Che cosa vuol dire la comunione dei santi?

Ogni domenica, nella Messa, recitiamo il Credo e diciamo “credo nella comunione dei santi”; ma che cos’è esattamente la comunione dei santi? Che cosa vogliamo dire con questa espressione?

Sommario

1. La comunione dei beni spirituali

2. La comunione tra la Chiesa del cielo e quella della terra

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Come dice il Catechismo, la comunione dei santi è proprio la Chiesa. Tale comunione ha due significati strettamente legati: da un lato, la comunione alle cose sante, la partecipazione agli stessi beni spirituali, e, dall’altro, la comunione tra le persone sante (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 948).

1. La comunione dei beni spirituali

Negli Atti degli Apostoli si dice che i discepoli “erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (At 2, 42). In che cosa consiste questa unione fraterna, questa comunione che ancora oggi si vive nella Chiesa?

In primo luogo si tratta della comunione nella fede che si professa, un tesoro di vita che si arricchisce quando si condivide. D’altra parte, della comunione dei sacramenti che produce l’unione con Dio. In realtà, uno dei sacramenti – l’Eucaristia – è anche chiamato Comunione poiché è in esso che avviene l’unione più grande con Dio che può esistere sulla terra.

Inoltre lo Spirito Santo distribuisce grazie speciali tra i fedeli, a comune profitto. Sono i cosiddetti carismi. Un altro aspetto di questa comunione è quello più materiale: la condivisione con il prossimo dei nostri beni, soccorrendo chi ha bisogno.

Infine, questa è una comunione della carità, la virtù più importante e una di quelle definite teologali, perché provengono direttamente da Dio: “nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso” (Rm 14, 7). Il più piccolo atto di un cristiano compiuto nella carità ha ripercussioni benefiche per tutti, in forza di questa solidarietà fra tutti gli uomini, vivi o morti. Inoltre, ogni peccato nuoce a questa comunione (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 949-953).

Meditare con san Josemaría

La Comunione dei Santi. – Come potrei spiegartela? – Sai che cosa sono le trasfusioni di sangue per il corpo? Ebbene, così viene a essere la Comunione dei Santi per l’anima (Cammino, 544).

Chiedi a Dio che nella Santa Chiesa, nostra Madre, i cuori di tutti siano, come nella primitiva cristianità, un solo cuore, perché fino alla fine dei secoli si compiano davvero le parole della Scrittura: “multitudinis autem credentium erat cor unum et anima una” – la moltitudine dei fedeli aveva un cuore solo e un’anima sola.

- Ti parlo molto sul serio: che per causa tua non venga lesa questa santa unità. Portalo alla tua orazione! (Forgia, 632).

Fammi tutti i giorni una preghiera per questa intenzione: che tutti noi cattolici siamo fedeli, che ci decidiamo a lottare per essere santi.

- È logico!, che altro possiamo desiderare per coloro che amiamo, per coloro che sono legati a noi con il forte legame della fede? (Forgia, 925).

Davanti a Gesù Sacramentato – come mi piace fare un atto di fede esplicita nella presenza reale del Signore nell’Eucaristia! -, alimentate nei vostri cuori il desiderio di trasmettere, con la vostra orazione, un impulso pieno di fortezza che giunge in ogni luogo della terra, fino all’ultimo angolino del pianeta dove ci sia una persona che spende generosamente la sua vita al servizio di Dio e delle anime. Perché, grazie all’ineffabile realtà della comunione dei santi, siamo solidali – cooperatori, dice san Giovanni – nel compito di diffondere la verità e la pace del Signore (Amici di Dio, 154).

