Testi scelti del Prelato sull’Eucaristia

A pochi giorni alla fine dell’anno dell’Eucaristia offriamo una selezione di testi tratti dalla lettera scritta dal Prelato dell’Opus Dei sul Santissimo Sacramento e pubblicata in www.opusdei.it ad ottobre dello scorso anno.

Centro e radice della vita interiore

«Nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e Pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini». Questo ci insegnava il nostro amatissimo Padre con il suo esempio, con la sua predicazione e con i suoi scritti, quando affermava che l’Eucaristia costituisce «il centro e la radice della vita spirituale del cristiano».

Un Dio vicino

San Josemaría ci ha insegnato a fare pienamente nostra la fede dalla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, affinché il Signore entri veramente nella nostra vita e noi nella sua, e lo guardiamo e lo contempliamo, con gli occhi della fede, come una persona realmente presente: ci vede, ci ascolta, ci aspetta, ci parla, si avvicina e ci cerca, si immola per noi nella Santa Messa.

Stupirsi davanti al mistero d’amore

Gesù è rimasto nell’Eucaristia per guarire la nostra fragilità, i nostri dubbi, paure, angosce; per alleviare la nostra solitudine, le perplessità, gli scoraggiamenti; per farci compagnia lungo il cammino; per sostenerci nella lotta; ma soprattutto per insegnarci ad amare, per attrarci al suo Amore. «Quando contemplate l’Ostia Santa esposta nell’ostensorio sull’altare, pensate che amore, che tenerezza è quella di Cristo. Io me lo spiego per l’amore che vi porto; se, lavorando lontano, potessi stare nello stesso tempo accanto a ciascuno di voi, come lo farei volentieri!

L’Emmanuel: Dio con noi’

«Il Dio della nostra fede non è un essere lontano, che contempla impassibile la sorte degli uomini: le loro fatiche, le loro lotte, le loro angosce. È un padre che ama i suoi figli fino al punto da inviare il Verbo, Seconda Persona della Santissima Trinità, affinché si incarni, muoia per noi e ci redima. È lo stesso Padre affettuoso che adesso ci attrae dolcemente a sé con l’azione dello Spirito Santo che abita nei nostri cuori». Il suo amore e il suo interessamento infinito per ciascuno di noi hanno indotto il Figlio a rimanere nell’Ostia Santa, oltre che a incarnarsi, lavorare e soffrire come gli uomini suoi fratelli. È veramente Emanuele, Dio con noi. «Il Creatore si è prodigato per amore delle sue creature. Nostro Signore Gesù Cristo, come se non bastassero tutte le altre prove della sua misericordia, istituisce l’Eucaristia perché possiamo averlo sempre vicino, dal momento che Egli - per quanto ci è dato di capire -, pur non abbisognando di nulla, mosso dal suo amore, non vuole fare a meno di noi».

Contagiare l’amore verso l’Eucaristia

Non basta che ognuno e ognuna di noi cerchi e trovi il Signore nell’Eucaristia; dobbiamo riuscire a “contagiare”, con la nostra azione apostolica, quante più persone possibile, affinché anche loro contemplino e trovino questa ineguagliabile amicizia. «Amate moltissimo Gesù sacramentato e fate in modo che molte anime lo amino: solo se nutrite questa preoccupazione nelle vostre anime, saprete trasferirla agli altri, perché darete ciò che vivete, ciò che avete, ciò che siete».

Davanti alla triste ignoranza che c’è anche tra molti cattolici, pensiamo, figlie e figli miei, all’importanza di spiegare alle persone che cos’è la Santa Messa e quanto vale, con quali disposizioni si può e si deve ricevere il Signore nella comunione, quale necessità proviamo di andare a fargli visita nei tabernacoli, come si manifestano il valore e il significato della correttezza della vita di pietà.