non avesse libertà di scelta. Siamo responsabili davanti a Dio di tutte le azioni che compiamo liberamente. Non c’è posto per l’anonimato; l’uomo si trova di fronte al suo Signore, e sta alla sua volontà decidere di vivere da amico o da nemico. Questo è l’inizio del cammino della lotta interiore, che è compito di tutta la vita, perché finché dura il nostro passaggio sulla terra nessuno può dire di aver raggiunto la pienezza della propria libertà.
La fede cristiana, inoltre, ci induce a garantire a tutti un’atmosfera di libertà, che incomincia coll’evitare ogni genere di insidiosa coazione nel presentare la fede» (Amici di Dio, 36).
3. La libertà umana e la salvezza
La Sacra Scrittura considera la libertà umana dalla prospettiva della storia della salvezza. A causa della prima caduta, la libertà che l’uomo aveva ricevuto da Dio è rimasta sottoposta alla schiavitù del peccato, anche se non si è pervertita completamente.
Mediante la sua Croce gloriosa, Cristo ha ottenuto la salvezza per tutti gli uomini. Li ha riscattati dal peccato che li teneva soggetti alla schiavitù. Per questo possiamo godere della “libertà dei figli di Dio” (Rm 8, 21).
La grazia di Cristo, vale a dire la sua stessa vita in noi, ci aiuta a vivere pienamente liberi, in conformità al senso della verità e del bene che Dio ha messo nel cuore dell’uomo.
«Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio» (XXXII Domenica del Tempo ordinario, Colletta, Messale Romano). (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1739-1742).
Meditare con san Josemaría
«Torno a ripetere, e ripeterò sempre, che il Signore, che ci ha fatto gratuitamente un grande dono soprannaturale – la grazia divina –, ci ha dato anche un gran bene naturale: la libertà personale, che per non corrompersi e diventare libertinaggio, ci richiede integrità, impegno efficace di comportarci secondo la legge divina, perché dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà.
Il Regno di Cristo è regno di libertà: in esso non vi sono altri servi all’infuori di coloro che liberamente si incatenano per Amore a Dio. Benedetta schiavitù d’amore che ci fa liberi! Senza libertà è impossibile corrispondere alla grazia, ed è quindi impossibile darci liberamente al Signore per il più soprannaturale dei motivi: perché ne abbiamo voglia» (È Gesù che passa, 184).
«Di fronte alla pressione e all’impatto di un mondo materializzato, edonista, senza fede..., si può esigere e giustificare la libertà di non pensare come “loro”, di non agire come “loro”?...
– Un figlio di Dio non ha bisogno di rivendicare questa libertà, perché ce l’ha guadagnata Cristo una volta per sempre: però deve difenderla e dimostrarla in ogni ambiente. Soltanto così, “loro” capiranno che la nostra libertà non è vincolata alle circostanze» (Solco, 423):
«Atto di identificazione con la Volontà di Dio: Tu lo vuoi, Signore?... Anch’io lo voglio!» (Cammino, 762).
«Respingete l’inganno di coloro che si accontentano di gridare tristemente: libertà, libertà! Molto spesso, tanto schiamazzare racchiude una tragica schiavitù: perché la scelta che preferisce l’errore, non libera; soltanto Cristo ci libera, perché soltanto Lui è Via, Verità e Vita» (Amici di Dio, 26).
«Chi non sceglie – in piena libertà! – una retta norma di condotta, presto o tardi subirà le manipolazioni altrui, vivrà nell’indolenza – come un parassita –, schiavo delle decisioni altrui. Sarà esposto ad essere sballottato da qualunque vento, e saranno sempre altri a decidere per lui. Sono come nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati, anche se si nascondono dietro a un continuo parlottio, dietro a palliativi con i quali cercano di mascherare la loro mancanza di carattere, di coraggio, di onestà.
“Non mi lascio condizionare da nessuno!”, ripetono ostinatamente. Da nessuno? Tutti condizionano e coartano la loro illusoria libertà, che non si arrischia ad accettare responsabilmente le conseguenze di azioni libere, personali. Dove non c’è amore di Dio, si forma un vuoto nell’esercizio individuale e responsabile della libertà: allora – nonostante le apparenze – tutto è coazione. L’indeciso, l’irresoluto, è come materia plasmabile in balìa delle circostanze; chiunque può modellarlo a suo capriccio, e a farlo, innanzitutto, sono le passioni ed le tendenze peggiori della natura ferita dal peccato» (Amici di Dio, 29).
«Per perseverare sulle orme di Gesù, occorre una libertà continua, una volontà continua, un continuo esercizio della propria libertà» (Forgia, 819).