Tema 32. Il sesto comandamento: Non commettere atti impuri

La sessualità riguarda il nucleo intimo della persona umana. Una vera educazione alla castità non si riduce a informare sulle dinamiche biologiche ma aiuta a riflettere sui valori personali e morali che entrano in gioco nelle relazioni affettive con le altre persone. I peccati contro il sesto comandamento sono un surrogato per cercare di riempire il vuoto del vero amore a cui il cuore anela.

La chiamata di Dio all'uomo e alla donna a "crescere e moltiplicarsi" deve essere sempre letta nella prospettiva della creazione "a immagine e somiglianza" della Trinità[1]. Questo fa sì che la generazione umana, nel contesto più ampio della sessualità, non sia qualcosa «di puramente biologico, ma riguardi l'intimo nucleo della persona umana come tale»[2]. Per questo motivo la sessualità umana è essenzialmente distinta da quella animale.

«Dio è amore»[3] e il suo amore è fecondo. Egli ha voluto che la creatura umana partecipasse a questa fecondità, associando la generazione di ogni nuova persona a uno specifico atto d'amore tra un uomo e una donna[4]. Per questo «il sesso non è una realtà vergognosa, ma un dono divino ordinato schiettamente alla vita, all'amore, alla fecondità»[5]. Poiché l'uomo è un individuo composto da corpo e anima, l'atto generativo dell'amore richiede la partecipazione di tutte le dimensioni della persona: la corporeità, gli affetti, lo spirito[6].

Il peccato originale ha rotto l'armonia dell'uomo con se stesso e con gli altri. Questa frattura ha avuto un impatto sulla capacità della persona di vivere la sessualità. Da un lato, ha oscurato nell'intelligenza il legame inscindibile tra la dimensione affettiva e quella generativa dell'unione coniugale, dall'altro, ha reso difficile per la volontà di dominare i dinamismi affettivi e corporei della sessualità. Ciò ha portato a perdere di vista il profondo significato antropologico della sessualità e la sua dimensione morale.

Nel contesto attuale, è importante distinguere una giusta riflessione sul genere dall’”ideologia di genere” condannata da papa Francesco. La prima si propone di superare le differenze sociali tra uomini e donne con una lettura critica di quella visione troppo "naturalistica" dell'identità sessuale che riduce l'intera dimensione sessuale della persona al dato biologico. Allo stesso tempo, incoraggia il superamento delle ingiuste discriminazioni basate sull'orientamento sessuale. La seconda, invece, promuove una visione della persona umana e della sua sessualità incompatibile con la rivelazione cristiana, perché non solo distingue, ma separa il sesso biologico dal genere inteso come costruzione socioculturale[7].

La necessità di purificazione e di maturazione che la sessualità richiede nella sua condizione attuale, redenta da Cristo ma ancora in cammino verso la patria definitiva, non comporta affatto il suo rifiuto, né una considerazione negativa di questo dono che l'uomo e la donna hanno ricevuto da Dio. Piuttosto, implica la necessità di «guarirlo affinché raggiunga la sua vera grandezza». La virtù della castità svolge un ruolo fondamentale in questo compito[8].


1. Il sesto comandamento. La vocazione alla castità

    Il Catechismo parla di vocazione alla castità perché questa virtù è condizione e parte essenziale della vocazione all'amore, al dono di sé, che Dio rivolge a ogni persona. La castità rende possibile l'amore nella e attraverso la corporeità[9]. In un certo senso si può dire che la castità è la virtù che abilita la persona umana e la guida nell'arte di vivere bene nella benevolenza e nella pace interiore con gli altri uomini e donne e con sé stessa. La sessualità umana permea tutte le facoltà umane, da quelle più fisiche e materiali a quelle più spirituali, e le “colora” al maschile e al femminile.

    La virtù della castità non è quindi un semplice rimedio contro il disordine che il peccato provoca nella sfera sessuale, ma un'affermazione gioiosa, perché permette di amare Dio, e per suo tramite gli altri uomini, con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente e con tutte le forze[10].

    «La virtù della castità è strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza»[11] e «esprime la positiva integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l'unità interiore dell'uomo nel suo essere corporeo e spirituale»[12].

