Commento al Vangelo: Nel mio nome

Vangelo e commento del sabato della 6ª settimana di Pasqua. Preghiamo con maggiore fede il Padre Nostro, la preghiera che il Signore ci ha insegnato, chiedendo a Dio, nel nome di Gesù, che sempre e in ogni occasione sappiamo compiere la sua volontà.

Vangelo (Gv 16,23-28)

Quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».


Commento

Gesù, quando predicava per esortare alla preghiera perseverante, ha utilizzato diversi esempi: quello della fede simile al grano di senape, la parabola della vedova e del giudice ingiusto, quella dell’amico molesto… Adesso, senza particolari esempi, rivela che ogni richiesta deve essere rivolta al Padre nel nome di Gesù. I discepoli rimangono sorpresi al sentire quel “nel mio nome”, perché era come sentire dire: «Io sono il nome di Dio». In quel nome c’è il Figlio di Dio in piena comunione con Dio Padre. Così Paolo lo insegnava a Timoteo: «Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2, 5).

I discepoli, soprattutto quando pregavano i Salmi, già si rivolgevano a Dio con piena fiducia, ne innalzavano le lodi e lo ringraziavano, invocando il nome del Signore: «Renderò grazie al Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l'Altissimo» (Sal 7, 18); «Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo» (Sal 9, 3); «Ti risponda il Signore nel giorno dell'angoscia, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. (…) Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli: noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio» (Sal 20, 2-8). In più, avevano imparato dalle labbra di Gesù stesso la maniera migliore di pregare: «Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo Nome». Ora, scoprono che il nome del Signore è proprio “Gesù”, che parla con loro e sul quale possono riporre tutta la loro fiducia.

Tutta la nostra preghiera deve fare questa strada: al Padre, “per Gesù Cristo Signore nostro”, la stessa che già facciamo nella preghiera liturgica. E, quando ci accorgiamo che ci manca la fede, facciamo nostra la richiesta degli Apostoli: «Aumenta la nostra fede» (Lc 17, 5), e la nostra unione con Lui cresce così ogni volta che preghiamo con maggiore convinzione: «Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra».

San Josemaría pregava sempre e lasciò scritta, con particolare enfasi, questa intensa preghiera: “Sia fatta, si compia, sia lodata ed eternamente esaltata la giustissima e amabilissima Volontà di Dio sopra tutte le cose. —Amen. —Amen”[1].

Josep Boira


[1] San Josemaría, Cammino, n. 691.