Nove maxischermi

“Pellegrini da tutto il mondo per la canonizzazione del fondatore dell'Opus Dei. Le cerimonie religiose tra domenica e lunedì. Quaranta squadre di pronto soccorso, cinque posti medici, 1800 volontari”. Articolo uscito su La Repubblica del 1° ottobre 2002.

Rosari & fazzoletti, un kit con una cartina della capitale e un libro sulla vita del futuro santo: il popolo dell'Opus Dei sta per sbarcare a Roma da 84 paesi con navi, aerei, treni. Josemaría Escrivá, il fondatore della Prelatura personale, viene canonizzato in piazza San Pietro dal Papa e la capitale vivrà una nuova, festosa invasione di pellegrini.

Certo, non saranno i trecentomila di Padre Pio, ma si attendono in città oltre 220 mila persone che parteciperanno alla kermesse dell'Opus Dei, due giorni di celebrazioni in programma domenica 6 e lunedì 7 ottobre. Roma dei Giubilei non si spaventa per la nuova "adunata", ma il sindaco Walter Veltroni e il prefetto Emilio Del Mese, nominati dal governo commissari per l'organizzazione dell'evento, non hanno lasciato nulla al caso, preparando l'appuntamento nei minimi dettagli.

L'avanguardia dei fan di Escrivá, 10 mila pellegrini provenienti da Siviglia e Barcellona, sbarcherà sabato prossimo al porto di Civitavecchia da nove navi, e arriverà a Roma a bordo di 60 pullman e di treni speciali. L'appuntamento più importante sarà la cerimonia di canonizzazione presieduta dal Papa, che si svolgerà alle 10 domenica a San Pietro. Ma quello che più preoccupa è la funzione del giorno dopo, quella di lunedì 7, quando 200 mila persone si aggiungeranno al già caotico traffico cittadino, sempre difficile nel primo giorno feriale della settimana.

«Abbiamo oramai un'organizzazione rodata, spiega il sindaco Veltroni, ma le celebrazioni di lunedì prossimo potrebbero creare qualche problema al traffico». Per evitare ingorghi e caos, il Campidoglio permetterà ai pullman di giungere un po' più a ridosso del Vaticano, e dalle 14 di sabato alle 18 del 7 ottobre le auto non potranno fermarsi o circolare nell'area di San Pietro. Oltre duemila bus, 1800 volontari, 40 squadre di pronto soccorso, cinque posti medici per la rianimazione, nove maxischermi installati tra via della Conciliazione a Castel Sant'Angelo, migliaia di agenti in piazza sguinzagliati nell'ambito di un megapiano di sicurezza predisposto dalla questura, eccoli i numeri dell'evento. «Arriveranno pellegrini da tutto il mondo annuncia il prefetto Del Mese. Per molti di questi sarà l'unica occasione di visitare Roma, e il nostro sforzo sarà di offrire una città serena, tranquilla, vivibile».

«Siamo orgogliosi di dare un contributo a un evento come questo», dice il sindaco Veltroni e ricorda che, per celebrare la canonizzazione di Escrivá, il consiglio comunale ha deciso di coniare una moneta. E sarà tutta la città ad aprire le porte ai fedeli dell'Opus Dei: mille famiglie ospiteranno oltre duemila persone, mentre i volontari saranno accolti in un palazzo della protezione civile a Castelnuovo di Porto e al Divino Amore. Saranno loro gli angeli custodi dei fedeli, come ricorda Marta Manzi, portavoce del comitato per la canonizzazione del fondatore dell'Opus Dei. Saranno presenti davanti alle fermate del metro, nei capilinea, all'aeroporto, in tutte le aree calde delle celebrazioni.

I pellegrini arriveranno da 84 paesi, magari dopo aver risparmiato un anno intero per pagarsi il viaggio. Come quei 120 contadini peruviani, che approderanno nella capitale sabato prossimo. A loro, come a tutti i partecipanti, sarà distribuito un kit con buoni sconti per i fast food, una cartina della città, e un decalogo del bravo pellegrino: portarsi un copricapo da sole, un ombrello per la pioggia, sedie pieghevoli, zucchero per evitare i malori, una radio tipo walkman che sarà collegata a un circuito chiuso, per ascoltare la celebrazione nella propria lingua.

Alberto Mattone // La Repubblica