    Nella formazione cristiana delle persone, soprattutto dei giovani, quando si parla di castità è importante spiegare la profonda e stretta relazione tra la capacità di amare, la sessualità e la procreazione. Altrimenti potrebbe sembrare che si tratti di una virtù negativa. Bisogna aiutare a capire che il suo scopo è di incanalare l'attrazione per i beni legati alla sfera affettivo-sessuale verso il bene della persona considerata nel suo insieme[13].

    Nel suo stato attuale, è difficile per l'uomo vivere sempre la legge morale naturale, e quindi la castità, senza l'aiuto della grazia. Ciò non vuol dire che una virtù umana capace di raggiungere una certa integrazione delle passioni in questo campo sia impossibile, è piuttosto la constatazione della entità della ferita prodotta dal peccato, che richiede l'aiuto divino per risanare la persona[14].


    2. Il sesto comandamento. L’educazione alla castità

      «La carità è la forma di tutte le virtù. Sotto il suo influsso, la castità appare come una scuola del dono della persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé»[15].

      L'educazione alla castità è ben più di quello che alcuni chiamano riduttivamente "educazione sessuale", che spesso si riduce a fornire informazioni sugli aspetti fisiologici della riproduzione umana e sui metodi contraccettivi. La vera educazione alla castità non si limita a fornire informazioni sugli aspetti biologici ma aiuta a riflettere sui valori personali e morali che entrano in gioco nelle relazioni affettive con gli altri, e in particolare nel rapporto unico tra marito e moglie. Allo stesso tempo, suscita grandi ideali di amore per Dio e per gli altri, con l'esercizio delle virtù della generosità, del dono di sé, del pudore che protegge l'intimità, ecc. Tutti abiti che aiutano la persona a superare l'egoismo e la tentazione di chiudersi in sé stessa. Infatti, “la nostra dimensione affettiva è una chiamata all’amore, che si manifesta nella fedeltà, nell’accoglienza e nella misericordia”[16].

      In quest’opera, i genitori hanno una grandissima responsabilità, poiché sono i primi e principali maestri nella formazione alla castità dei loro figli. In molti casi, dovranno impegnarsi attivamente, insieme ad altre famiglie, affinché l'educazione sessuale e affettiva impartita nei centri educativi sia conforme a un'antropologia capace di superare la diffusa banalizzazione della sessualità.

      Nella lotta per vivere questa virtù, i mezzi importanti sono: la preghiera: chiedere a Dio la virtù della santa purezza[17]; la frequenza ai sacramenti; una vita equilibrata in cui le diverse dimensioni della propria vita (lavoro, riposo, relazioni) siano vissute in armonia; il saper pensare agli altri; la devozione a Maria Santissima, Mater pulchrae dilectionis. Inoltre sono anche di aiuto: la moderazione nel mangiare e nel bere; l'attenzione ai dettagli del pudore e della modestia nel vestire, ecc.; l'evitare letture, immagini e video che si immagina possano avere contenuti inappropriati; contare sull'aiuto della direzione spirituale.

      La castità è essenzialmente una virtù personale. Allo stesso tempo «implica uno sforzo culturale»[18], dal momento che «il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società siano tra loro interdipendenti»[19]. Il rispetto dei diritti della persona esige il rispetto della castità; in particolare, il diritto di «ricevere un'informazione ed un'educazione che rispettino le dimensioni morali e spirituali della vita umana»[20]. Le sfide che la famiglia si trova ad affrontare oggi sono molte ed è importante riflettere attentamente su di esse per offrire soluzioni che aiutino gli individui e la società nel suo complesso[21].

      Le modalità concrete in cui la castità si declina e si sviluppa saranno diverse a seconda della vocazione ricevuta. «Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza»[22].


      3. Il sesto comandamento. La castità nel matrimonio

        L’unione sessuale «è ordinata all'amore coniugale dell'uomo e della donna»[23]: ovvero, «si realizza in modo veramente umano, solo se è parte integrale dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte»[24].

        La grandezza dell'atto con cui l'uomo e la donna cooperano liberamente all'azione creatrice di Dio richiede alcune condizioni dovute alla possibilità di generare una nuova vita umana. Questo è il motivo per cui l'uomo non deve separare volontariamente le dimensioni unitiva e procreativa di questo atto, come avviene con la contraccezione[25]. Gli sposi casti sapranno scoprire i momenti più opportuni per vivere questa unione corporale in modo che rifletta sempre, in ogni atto, il dono di sé che essa significa[26].