Vorrei che, vedendo tutto ciò, prendessimo coscienza della nostra missione di cristiani e volgessimo lo sguardo alla Santa Eucaristia, a Gesù che, presente in mezzo a noi, ci ha costituiti Sue membra: Vos estis corpus Christi et membra de membro, voi siete il corpo di Cristo e membra unite ad altre membra. Il nostro Dio ha deciso di rimanere nel tabernacolo per essere nostro alimento, per darci forza, per divinizzarci, per dare efficacia al nostro lavoro e al nostro sforzo. Gesù è allo stesso tempo seminatore, seme e frutto della semina: è il Pane di vita eterna (È Gesù che passa, 151).

2. La comunione tra la Chiesa del cielo e quella della terra

La Chiesa è formata dai discepoli del Signore. Alcuni sono pellegrini sulla terra, altri, ormai defunti, si purificano nel purgatorio, mentre altri contemplano già Dio perché godono del cielo.

Ma come avviene questa unione tra i diversi membri della Chiesa?

Da una parte, possiamo sempre pregare Dio per le persone che ci aiutano nel nostro cammino verso il cielo. Questa preghiera di intercessione esprime anche la carità, l’amore fraterno fra i cristiani.

Le persone che stanno in cielo non cessano di intercedere per noi davanti al Padre. La loro sollecitudine fraterna aiuta molto la nostra debolezza. Inoltre il loro esempio ci aiuta a volgere lo sguardo verso la meta, la vita eterna in comunione con Cristo.

D’altra parte, la Chiesa pellegrina ricorda i defunti e offre suffragi per loro, perché possano liberarsi dai loro peccati e possano accedere al più presto alla felicità del cielo. La nostra preghiera per loro può non solamente aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore.

Nella Santa Messa siamo in comunione con i nostri fratelli “pellegrini sulla terra” (Messale Romano, Preghiera eucaristica III) e anche con i glorificati nel cielo e quelli che si purificano per vedere in loro il volto di Dio (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 954-959, 1354, 1370-1371).

Un ricordo semplice, efficace, carico di significato, perché affida i nostri cari alla misericordia di Dio. Preghiamo con speranza cristiana che siano con Lui in paradiso, nell’attesa di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che non comprendiamo, ma che sappiamo essere vero perché è una promessa che Gesù ha fatto.

Il ricordo dei fedeli defunti non deve farci dimenticare anche di pregare per i vivi, che insieme con noi ogni giorno affrontano le prove della vita. Tutti, vivi e defunti, siamo nella comunione; uniti nella comunità di quanti hanno ricevuto il Battesimo, e di quelli che si sono nutriti del Corpo di Cristo e fanno parte della grande famiglia di Dio (Papa Francesco, Udienza 30-XI-2016).

Meditare con san Josemaría

Figliolo, come hai vissuto bene la Comunione dei Santi, se mi hai scritto: «Ieri “ho sentito” che lei pregava per me»! (Cammino, 546).

Ti sarà più facile compiere il tuo dovere se pensi all’aiuto che ti prestano i tuoi fratelli e all’aiuto che tu smetti di dar loro se non sei fedele (Cammino, 549).

«Prega per me», gli chiesi come faccio sempre. E mi rispose sorpreso: «Ma le succede qualcosa?». Ho dovuto spiegargli che a tutti succede qualcosa in qualunque momento; e aggiunsi che, quando manca l’orazione, succede qualcosa di peggio (Solco, 479).

Chi smette di lottare causa un danno alla Chiesa, alla propria impresa soprannaturale, ai propri fratelli, a tutte le anime. – Esàminati: non puoi mettere più vibrazione di amore a Dio, nella tua lotta spirituale? – Io prego per te... e per tutti. Tu fa’ lo stesso (Forgia, 107).

Tutti i cristiani, per mezzo della comunione dei santi, ricevono tutte le grazie che ogni singola Messa diffonde, sia che si celebri davanti a migliaia di persone, sia che aiuti il sacerdote, unica persona presente, un bambino e per giunta distratto. In qualunque caso, la terra e il Cielo si uniscono per intonare con gli Angeli del Signore: Sanctus, Sanctus, Sanctus... (È Gesù che passa, 89).