Commento al Vangelo: 26 luglio, Santi Gioacchino e Anna

Vangelo e commento nella festa dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della beata Vergine Maria (26 luglio).

Vangelo (Mt 13,31-35)

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».


Commento

Nella memoria dei santi Gioacchino e Anna, i “nonni” di Gesù, papa Francesco invita i giovani a compiere un gesto di tenerezza verso gli anziani. “Cari giovani, ciascuno di questi anziani è vostro nonno! Non lasciateli soli! Usate la fantasia dell’amore, fate telefonate, videochiamate, inviate messaggi, ascoltateli e andate anche a trovarli. Inviate loro un abbraccio. Loro sono le vostre radici. Un albero staccato dalle radici non cresce, non dà fiori e frutti. Per questo è importante l’unione e il collegamento con le vostre radici. “Quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che ha di sotterrato”, dice un poeta della mia Patria. Per questo vi invito a fare un applauso grande ai nostri nonni, tutti!”[1].

Lo scorso anno il Papa ha cominciato il suo messaggio in occasione della prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani con le parole della promessa che il Signore ha fatto ai discepoli prima di ascendere al cielo: “Io sono con te tutti i giorni” (cfr Mt 28,20).

“Una tradizione narra che anche San Gioacchino, il nonno di Gesù, fu allontanato dalla sua comunità perché non aveva figli; la sua vita – come quella della sua sposa Anna – era considerata inutile. Ma il Signore gli mandò un angelo per consolarlo. Mentre egli, rattristato, rimaneva fuori dalle porte della città, gli apparve un inviato del Signore per dirgli: “Gioacchino, Gioacchino! Il Signore ha esaudito la tua insistente preghiera”[2]. Giotto, in un suo famoso affresco[3], sembra collocare la scena di notte, una di quelle tante nottate insonni, popolate di ricordi, preoccupazioni e desideri alle quali molti di noi siamo abituati.

Ma anche quando tutto sembra buio, il Signore continua ad inviare angeli a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: “Io sono con te tutti i giorni”. Lo dice a te, lo dice a me, a tutti. Che ogni nonno, ogni anziano, ogni nonna, ogni anziana – specialmente chi tra di noi è più solo – riceva la visita di un angelo!

Alcune volte essi avranno il volto dei nostri nipoti, altre dei familiari, degli amici di sempre o di quelli che abbiamo conosciuto proprio in questo momento difficile. In questo periodo abbiamo imparato a comprendere quanto siano importanti per ognuno di noi gli abbracci e le visite, e come mi rattrista il fatto che in alcuni luoghi queste non siano ancora possibili!”[4]

[1] Papa Francesco, Angelus, 26 luglio 2020

[2] L’episodio è narrato nel Protovangelo di Giacomo.

[3] Si tratta dell’immagine scelta come logo della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.

[4] Papa Francesco, Messaggio in occasione della I Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani, 25 luglio 2021.