Commento al Vangelo: La correzione fraterna

Vangelo e commento del mercoledì della 19ª settimana del tempo ordinario. Gesù insegna al suo discepolo come fare la correzione fraterna a un altro discepolo che ha sbagliato. È certo che, in qualche momento della vita, tutti abbiamo bisogno di questo aiuto.

Vangelo (Mt 18, 15-20)

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».


Commento

La consuetudine cristiana della correzione fraterna ha le sue radici nel Vangelo. È un mezzo importantissimo per raggiungere la santità e non andare fuori strada. In questo brano, Gesù insegna ai suoi discepoli come devono praticarla tra di loro, con carità, in privato.

La necessità della correzione è un dato universale, perché a ognuno è difficile riconoscere i propri errori. Per questo, il valore della correzione è stato riconosciuto anche da autori pagani come Seneca (De ira, 3, 36, 4). Sant’Ambrogio ha dato testimonianza di questa pratica tra i cattolici del secolo IV, “Se vedi qualche difetto nell’amico, correggilo in privato (…) Le correzioni, effettivamente, fanno bene e hanno più effetto di una amicizia muta” (De Officiis Ministrorum II, 125-135).

Il primo spunto che si trae dal brano evangelico è che la correzione fraterna è davvero buona. Per accettare la correzione, è necessario avere un atteggiamento umile e ben disposto. Solo nella misura in cui uno è disposto ad accettare la correzione fraterna e a correggere i propri comportamenti saprà, anche, come e quando è il momento di fare una correzione fraterna.

Prima di fare una correzione a qualcuno, conviene pregare per lui. Poi, una volta verificata la nostra intenzione, sarebbe prudente consultare una persona in grado di giudicare se la correzione è opportuna o meno.

E, allora, con queste precauzioni, compiremo in maniera molto concreta il comandamento di amare il prossimo come se stessi, che è il comandamento che riassume tutti gli altri. Perché è proprio il vero amore per il prossimo che ci spinge a prenderci tanta cura di noi stessi.

L’affetto è importante per l’efficacia della correzione fraterna. Quando le persone si preoccupano veramente per gli altri, la correzione fraterna diventa relativamente facile e verrà ben accolta, perchè chi la riceve sentirà che il vero motivo è di carità ed è umanamente più probabile che la accolga. Da quì l’importanza di vivere la fraternità in tutti i suoi aspetti e non solo nella correzione degli altri.

Inoltre, prima di correggere, bisogna saper perdonare qualunque offesa. Subito dopo questo passaggio, Pietro chiede a Gesù quante volte deve perdonare suo fratello quando questi sbaglia con lui. Fino a sette volte? E Gesù risponde fino a settanta volte sette. Dove c’è vera carità, affettuosa, lì c’è la correzione fraterna; lì c’è, anche, un vero ambiente di perdono.

Andrew Soane