        A differenza della dimensione procreativa, che può essere realizzata in modo veramente umano solo nell'atto coniugale, la dimensione unitiva e affettiva propria di tale atto può e deve manifestarsi in molti altri modi. Si spiega così perché, se a causa di determinate condizioni di salute o di altro tipo gli sposi non possono accedere all'unione coniugale, o decidono che è preferibile astenersi temporaneamente (o definitivamente, in situazioni particolarmente gravi) dall'atto proprio del matrimonio, possono e devono continuare ad attualizzare quel dono di sé che fa crescere l'amore veramente personale, di cui l'unione dei corpi è una manifestazione[27].


        4. Il sesto comandamento. La castità nel celibato

          Il Figlio di Dio, venendo al mondo, ha voluto scegliere per sé una vita di celibato e nella sua predicazione ha offerto diverse indicazioni che, se da un lato ci aiutano a scoprire la bellezza del matrimonio, dall’altro ci ricordano il suo carattere provvisorio, e quindi relativo, dal momento che «quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli»[28].

          Dio chiama la maggior parte degli uomini e delle donne perché siano santi nel matrimonio, ma vuole sceglierne alcuni per vivere la loro vocazione all'amore in un modo particolare, nel celibato apostolico[29]. Il modo di vivere la vocazione cristiana nel celibato apostolico implica la continenza. Rinunciare all'uso della capacità generativa non significa affatto rinunciare all'amore o all'affettività. Al contrario, il dono liberamente fatto a Dio di una possibile vita matrimoniale permette alla persona di amare e donarsi a molti altri uomini e donne, aiutandoli a loro volta a incontrare Dio, che è la ragione di questo celibato[30]. Questo modo di vivere deve essere sempre considerato e vissuto come un dono.

          Ci sono diversi modi carismatici di vivere il celibato come una chiamata. Alcuni ricevono questa vocazione nel sacerdozio o nella vita religiosa, molti altri la ricevono in mezzo al mondo senza una particolare consacrazione, ma con la chiara consapevolezza di essere strumenti dell'amore di Dio per andare in tutto il mondo e predicare il Vangelo.


          5. Il sesto comandamento. Peccati contro la castità

            Si può dire che i peccati contro il sesto comandamento sono un surrogato per cercare di riempire il vuoto del vero amore che il cuore desidera[31]. Alla castità si oppone la lussuria, che è «desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione»[32].

            Poiché la sessualità occupa una dimensione centrale nella vita umana, i peccati contro la castità sono sempre gravi nella loro materia quando si cerca direttamente il piacere venereo che è proprio dell'atto sessuale. Possono essere lievi, tuttavia, quando tale piacere non si cerca direttamente o quando manca il consenso pieno o perfetto.

            Il vizio della lussuria ha molte gravi conseguenze: l'accecamento della mente, che oscura il nostro fine e il nostro bene; l'indebolimento della volontà; l'attaccamento ai beni terreni che fa dimenticare quelli eterni; e può arrivare fino all'odio a Dio, che appare al lussurioso come il più grande ostacolo alla soddisfazione della sua sensualità.

            Tra i peccati contro la castità c’è innanzitutto l'adulterio, che «designa l'infedeltà coniugale. Quando due partner, di cui almeno uno è sposato, intrecciano tra loro una relazione sessuale, anche episodica, commettono un adulterio»[33].

            Si può dire che «la Parola “non commettere adulterio”, pur se in forma negativa, ci orienta alla nostra chiamata originaria, cioè all’amore sponsale pieno e fedele, che Gesù Cristo ci ha rivelato e donato (cfr Rm 12,1)»[34].

            La masturbazione è «l’eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. “Sia il magistero della Chiesa nella linea di una tradizione costante sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato”»[35]. Per sua natura, la masturbazione contraddice il significato cristiano della sessualità, che è al servizio dell'amore. Essendo un esercizio solitario ed egoistico della sessualità, spogliato della verità dell'amore, lascia insoddisfatti e porta al vuoto e al disgusto.

