Si estende in Guatemala la devozione al beato Josemaría

L’Associazione dei malati di diabete del Guatemala ha pubblicato un opuscolo sul fondatore dell’Opus Dei per presentare a 15.000 malati di diabete la figura del beato Josemaría, in occasione del centenario della sua nascita. Nel 1999 il Fondatore dell’Opus Dei è stato nominato patrono dei diabetici cattolici dell’Associazione.

In dodici pagine l’opuscolo traccia una breve biografia del beato e si sofferma soprattutto sul diabete da cui fu affetto per un decennio e da cui guarì nel 1954. Fu uno dei casi più gravi di diabete in cui si era imbattuto il dottor Carlo Faelli, suo medico curante. Si trattava di un diabete “mellitus” che gli procurava frequenti e imprevedibili inconvenienti: difficoltà a mantenersi in piedi, insorgenza di infezioni, perdita della vista da un occhio, ecc.

L’Associazione dei malati di diabete del Guatemala apprezza nel Beato Josemaría la visione soprannaturale, il completo abbandono in Dio e l’ottimismo col quale sopportò i dolorosi fastidi procurati dalla malattia. Così si legge nell’opuscolo: “Lavorava e si comportava come se stesse bene, ignorando la spossatezza dovuta alla paura provocata dalla psicosi della febbre, che spesso eccita i malati o li debilita. «Signore – diceva il fondatore dell’Opus Dei – non so se domani mattina riuscirò ad alzarmi dal letto; ti rendo grazie per la vita che mi hai dato e sono contento di morire fra le tue braccia. Confido nella tua misericordia»”.

Il Beato Josemaría guarì dal diabete il 27 aprile 1954 in modo inspiegabile. Gli era stata appena fatta una iniezione e si trovava nella stanza da pranzo insieme a mons. Álvaro del Portillo, che alcuni anni più tardi sarebbe stato il suo primo successore a capo dell’Opus Dei. Improvvisamente perse i sensi e il suo viso cambiò colore. “Diventò di un rosso vivo, poi violaceo e infine terreo; ma soprattutto sembrò rimpicciolirsi, cadendo su di un fianco... Una cosa stranissima”, ricordava anni dopo mons. Del Portillo, che immediatamente gli aveva impartito l’assoluzione e aveva chiamato un medico.

Il medico gli disse in seguito che uno shock anafilattico più lungo di dieci minuti in genere è mortale. Il Beato Josemaría lo subì per quindici minuti e non solo sopravvisse, ma da quel momento fu completamente guarito dalla malattia. “Quando ero sul punto di perdere conoscenza, in pochi secondi – raccontò in seguito il Fondatore dell’Opus Dei - il Signore mi fece vedere la mia vita come si vede un film: mi riempii di vergogna per i miei numerosi errori e domandai perdono al Signore. Non può succedere di peggio. È come se fossi morto”.

L’opuscolo è diretto principalmente ai 15.000 membri dell’Associazione, che per la maggior parte risiedono nella capitale, Città del Guatemala, oppure a Quetzaltenango e a Coatepeque, anche se è stato progettato per diffondere la devozione al Beato Josemaría tra tutti i diabetici e le loro famiglie. Nella riunione ordinaria del 13 settembre 1999 la Giunta Direttiva dell’Associazione dei Diabetici del Guatemala aveva nominato il Beato Josemaría Escrivá “Patrono dei pazienti diabetici cattolici”. L’Associazione è stata fondata 25 anni fa e alcuni dei suoi membri non sono cattolici.

Obiettivi dell’Associazione sono la diagnosi precoce del diabete, le cure mediche, l’attenuazione delle complicanze della malattia, l’educazione sanitaria circa il diabete e l’aiuto ai diabetici che hanno scarse risorse economiche.