Il viaggio del prelato in Perù (2024): video, foto e resoconto

In questo articolo sono raccolti il resoconto e le foto del viaggio del prelato dell'Opus Dei in Perù, dal 30 luglio al 5 agosto 2024.

Il prelato dell'Opus Dei in Perú

Dal 30 luglio all'8 agosto, Mons. Fernando Ocáriz sarà ad Arequipa, Piura e Lima. Nelle stesse date, 50 anni fa, san Josemaría ebbe diversi incontri con membri e amici dell'Opus Dei in terre peruviane nel 1974.

- Martedì 30 luglio

- Giovedì 1 agosto

- Venerdì 2 agosto

- Sabato 3 agosto

- Domenica 4 agosto

- Lunedì 5 agosto


El Prelado del Opus Dei en Perú 2024

Lunedì 5 agosto

Lunedì il prelato dell’Opus Dei ha visitato il santuario di Nostra Signora, Madre del Bell’Amore, a Cañete, dove ha incontrato i sacerdoti. Successivamente, si è recato all’Istituto Condoray.

Al mattino, in una delle stanze del santuario, ha incontrato i sacerdoti di varie città peruviane come Lima, Chiclayo, Cañete, Ica, Huancavelica, Abancay, Callao, Chulucanas, Ayacucho e Chosica.

Il prelato li ha incoraggiati a coltivare la virtù della speranza di fronte al panorama di conflitti nel mondo. E ha continuato: «In questo momento, mentre parliamo, possiamo pregare senza parole. Pregare per il Papa. La comunione dei santi è una realtà meravigliosa».

L'incontro con i sacerdoti a Cañete

«Quanto più abbiamo il cuore in Gesù, tanto più Egli ci aiuterà ad essere in grado di servire meglio gli altri», ha suggerito ai sacerdoti. «Dobbiamo essere convinti che il lavoro sacerdotale dipende dalla grazia di Dio e dalla nostra corrispondenza con la preghiera e l’Eucaristia».

Uno dei presenti ha menzionato don Javier Echevarría, l’ultimo prelato dell’Opus Dei che ha visitato il Perù nel 2010. Mons. Ocáriz ha ricordato come egli vivesse con piccoli ma molto significativi dettagli, che mostravano la sua anima sacerdotale. «Quando qualcuno lo avvicinava - anche se era occupato - si fermava ad ascoltarlo. Non aveva fretta nel rapportarsi con le persone».

Parlando della confessione, il prelato li ha invitati a diffondere il significato straordinariamente positivo di questo sacramento. Ha ricordato la gioia con cui il beato Álvaro del Portillo era solito confessarsi, considerandolo il momento più felice della sua settimana.

Dopo l’incontro, Mons. Ocáriz si è recato a pregare presso il santuario di Nostra Signora, Madre del Bell’Amore, la cui immagine è stata donata alla Prelatura di Yauyos da san Josemaría, e davanti alla quale ha pregato per tutti i sacerdoti. Ha anche recitato un responsorio nella cripta del santuario, dove sono sepolti diversi sacerdoti della Prelatura di Cañete, Yauyos e Huarochirí.

Mons. Ocáriz mentre prega presso il santuario di Nostra Signora, Madre del Bell’Amore, a Cañete

Nel pomeriggio Condoray ha ospitato un incontro di famiglie e donne dell’Opus Dei. Lì hanno parlato con il prelato di alcune recenti iniziative per diffondere in Perù la devozione a san Josemaría.

Il prelato ha incoraggiato i presenti a riscoprire la gioia in ogni giornata: «san Josemaría era una persona che ha sofferto molto e allo stesso tempo era felice, con la forza della grazia».

Domenica 4 agosto

Il prelato dell’Opus Dei si è riunito con famiglie e amici nella sede del Polideportivo Legado di Villa El Salvador, a sud di Lima, dove si sono radunate persone della capitale, di Chiclayo (a 770 km di distanza), di Cañete (un po’ più vicina, a circa due ore di macchina) e di altre città peruviane.

Mons. Ocáriz ha iniziato incoraggiando a crescere nella vita di fede e a ringraziare per il dono immenso dell’Eucaristia. «Quando la fede sembra indebolirsi, chiediamo a Dio: “Signore, aumentaci la fede!” E con la fede verrà la speranza e la capacità di dimenticarci di noi stessi per servire meglio gli altri».

Un insegnante di scuola, che appartiene anche a una banda rock, ha chiesto al prelato come raggiungere la bellezza attraverso Dio. Mons. Ocáriz ha commentato che «la musica è anche un cammino per incontrare Dio, perché la bellezza nasce dalla bellezza di Dio ed eleva l’anima. Possiamo vedere nella bellezza della musica un tratto della bellezza infinita di Dio».

Poco prima di concludere l’incontro, una persona ha regalato a mons. Ocáriz un’immagine di san Giuseppe dormiente. Il prelato ha ricordato che il Papa ha una speciale devozione per questa immagine e ha incoraggiato tutti a pregare per la Chiesa, per il Papa e per il mondo intero, in particolare per la pace.

Il prelato del Opus Dei benedice tutti alla fine dell'incontro

Sabato 3 agosto

Sabato mons. Fernando Ocáriz ha visitato Piura, dove più di cinquemila persone provenienti da diverse città del nord del Perù, come Chiclayo e Trujillo, si sono riunite presso l’università di Piura per un dialogo con le famiglie.

Un insegnante ha raccontato di un’iniziativa ispirata all’enciclica Laudato si' e ha chiesto un consiglio su come non voltare le spalle allo sviluppo di Piura. Il prelato ha ricordato che «è importante avere nell’anima l’interesse per aiutare gli altri. Quando c’è interesse, nascono più iniziative e idee su come aiutare. Bisogna chiedere al Signore la luce e la forza», ha concluso.

