Messaggio del prelato (9 settembre 2019)

Mons. Fernando Ocáriz ci incoraggia a rivolgere lo sguardo a Maria affinché, come lei, possiamo trasformare la sofferenza in qualcosa in cui possiamo trovare chiarezza, pace e gioia.

Carissimi, Gesù mi protegga le mie figlie e i miei figli!

Il 14 di questo mese la liturgia della Chiesa ci esorta a riflettere sull’Esaltazione della Santa Croce, e, nel giorno successivo, sui Dolori della Madonna.

Nelle conversazioni e negli incontri con tante persone diverse - come accade anche a voi - alle volte non mancano considerazioni spontanee su situazioni di difficoltà, di sofferenza, di buio interiore.

In queste circostanze ricordo spesso alcune parole di san Josemaría sulla Madre di Gesù: Dio ha voluto esaltarla con la pienezza della grazia, ma «non le ha risparmiato, durante la sua vita terrena, né l'esperienza del dolore, né la stanchezza del lavoro, né il chiaroscuro della fede» (È Gesù che passa, n. 172).
Anche se non comprendiamo pienamente questa realtà, se guardiamo Maria - soprattutto ai piedi della Croce - potremo capire qualcosa di più sull'esperienza della sofferenza e scopriremo poco a poco il significato di quelle parole di san Paolo: «do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24). In questo modo la sofferenza può diventare qualcosa in cui trovare chiarezza, pace e persino gioia: «Lux in Cruce, requies in Cruce, gaudium in Cruce».

Con tanto affetto, vi benedice

vostro Padre

Roma, 9 settembre 2019