Quando la scienza si arrende

Convegno scientifico dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, nella giornata sul "Significato del dolore nell'insegnamento del Beato Josemaría Escrivá", organizzata per ricordare il centenario della nascita del fondatore dell'Opus Dei.

ROMA. Aiutare chi soffre: per il medico, una missione che dovrebbe essere quasi più simile al sacerdozio che alla professione. E, quando la scienza non può fare più nulla bisogna trovare il coraggio di guardare negli occhi chi sta per morire, con la certezza che il dolore avvicina a Dio e che anche la sofferenza è un valore.

Confronto spirituale e testimonianze di esperienze vissute oltre che convegno scientifico, nella giornata sul "Significato del dolore nell'insegnamento del Beato Josemaría Escrivá", organizzata dall'Università Campus Bio-Medico di Roma, per ricordare il fondatore dell'Opus Dei nel centenario della nascita e per illustrare il contributo dello spirito dell'Opera al miglioramento della cura e dell'assistenza dei malati nel mondo.

Oltre al Rettore del Campus Vincenzo Lorenzelli, a docenti e studenti, hanno partecipato all'incontro Numa Cellini, in rappresentanza dell'Università Cattolica, Francesco D'Agostino di Tor Vergata e Aldo Isidori della Sapienza. Sono anche intervenuti il sottosegretario al ministero della Salute Antonio Guidi e Antonio Tommasini, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. Non limitandosi a un intervento istituzionale, Guidi ha raccontato la sua esperienza “vincente” di persona abituata a convivere con la sofferenza e le difficoltà quotidiane causate dalla disabilità: “Per tutte le possibilità che la vita offre a chiunque, ognuno ha diritto a venire al mondo ed essere aiutato dalla famiglia e dalla società”.

Tommasini ha invece ricordato quanta strada resta ancora da fare nel nostro Paese per garantire giusta dignità e assistenza ai malati: “Tra le altre carenze, l'assistenza domiciliare integrata, un'inadeguata formazione professionale e informazione sul dolore, soprattutto nelle malattie come Aids, cancro e patologie cardiovascolari nelle quali è presente il doppio problema della sofferenza acuta e di quella cronica”.

Per questo, è fondamentale una categoria medica e paramedica preparata. E sui fondamenti etici e religiosi del Beato Josemaría Escrivá, a Roma è nata nel 1993 l’Università Campus Bio-Medico. che attualmente ospita le facoltà di Medicina e Ingegneria, con corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Ingegneria Biomedica, Infermiere e Dietista e un totale di 560 iscritti.

Collegato al Campus, un Policlinico che dispone di 130 posti letto ordinari e di terapia intensiva, un day hospital e un ambulatorio, con 10 mila ricoveri all'anno (dei quali oltre il 50% di tipo chirurgico), 30 mila prestazioni ambulatoriali, 100 medici e 240 addetti. L'attuale sede sulla Prenestina verrà definitivamente trasferita a Trigoria, in un terreno donato in parte dall'attore Alberto Sordi, dove è già in funzione un "Centro per la salute dell'anziano" e dove è previsto un Policlinico con 450 posti letto.

Michela Gambillara // Avvenire (Milano)