            «La fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei figli»[36]. Sia l'unione consensuale o la convivenza senza l'intenzione di sposarsi che il sesso prematrimoniale offendono in varia misura la dignità della sessualità umana e del matrimonio. «Sono contrarie alla legge morale: l'atto sessuale deve aver posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla Comunione sacramentale»[37]. La persona non può essere "provata", ma si può solo donare liberamente, una volta e per sempre[38].

            «Gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati», come ha sempre dichiarato la Tradizione della Chiesa[39]. Questa chiara valutazione morale delle azioni non dovrebbe minimamente pregiudicare le persone con tendenze omosessuali[40] poiché la loro origine non è volontaria e la loro condizione è spesso una prova difficile[41]. Anche queste persone «sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana»[42]. Nell'esortazione apostolica Amoris laetitiae si spiega che «nel corso del dibattito sulla dignità e la missione della famiglia, i Padri sinodali hanno osservato che “circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”»[43].

            Sono contrari alla castità anche le conversazioni, gli sguardi, le manifestazioni d'affetto verso un'altra persona, anche tra fidanzati, atti con desiderio libidinoso o che costituiscono un'occasione prossima di un peccato che si cerca o non si evita.

            La pornografia - l'esibizione del corpo umano come semplice oggetto di concupiscenza - e la prostituzione - la trasformazione del proprio corpo in oggetto di transazione economica e di godimento carnale - sono gravi reati di disordine sessuale che, oltre a costituire un'offesa alla dignità delle persone che li praticano, rappresentano una piaga sociale[44]. Purtroppo, il consumo di pornografia è molto diffuso nel nostro mondo, facilitato enormemente da internet. Quella che può cominciare come semplice curiosità, soprattutto nei giovani, non di rado diventa un'abitudine che ostacola notevolmente la capacità di amare "con tutto il cuore", conducendo la persona su sentieri che favoriscono la facile compensazione dei piaceri del corpo e, in ultima analisi, l'egoismo. In alcuni casi può portare a una vera e propria dipendenza dalla pornografia, il cui superamento richiede spesso un aiuto psicologico adeguato. In ogni caso, è un problema importante per la vita spirituale, perché la concupiscenza intorpidisce il cuore e impedisce una vita di preghiera serena, nonché la gioia necessaria per un efficace lavoro apostolico. È quindi importante saper cercare un aiuto nella direzione spirituale che ci apra ad ideali alti per i quali vale la pena dare la vita.

            Dio è amore. Ci ha creati per amore e per amare. Per amare anche con il corpo. Questo deve essere sempre il punto di partenza quando si parla di sessualità nel contesto dell'antropologia cristiana. Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che, dopo il peccato originale, l'esercizio corretto della sessualità è diventato più difficile. Ecco perché l'aiuto della grazia e la pratica della virtù della castità sono così necessari per poter amare veramente «con tutto il cuore e con tutta l'anima, con tutto lo spirito e con tutte le forze»[45].

            Pablo Requena


            Bibliografia di base

            - Catechismo della Chiesa Cattolica, 2331-2400.

            - San Josemaría, omelia Perché vedranno Dio, in Amici di Dio, 175-189; Il matrimonio, vocazione cristiana, in È Gesù che passa, 22-30.


            [1] Cfr. Gen 1.

            [2] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2361.

            [3] 1 Gv 4, 8.

            [4] «Ciascuno dei due sessi, con eguale dignità̀, anche se in modo differente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L'unione dell'uomo e della donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità̀ e la fecondità̀ del Creatore: «L'uomo abbandonerà̀ suo padre e sua madre e si unirà̀ a sua moglie, e i due saranno una sola carne» (Gen 2, 24). Da tale unione derivano tutte le generazioni umane (Cfr. Gen 4, 1-2; 25-26; 5,1)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2335).

            [5] San Josemaría, E’ Gesù che passa, 24

            [6] «Se l'uomo ambisce di essere solamente spirito e vuol rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità. E se, d'altra parte, egli rinnega lo spirito e quindi considera la materia, il corpo, come realtà esclusiva, perde ugualmente la sua grandezza» (Benedetto XVI, Deus caritas est, 25-XII-2005, 5).

            [7] Cfr. Francesco, Amoris laetitiae, 19-III-2016, n. 56. A questo proposito è interessante il documento della Congregazione per l'Educazione Cattolica: Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del "genere nell'educazione" (2019).

