Un cartone animato sull'infanzia di san Josemaría

Il cartoon è stato realizzato in Corea del Nord, è prodotto da Mondo tv, la sceneggiatura è di Francesco Arlanch (autore di episodi di Don Matteo e che ha lavorato per il film tv Giovanni Paolo II e come story editor per Nerone e Augusto della serie Imperium).

Da www.corriere.it

In occasione dell'80esimo anniversario dell'Opus Dei.

Il film è stato realizzato in Corea del Nord.

ROMA — Anche i santi sono stati bambini. È ovvio. Ma non era mai stato prodotto un cartone animato per raccontare ai ragazzi l'infanzia di uno di loro, da poco salito agli onori degli altari. Il film (poco più di un'ora) sarà trasmesso in tv, dopo l'estate, su Rai 1 o su Canale 5 e su altre emittenti internazionali, in occasione dell'80mo anniversario della fondazione dell'Opus Dei (il 2 ottobre 1928), visto che il santo in questione è Josemaria Escrivà de Balaguer.

Il cartoon è stato realizzato in Corea del Nord, è prodotto da Mondo tv, la sceneggiatura è di Francesco Arlanch (autore di episodi di Don Matteo e che ha lavorato per il film tv Giovanni Paolo II e come story editor per Nerone e Augusto della serie Imperium). Un santo «ordinario» Josemaria, fin da piccolo. Fatto oggetto del bullismo dei compagni, coinvolto dalla crisi economica dell'azienda del padre. Esposto ai problemi della famiglia, segnata dalla morte delle sorelline, e da quelli dell'ambiente scolastico. Eppure «straordinario». Dato per morto dal medico e «salvato» a due anni dalle preghiere della madre alla Madonna di Torreciudad («La Madonna ti ha lasciato al mondo per qualcosa di grande, perché tu eri più morto che vivo», gli dice la madre nel cartoon). Ragazzo che a quindici anni, per una sua scelta personale, decide di lasciar perdere l'aspirazione di fare l'architetto per farsi sacerdote, preannunciando al contempo alla madre che avrà un altro figlio maschio che avrebbe potuto curarsi di lei nella vecchiaia, dato che lui stava per prendere i voti.

Paradossalmente protagonista del lungometraggio, insieme al piccolo Josemaria, è la sua famiglia: il bellissimo rapporto esistente tra il padre e la madre e tra i genitori e i figli (José e la sorella Carmen). «Quello che più impressiona è il clima molto semplice, ma pieno di speranza e di coraggio che si respirava in quella casa spagnola, all'inizio del XX secolo», commenta Pippo Corigliano, portavoce dell'Opus Dei in Italia. Una quotidianità umile ma piena di utilità e di significato anche negli aspetti più «ordinari» del vivere. Come indica nel cartoon quello che è l'«alter ego» del bimbo Josemaria: un «burrito», ovvero l'asinello Torcido (che vuol dire Storto). Pochi sanno che il fondatore dell'Opus Dei ha elaborato una vera e propria «teologia dell'asinello»: il compagno della vita di tutti i giorni, che gira la macina senza lamentarsi, ma grazie al quale tutti possono mangiare il pane. Anzi, lui stesso, il santo, si definiva con gli amici più intimi, un «burro», un asino, dicendo: «Noi dobbiamo trasformare — con l'amore — il lavoro umano della nostra giornata abituale in Opera di Dio, di portata eterna».

M.Antonietta Calabrò

07 giugno 2008