80 sacerdoti al Castello di Urio

La pastorale della parrocchia di fronte alla sfida educativa.

Il cardinal Carlo Caffarra.

Emergenza educativa, il grande obiettivo pastorale a tutto campo che la Chiesa in Italia si sta ponendo, seguendo gli ammonimenti del Santo Padre. Ad essa è stato dedicato il recente incontro di studio per sacerdoti diocesani, nei giorni 2 e 3 marzo, organizzato da Iniziative Culturali Sacerdotali al Castello di Urio, sul Lago di Como.

Ospite d’eccezione, l’Arcivescovo di Bologna, cardinal Carlo Caffarra, che da tempo studia e interviene su quest’argomento. E lo fa con la profondità del professore filosofo e con l’autorità del vescovo, andando alla radice del problema. «Da anni vado dicendo che nel contesto culturale attuale educare non è diventato difficile ma impossibile, perché è diventato impensabile. Da quest’affermazione non si deve concludere: quindi arrendiamoci; la sfida non è affrontabile». Perché impensabile? «La realtà [il mondo, la persona umana], diciamo l’universo dell’ente è dotato di una sua intrinseca intelligibilità. Possiamo anche dire: è dotato di senso. E quindi l’insonne fatica e il desiderio inestinguibile della ragione umana di cercare una spiegazione ultima della realtà nel suo intero, non è semplicemente un cammino iniziato autonomamente, ma il riconoscimento di una intelligibilità che ci è data e non è semplicemente prodotta da noi. Così, dicono gli storici del pensiero, è stato fino a Nietzsche». Da allora in poi la cultura è dominata dalla negazione del rapporto originario tra persona e realtà. Non esiste una realtà da interpretare. Esistono solo interpretazioni della realtà, sulle quali è impossibile pronunciare un giudizio veritativo. Ogni opinione ha lo stesso valore, se sono solo possibili le interpretazioni. Non c’è un obiettivo al quale indirizzare l’educando se non la tolleranza.

Proprio qui si pone la sfida educativa. Davanti alla Chiesa si apre l’immane compito di ricostruire un modo di pensare, ben prima di passare i contenuti della fede. E se questo è lavoro di tutti, diventa oggetto di particolare attenzione del sacerdote, con le sue proprie risorse di cui la principale è il dono di sé, la carità che è in grado di veicolare la verità.

Alcuni dei partecipanti nel giardino del Castello di Urio.

Di segno marcatamente pastorale, in particolare sulla formazione dei sacerdoti, è stata la relazione del Rev. Prof. Paul O’Callaghan, della Pontificia Università della Santa Croce. Aldilà delle capacità che ognuno può avere per comprendere i giovani, il sacerdote dovrà far leva sulla propria vita interiore e trarre dal suo rapporto con Cristo la luce e la forza per essere guida efficace.

All’incontro, che comprendeva anche la concelebrazione e l’adorazione eucaristica, oltre a vari momenti conviviali, hanno partecipato circa ottanta sacerdoti provenienti da quindici diocesi italiane. Iniziative Culturali Sacerdotali nasce del comune impegno di sacerdoti della Prelatura dell’Opus Dei e di varie diocesi italiane con il progetto di promuovere incontri di studio e di aggiornamento pastorale, occasioni di fraternità sacerdotale e corsi di spiritualità per sacerdoti diocesani.