Panoramica dell'incontro con il prelato all'Università di Piura

Martha, del personale di pulizia dell’università, ha dato una testimonianza riguardo al suo affetto per san Josemaría. Mons. Ocáriz ha colto l’occasione per ricordare un insegnamento fondamentale del fondatore dell’Opus Dei, ovvero che «il lavoro più importante è quello fatto con più amore per Dio».

Molte delle domande dei partecipanti riguardavano lo spirito di servizio e le iniziative di volontariato, o su come aiutare gli studenti al di là dell’ambito accademico. Riguardo a ciò, il prelato ha commentato che «l’unità di vita ci porta ad avere il cuore aperto a tutti».

Nell’ultimo intervento, due insegnanti dell’Istituto di Scienze della Famiglia hanno riassunto una recente ricerca. «Il matrimonio guarda all'amore,» ha sottolineato il prelato, «e l'amore autentico non è “in prova”. Riflettiamo spesso sull’essenza del vero amore».

Alla fine, dopo aver dato la benedizione a tutti, mons. Ocáriz ha concluso con alcune considerazioni sulla gioia e sui tanti motivi che noi cristiani abbiamo per essere felici.

Venerdì 2 agosto

Nello stesso luogo dove cinquant’anni fa famiglie e giovani si erano riuniti per parlare con san Josemaría, oggi mons. Fernando Ocáriz ha proseguito la catechesi iniziata lì dal fondatore dell’Opus Dei.

L’attuale sede del centro culturale dell’università di Piura si è trasformata in un grande salotto all’aperto. Nell’incontro con i giovani, María José, che gestisce un’iniziativa sui social media, gli ha chiesto del buon uso di questi strumenti. Mons. Fernando Ocáriz ha sottolineato l’importanza di trasmettere, attraverso le iniziative nel mondo digitale, la necessità di vivere con sobrietà e fare tutto il bene possibile.

Quando uno degli intervenuti gli ha chiesto qualcosa sul discernimento vocazionale, il prelato ha osservato che «tutti abbiamo una vocazione e tutti abbiamo bisogno di luce per capire che cosa Dio ci chiede. Il Signore non vuole essere troppo “evidente” per non limitare la nostra libertà».

Nel pomeriggio, durante l'incontro con i giovani, Jorge Mario, studente dell’ultimo anno di medicina all’università di Piura, gli ha chiesto come avvicinare spiritualmente a Dio la sua famiglia e i malati che assiste. Mons. Ocáriz gli ha consigliato di ricorrere innanzitutto alla preghiera, «pregare per la persona di ogni stanza per avvicinarla a Dio».

Giovedì 1 agosto

Con il cielo sereno e un sole splendente, mons. Fernando Ocáriz è stato accolto ad Arequipa, conosciuta come la “città bianca” per la pietra vulcanica utilizzata nella costruzione di molti dei suoi edifici.

All’arrivo ad Arequipa, il prelato si è recato alla sede episcopale per salutare l’arcivescovo della città, mons. Javier del Río Alba. Il giorno precedente si era congedato dall’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo, e poi si era recato alla cattedrale per pregare davanti alla Nostra Signora dell’Evangelizzazione, davanti alla cui immagine anche san Josemaría aveva pregato nel 1974.

A mezzogiorno è iniziato il primo incontro con famiglie e giovani nel Centro de Convenciones del Club del Colegio de Abogados. Nel pubblico c’erano persone provenienti da Tacna, città al confine con il Cile, e da Cusco, situata a 500 km di distanza attraverso le Ande. Il palco aveva sullo sfondo una vista panoramica di Arequipa, con in evidenza la sua cattedrale del XVII secolo e il vulcano Misti. A destra un’immagine della Vergine Maria di Chapi, patrona della città, accompagnava l'incontro.

Dopo aver recitato l'Angelus con tutti, il prelato ha ricordato che il Signore «ci ha chiamati tutti a essere santi» e che la santità non consiste nel non avere difetti, la santità «non è una perfezione da museo, ma una perfezione d’amore».

Alla domanda di una soprannumeraria, che si è presentata come “la più antica” di Arequipa, il prelato le ha risposto: «la più antica, ma non la più vecchia, perché ciò che conta è la giovinezza che portiamo dentro, è l’amore ciò che ci dà la giovinezza».

Un gruppo di ragazze del Club Fogaril gli ha regalato il “passaporto” di Arequipa, il “Characato d'oro”, una moneta simbolica della città.

I partecipanti all'incontro hanno cantato la canzone “Carnaval arequipeño”

Javier ha chiesto al Padre come aiutare altre coppie di sposi nella loro vita cristiana. «L'unità tra di voi è la radice di tutto il resto» ha spiegato il prelato; «con il passare degli anni cercate di volere il bene dell'altro» ha concluso.

Al termine mons. Ocáriz ha invitato a vivere felici nella propria famiglia, con gli amici, nonostante le difficoltà che si possano presentare: «Sempre felici, perché siamo figli di Dio».

Alla fine del pomeriggio, il prelato è tornato nella città di Lima, dove venerdì avrà un paio di incontri con coppie di sposi e giovani.

Martedì 30 luglio

Il prelato è arrivato all'aeroporto di Lima la sera di martedì 30 luglio, proveniente da Santiago del Cile. Johan e Cinthya con i loro cinque figli gli hanno dato il benvenuto e gli hanno consegnato alcuni regali e lettere.

Giovedì 1 agosto viaggerà ad Arequipa dove terrà una riunione con numerose famiglie.