            [8] «Sì, l'eros vuole sollevarci «in estasi» verso il Divino, condurci al di là di noi stessi, ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni e di guarigioni» (Benedetto XVI, Deus caritas est, 5).

            [9] Dio è amore (1 Gv 4, 8) e vive in se stesso un mistero di comunione personale d'amore. Creandola a sua immagine […], Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione (Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 22-XI-1981, 11).

            [10] Cfr. Mc 12,30. «La castità è la gioiosa affermazione di chi sa vivere il dono di sé, libero da ogni schiavitù egoistica. (Pontificio Consiglio per la Famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 8 dicembre 1995, 17). La purezza è conseguenza dell'amore con il quale abbiamo offerto al Signore l'anima e il corpo, le facoltà e i sensi. Non è negazione, ma lieta affermazione» (San Josemaría, E’ Gesù che passa, 5).

            [11] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2341.

            [12] Ivi, n. 2337.

            [13] «La castità richiede l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice.2926 «La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè̀ e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco Impulso o per mera coazione esterna. Ma tale dignità l'uomo la ottiene quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2339).

            [14] «La castità e una virtù morale. Essa è anche un dono di Dio, una grazia, un frutto dello Spirito (cfr. Ga 5, 22). Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo a colui che è stato rigenerato dall'acqua del Battesimo (cfr. Gv 3, 3)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2345).

            [15] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2346.

            [16] Francesco, Udienza generale, 31-X-2018.

            [17] «La santa purezza la concede Dio, quando la si chiede con umiltà» (San Josemaría, Cammino, 118).

            [18] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2344.

            [19] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 25.

            [20] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2344.

            [21] Francesco, Amoris laetitiae, cap. 2 (Realtà e sfide della famiglia).

            [22] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2349.

            [23] Ivi, n. 2360.

            [24] Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.

            [25] Anche nella fecondazione artificiale c'è una rottura tra queste dimensioni proprie della sessualità umana, come insegna chiaramente l'Istruzione Donum vitae (1987).

            [26] Come insegna il Catechismo, il piacere che deriva dall'unione coniugale è qualcosa di buono e voluto da Dio (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2362).

            [27] Francesco, Amoris laetitiae, cap. 4 (L’amore nel matrimonio).

            [28] Mc 12, 25.

            [29] Sebbene la santità sia misurata dall'amore di Dio e non dallo stato di vita (nel celibato o nel matrimonio) la Chiesa insegna che il celibato per il Regno dei Cieli è un dono superiore al matrimonio (cfr. Concilio di Trento: DS 1810; 1 Cor 7, 38).

            [30] Parlando del celibato sacerdotale, ma il discorso si estende a tutti i celibi per il Regno dei Cieli, Benedetto XVI spiega che non può essere inteso in termini meramente funzionali, perché in realtà "rappresenta una speciale configurazione allo stile di vita di Cristo stesso" (Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, 24).

            [31] Francesco, Udienza generale, 24-X-2018.

            [32] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2351.

            [33] Ivi, n. 2380. Cristo condanna persino il desiderio di adulterio (cfr. Mt 5, 27-28). Nel Nuovo Testamento l'adulterio è assolutamente vietato (cfr. Mt 5, 32; 19, 6; Mc 10, 11; 1 Cor 6, 9-10). Il Catechismo, parlando di reati contro il matrimonio, elenca anche il divorzio, la poligamia e la contraccezione.

            [34] Francesco, Udienza generale, 31-X-2018.

            [35] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2352.

            [36] Ivi, n. 2353.

            [37] Ivi, n. 2390.

            [38] «I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l'un l'altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell'amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2350).

            [39] Congregazione per la dottrina della fede, Persona umana, 8. «Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357).

            [40] L'omosessualità si riferisce alla condizione di uomini e donne che provano un'attrazione sessuale esclusiva o predominante per persone dello stesso sesso. Le possibili situazioni che si possono presentare sono molto diverse tra loro e pertanto occorre prestare attenzione quando si affrontano questi casi.

            [41] «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali innate. Costoro non scelgono la loro condizione omosessuale; essa costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2358).

            [42] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2360.

            [43] Francesco, Amoris laetitiae, n. 251.

            [44] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2355.

            [45] Mc 12, 30.