«Quando ero bambino frequentavo l’Alfa Clan, - racconta Arnaldo - un club di Napoli dove vengono organizzate attività di formazione cristiana, ma anche tornei sportivi, cineforum, gite e convivenze.

Spesso però non capivo alcune decisioni o programmi che proponevano. - spiega Arnaldo - Ad esempio, quando viaggiavamo o facevamo gite fuori Napoli uno dei pensieri principali dei tutors era trovare una chiesa per poter partecipare alla Messa. In quelle occasioni, come avrebbe fatto la maggior parte degli adolescenti, pensavo: “Ma siamo in vacanza!”»
Nel 2018, quando Arnaldo aveva 26 anni e stava per finire l’università partecipò ad un circolo: «Il numerario che teneva la lezione prese due brocche, - racconta Arnaldo - una piena d’acqua e l’altra di un succo color rosso, e disse: “l’acqua è la vita di una persona senza fede, il succo è la vita di una persona con fede: la sua è una vita a colori”. Quella spiegazione mi colpì tantissimo; io volevo una vita a colori!»
«Da allora ho iniziato ad andare a Messa tutti i giorni e a pregare con più frequenza. - dice Arnaldo - E dopo solo un anno da quel circolo ho capito che Dio mi chiamava a diventare soprannumerario».
Dono più bello non c’è
«A Napoli c’è una ricorrenza particolare, il “sabato privilegiato”, che cade il primo sabato dopo il 31 dicembre: se in quella data ci si reca nella chiesa del Gesù Vecchio si possono chiedere delle grazie alla Madonna. - spiega Arnaldo - Quando avevo 29 anni pregai Maria affinché mi aiutasse a trovare una ragazza che potesse comprendere la mia vocazione. Qualche mese dopo ho conosciuto Laura».
«Laura è colombiana, ed è arrivata in Italia per frequentare un Master. - aggiunge Arnaldo - Doveva andare a studiare a Torino, ma è passata prima a Napoli per stare con i suoi zii».
Nel 2019, con l'arrivo del Covid, Laura ha dovuto cambiare i suoi piani e rimanere a Napoli. Grazie ad un sacerdote che ha incontrato nella città campana ha conosciuto Elvira, sorella di Arnaldo. «Un giorno Elvira decise che avrei dovuto conoscere Laura. - racconta Arnaldo - Così una sera siamo usciti tutti insieme e lì è scoccata la scintilla».

«Inizialmente il fatto che Laura fosse colombiana ha creato qualche difficoltà. - svela Arnaldo - Il nostro segreto, però, è stato dirci sempre ogni cosa. Lei, ad esempio, stava spesso al telefono con la madre e anche quando i suoi genitori si sono trasferiti qui a Napoli trascorreva molto tempo con loro. Io non capivo e a volte provavo gelosia, ma poi Laura mi ha spiegato che in Colombia sono molto legati al contatto fisico e che stare vicino ai suoi genitori per lei era molto importante».
«Laura è il regalo più bello che la Madonna mi potesse fare. - conclude Arnaldo - Si è impegnata tanto per trovare lavoro a Napoli, per stare con me. Inoltre cerca sempre di migliorarsi, e questo mi spinge a fare lo stesso».