Sulle sponde dell’Adige

Mons. Echevarría ha trascorso a Verona due giorni intensi lo scorso 15 e 16 dicembre, incontrando numerosi fedeli dell’Opus Dei, cooperatori, amici.

Don Ferdinando Rancan

In diversi incontri informali, con persone di ogni età e condizione, il Prelato dell’Opus Dei ha incoraggiato a cercare il Signore nel lavoro e nella vita di preghiera, lanciandosi in un apostolato audace e pieno di fede, per portare la gioia alle tante persone che intorno a noi aspettano qualcuno che parli loro di Dio.

Sono passati poco più di cinquant’anni da quando, nel 1961, iniziò a Verona il lavoro apostolico dell’Opus Dei. Tra i primi veronesi a seguire gli insegnamenti di san Josemaría ci fu don Ferdinando Rancan, allora giovane sacerdote, il primo italiano ad entrare nella Società Sacerdotale della Santa Croce. Fu in parte grazie a lui che iniziarono le prime attività di formazione rivolte a giovani studenti nella città scaligera.

«È da più di cinquant’anni che aspettavo questo momento – ha commentato don Ferdinando Rancan, salutando il Prelato insieme a un nutrito gruppo di sacerdoti diocesani –, quando incontrai per la prima volta san Josemaría, non riuscii a dirgli molte cose, perché era tale l’affetto con cui ti prendeva che si restava senza parole. Ma l’unica cosa che mi pare di avere detto è stata “Se passa da Verona...”. Lo invitai a venirci a trovare. Lui adesso sta rispondendo a quest’invito: nell’accoglierla, vediamo in lei lo stesso san Josemaría che ci viene a trovare».

Di san Josemaría il Prelato ha parlato più volte nel corso della sua visita a Verona. Nell’incoraggiare tutti a seguire il suo esempio di uomo che viveva in continuo contatto con il Signore, ha ricordato quello che di lui commentò lo psichiatra Viktor Frankl, dopo averlo ascoltato: «Quest’uomo ha una bomba atomica nella testa, perché tocca tutte le cose con la vitalità di Cristo».

Durante l'incontro nella Sala Verdi della Fiera di Verona

Sabato pomeriggio, nella Sala Verdi della Fiera di Verona, il Prelato ha incontrato più di seicento persone di Verona e provenienti da città vicine come Brescia, Trento, Vicenza, Padova, Venezia, Mantova, Trieste. Rispondendo alle domande di genitori, fidanzati e studenti ha parlato di molti temi: la vita matrimoniale, come riuscire ad amarsi nonostante i difetti, come affrontare con senso soprannaturale l’attuale crisi economica, la testimonianza di libertà e amore che bisogna dare in un ambiente che spesso identifica la religione come un insieme di divieti e di forzature…

Mons. Echevarría ha anche incoraggiato alcuni genitori che partecipano attivamente alla promozione di scuole ispirate agli insegnamenti di san Josemaría, ricordando come in queste scuole l’attenzione prioritaria deve essere data ai genitori stessi, protagonisti insostituibili dell’educazione dei ragazzi: un’attenzione che si riverserà positivamente sul lavoro degli insegnanti e sulla cura personalizzata di ciascun alunno.

Alcune famiglie in attesa di salutare Mons. Echevarría prima dell'incontro alla Sala Verdi

Nel corso di diversi incontri con alcuni fedeli dell’Opera, il Prelato ha più volte spinto a darsi molto da fare nell’apostolato, avendo fede che ci sono migliaia di anime che aspettano solo qualcuno che parli loro di Dio, di donazione totale a lui, con generosità, per poter essere come un lievito nella società e prestare un grande servizio agli altri, alla propria famiglia, ai propri amici, alla città e al mondo.

Parlando della carità fraterna che non deve mai mancare, si è raccomandato: «Che ci sia fra di voi una fraternità che si possa toccare con mano. Non ammettete mai rancori, non ammettete risentimenti di nessun tipo. Basta che ci sia un’ombra di questi due difetti perché la carità e l’unità vengano lesionate. Dobbiamo voler bene a tutti quanti. Non possiamo dire “mi fai diventare nervoso”. No: ti fa diventare uomo. Ti fa diventare un altro Cristo. Dovete pensare che il Signore, tramite san Josemaría ci ha detto: “non sono cose del tuo carattere, sono cose della tua mancanza di carattere”. Devi essere un uomo – esto vir– che sa amare come Cristo, come un pastore».

Nella mattinata di domenica il Prelato ha tenuto un incontro con un centinaio di giovani universitarie e liceali, presso la Residenza Clivia, nel quale c’è stato un vivace dialogo, fatto di domande e risposte su temi quali l’amore per il Papa e per la Chiesa, l’apostolato in mezzo ai giovani, l’importanza dei sacramenti e tant’altro. Subito dopo quest’incontro, mons. Echevarría ha fatto una visita in Duomo, dove ha pregato dinanzi all’immagine della Madonna del Popolo, tanto cara ai veronesi.

L'aula magna della Residenza Pontenavi

Ha incontrato poi più di cento ragazzi nell’aula magna della Residenza Pontenavi. Ascoltando e rispondendo alle loro domande li ha invitati a prepararsi bene ai giorni del Natale, ricordando le parole della liturgia: Dominus conversatus est cum hominibus: «Il Signore sta conversando con noi, in ogni momento. Non pensate che sia solo immaginazione. Ci segue come un amico fedele, sa essere attento in ogni momento a ciò di cui che abbiamo bisogno. Rivolgetevi al Signore. Potete essere uomini che, mentre studiano, si divertono, riposano, in ogni momento parlano con Dio e si sentono seguiti dal Signore. È una meraviglia, tutto questo».

Il Prelato risponde a un giovane nell'incontro alla Pontenavi

Prima che ripartisse per Roma, alcuni fedeli dell’Opera gli hanno dato una pubblicazione sui tesori di arte e architettura cristiana presenti a Verona, dal titolo suggestivo: “Le gemme sull’Adige”. «Anche noi che siamo poca cosa – ha commentato il Prelato– possiamo diventare una gemma se andiamo dritti dal Signore e Lui ci trasforma. Benedice il nostro lavoro, benedice noi e ci mette come suo ornamento».