Meditazioni: Giovedì della 18a settimana del Tempo Ordinario

Riflessioni per meditare nel giovedì della 18a settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: chi è Cristo per noi; amore al successore di Pietro; i contrasti nella vita di san Pietro.

Chi è Cristo per noi

Amore al successore di Pietro

I contrasti nella vita di san Pietro


Chi è Cristo per noi

Gesù è a Cesarea di Filippo. Lì fa una domanda diretta ai suoi discepoli: “gli uomini chi dicono che sia il Figlio dell’uomo?”. Gli apostoli riportano le varie opinioni sul Signore che hanno udito dalla folla: “Alcuni dicono che è Giovanni il Battista, altri che è Elia, altri che è Geremia o qualcuno dei profeti.” Subito dopo Gesù dirige loro un’altra domanda, questa volta più personale. “E voi chi dite che io sia? I dodici non sanno cosa rispondere a questa seconda domanda. Solamente Pietro, grazie a un'ispirazione divina, dà una risposta corretta: “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente” (Mt 16, 13-15).

Se qualcuno ci chiedesse “chi è Gesù Cristo?”, noi sicuramente diremmo ciò che abbiamo imparato dal catechismo: che è venuto a salvare il mondo, riporteremmo cioè la vera dottrina (…). Un po' più difficile sarebbe rispondere alla domanda: per te, chi è Gesù Cristo? Per trovare una risposta abbiamo bisogno, come Pietro, di guardare alla nostra vita, scoprire tutte le volte che Dio ci è venuto incontro, disporci ad ascoltare ciò che vuole dirci. Soprattutto, abbiamo bisogno di predisporci ad accettare che il Signore sia chi è e non chi vorremmo che fosse. Per rispondere alla domanda di Gesù abbiamo bisogno di purificare costantemente l’immagine che ci siamo fatti su chi sia il figlio di Dio, portando avanti un compito che ci deve accompagnare tutta la vita.

Se pensiamo, ad esempio, che il Figlio di Dio vuole che noi siamo persone che non sbagliano mai o che è sempre attento a individuare i nostri errori, prima ancora delle cose che facciamo bene, sarebbe difficile sviluppare in noi una giusta comprensione della sua immagine. Al contrario, chi ha capito e ha accolto la misericordia di Dio e si sa perdonato ogni giorno da Cristo avrà un’immagine più nitida di chi è Gesù. Solo come frutto di un’autentica relazione con Cristo, san Paolo potè comprendere che si trattava di qualcuno “che mi amò e diede se stesso per me.” (Galati 2,20)


Amore al successore di Pietro

    La risposta di Pietro emozionò Gesù. Per questo, guardandolo gli disse: “Beato sei Simone, figlio di Giovanni, perché non ti ha rivelato questo né la carne, né il sangue, ma il Padre mio che sta nei cieli. Io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.” (Mt 16,17-18). Pietro rafforzato dal dono di Dio, è chiamato ad essere il rappresentante di Cristo in terra. Egli sarà a capo del nuovo popolo di Dio, la Chiesa, che sarà governata da lui insieme agli altri apostoli.

    San Josemaría si rendeva conto che Dio aveva posto nel suo cuore un profondo amore per il Romano Pontefice. Quando arrivò per la prima volta a Roma passò tutta la notte in veglia pregando per la Chiesa e per il Papa. Con il passare del tempo lui stesso riconobbe che quell’amore man mano diventò “più teologico”, man mano diventò più cosciente di quale ne erano le ragioni, della sua importanza, del suo carattere soprannaturale e di come non fosse guidato solamente da parametri umani. Era quindi un affetto che non era in balia delle tempeste, non dipendeva da una maggiore affinità, ma dalle parole pronunciate da Cristo.

    Lo stesso giorno della sua morte, il fondatore dell’Opus Dei chiese ad una persona vicina a Paolo VI che trasmettesse al Papa il seguente messaggio: “Da anni offro la santa Messa per la Chiesa e per il Papa. Potete assicurargli – perché me lo avete sentito dire molte volte – che ho offerto al Signore la mia vita per il Papa, chiunque egli sia.” Possiamo chiedere a san Josemaría questo stesso amore per il Romano Pontefice, un amore che è dono divino, di cui ringraziare quotidianamente e che si realizza in un’orazione costante per lui, nel desiderio di seguire i suoi insegnamenti.


    I contrasti nella vita di san Pietro

      Dopo la confessione di Pietro, Gesù annunciò agli apostoli che doveva andare a Gerusalemme dove avrebbe “dovuto patire molto… essere condannato a morte e risuscitare il terzo giorno”. Probabilmente, le sue parole riempirono di stupore i discepoli. Per questo Pietro, che aveva percepito lo smarrimento degli altri, volle manifestare il suo disappunto rispetto a quello che aveva appena udito. Prendendo da parte il Maestro, iniziò a riprenderlo dicendo: “Dio ti liberi Signore! In nessun modo ti succederà questo". Gesù respinse con forza la sua proposta: “allontanati da me Satana! Sei per me di scandalo, perché non senti le cose di Dio ma senti quelle degli uomini".

      Gesù usa parole forti proprio nei confronti di chi, poco prima, aveva chiamato roccia, una roccia su cui edificare la sua Chiesa. Non sarà l’ultima volta che Pietro vivrà contrasti di questo tipo nella sua vita. Durante l’ultima cena assicurò al Signore che era disposto a morire per Lui e qualche ora dopo negò per tre volte di averlo conosciuto. Forse anche noi abbiamo avuto esperienze simili, nel constatare la debolezza delle nostre convinzioni o propositi. A volte ci sentiamo pietra, capaci di fare la qualunque per Dio; poco dopo, però, cadiamo sconfitti in battaglia.

      Ci può consolare che, malgrado gli errori, Gesù è fedele alla sua parola, infatti sa riconoscere il pentimento e il desiderio di amare dell’apostolo. Nel dialogo sulla spiaggia dopo la Resurrezione, di nuovo lo inviterà ad aver cura del suo popolo. Il Signore ritorna sempre a chiamarci. Lui conosce meglio di tutti i nostri limiti e conta su di essi per renderci umili e pronti a fidarci della forza che ci dà Dio. “Siamo creature e siamo pieni di difetti – commentava san Josemaría – . Io direi che dobbiamo averli sempre: sono ombre che, nella nostra anima, permettono che si possano notare per contrasto le grazie di Dio e il nostro tentativo di corrispondere al favore divino. Possiamo chiedere a Maria che interceda per noi, affinché sappiamo ricominciare come Pietro, fiduciosi nella chiamata del Signore.