San Josemaría in Lombardia

È in libreria “San Josemaría in terra lombarda - Con lo sguardo alla Madonnina 1948-1973” (ed. Àncora), di Lorenzo Revojera.

C’è tutto il nord della Lombardia, con i suoi laghi, nella mappa dei luoghi visitati da san Josemaría Escrivá. Un`area molto vasta e amata dal fondatore dell`Opus Dei e che Lorenzo Revojera ha voluto fotografare a parole nel suo libro appena pubblicato dalla casa editrice Àncora, dal titolo “San Josemaría in terra lombarda - Con lo sguardo alla Madonnina 1948-1973”. Un volume di 208 pagine che racconta il Lario, i luoghi della provincia di Varese, di Lecco, con qualche incursione al confine con la Valtellina, attraverso le visite compiute dal santo nei diversi territori della Lombardia fino ad appena due anni prima della sua morte.

Ma san Josemaría, fece tappa molto spesso anche in Ticino, a Lugano e in altri centri dell’Europa dove fece «la preistoria dell’Opus Dei». Una preistoria che, per la Lombardia, partì da Milano e dalla città salì verso nord, arrivando molto spesso a soggiornare nei paesi lungo le rive del lago di Como, che Escrivá prediligeva per la sua tranquillità e per la bellezza dei paesaggi e delle montagne: il santo vi amava riposare, ma soprattutto organizzare i tantissimi incontri con i suoi figli spirituali.

Del Castello di Urio, sul lago di Como, parla diffusamente Revojera (che fu il primo milanese ad entrare nell’Opus Dei nel 1950 quando aveva solo vent’anni), anche per ricordare ai lettori che proprio a Urio san Josemaría incontrò, per l’ultima volta, un gruppo di fedeli dell’Opus Dei il 25 agosto del 1973. San Josemarìa fece però tappa anche a Cantù, a Como, a Caglio, a Varese e Premeno, a Civenna e Bellagio, a Lecco e Montevecchia, fino a Piona e in molte altre località limitrofe dalle quali si trovava a passare diretto verso il Ticino.

Nel libro - insieme al racconto molto circostanziato delle tappe dei vari soggiorni del fondatore dell’Opus Dei e di molte delle riflessioni e dei discorsi che lo stesso Escrivá tenne in quelle sedi a uomini e donne che credevano in lui - si trova un ricco apparato iconografico. Si tratta di fotografie del santo in compagnia di collaboratori e seguaci, moltissime scattate proprio sul lago di Como, spesso all`interno del giardino del Castello di Urio negli anni cinquanta.

Revojera descrive i momenti pre e post acquisto del Castello con grande emozione, ricordando anche il fascino che esso esercitò su san Josemaría; scrive l’autore «Ci raccomandò di curare molto i lavori di adattamento, soprattutto per ciò che si riferiva alla cappella, che era da fare ex novo. Voleva che il Castello diventasse un grande strumento apostolico: "Se non lo sistemate bene, ve lo brucio!" diceva scherzando». Il primo corso di formazione di un mese al Castello di Urio fa data nell’estate del 1955. Nel 1963, nel «Castel Nuovo» accanto all’antico, nacque anche una scuola alberghiera.

San Josemaría trascorse anche alcuni mesi estivi, tra il 1969 e il 1970, a villa Gallavresi a Premeno, e passò anche dalla Brianza, da Cantù, per scegliere gli arredi degli edifici romani dell’Opus Dei. Nel 1971 Escrivá trascorse parte dell’estate a Caglio e nel 72-73 a Civenna, nella villa Mora-Buonconvento. Escrivá morirà a Roma nel 1975 e nel 2002 fu proclamato santo da Papa Wojtyla. Di Escrivá restano in tutto il territorio lombardo targhe e intitolazioni di luoghi che ne ricordano il passaggio.

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    Carla Colmegna // La Provincia di Como