L’informazione che forma: verità e coscienza professionale nella comunicazione

L’esigenza di avviare un osservatorio permanente sul mondo dei media, di studiare la cultura delle immagini e del verosimile, di scoprire e difendere l’uomo dentro la notizia, di recuperare l’individualità di ogni evento comunicativo, di capire che cos’è interattività, ha dato avvio al primo "Corso di Cultura e massmedialità", organizzato dalla RUME.

La continua evoluzione dei media, i giornali e il mestiere di comunicare, lo scoop e il rapporto con le fonti, la web television, la dimensione artistica della moda esercitano un fascino in chi desidera trovare forme sempre nuove ed efficaci di comunicazione.

Il corso di Cultura e massmedialità promosso dal Collegio Universitario RUME vuole essere l’inizio di un percorso formativo e di ricerca che, avvalendosi di qualificati professionisti del settore, miri ad approfondire gli elementi ed i metodi di comunicazione, elevando e favorendo la qualità dell’informazione.

Gli incontri hanno affrontato diverse tematiche, tra cui quella sulla formazione dell’opinione pubblica, sul giornalismo on line e l’informazione interinale, la Cyber psychology e personalità on line, tenute rispettivamente da Antonio La Spina, Professore di Sociologia e Metodologia e Tecnica della Ricerca Sociale e Presidente del Coordinamento del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione di Palermo, Benjamín Sádaba, giornalista della CNN e Maurizio Cardaci, Professore di Psicologia della Personalità presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Palermo.

I temi trattati durante il corso hanno suggerito alle studentesse un itinerario interpretativo dell’attuale scenario comunicativo per poter essere protagonisti attivi e non solo fruitori passivi delle notizie. È stato inaugurato da Giuseppe De Carli, vaticanista da 18 anni e attuale Direttore Rai Vaticano, con una prolusione dal titolo Il Papa e i mass media: 25 anni di comunicazione.

“Parlare di informazione religiosa non è semplice – afferma De Carli – innanzitutto bisognerebbe riflettere sulla missione di noi giornalisti. Ritengo possiamo essere definiti come gli storici dell’istante. Ma tutto ciò si complica quando si diventa cronisti degli eventi religiosi. Se poi questi, hanno per protagonista un personaggio così poliedrico come Giovanni Paolo II, tutto diviene ancora più complesso”. “Papa Wojtyla – continua De Carli - è un comunicativo nato che non ha mai seguito le canoniche regole della comunicazione; è un Papa mediatico e carismatico insieme, un uomo gettato nella mischia del mondo. Sono 18 anni che seguo Giovanni Paolo II (…) e ho imparato a ridurre all’essenziale il mio commento. Ho capito che le cose prioritarie sono diverse da quelle che immaginavo prima”.

“Prima – continua De Carli - era chiamato il Maradona della Chiesa, ora è il servo sofferente, il disabile che continua sulla sua carrozzella, l’uomo della fragilità fisica. Eppure, in tale visibilità, comunica. La sua forza mediatica è la sua debolezza. Assistiamo da anni ormai a un clamoroso fenomeno che vede il Papa attirare a sé milioni di persone. Con una partecipazione che non ha eguali per nessun altro leader del pianeta. Chi sa spiegarsi questo fenomeno della comunicazione di massa? Chi sa interpretare il suo segreto?”.

“Grazie al contributo di De Carli – afferma Adriana, studentessa di Scienze della Comunicazione – ho apprezzato l’uomo Wojtyla dietro al personaggio, ho capito che la sua forte empatia è la sua vera comunicazione”.

Il prof. La Spina ha focalizzato l’attenzione sul senso dell’opinione pubblica. “I media – afferma – dovrebbero informare l’opinione pubblica, cominciando dalla formazione dei giornalisti. Farsi un’opinione o avere un’opinione non è scontato perché i media hanno una responsabilità nella manipolazione dell’opinione pubblica soprattutto per quello che non dicono”.

“Attraverso queste lezioni – dice Roberta, studentessa di Lettere Moderne – ho capito che nel mio piccolo posso fare qualcosa, posso essere più audace, posso incidere sull’opinione pubblica, agendo e scrivendo quando la verità e l’uomo non vengono rispettati”.

La lezione di Benjamín Sádaba sull’informazione interinale ha dato vari spunti per affrontare il tema della veridicità delle fonti. “Adesso conosco – sono parole di Olga, studentessa di Lettere Classiche – la difficoltà che si incontra quando chi scrive vuole rispettare la verità”.

“L’intervento del prof. Cardaci – afferma Evelina, studentessa di Psicologia – mi ha aiutato a precisare le potenzialità di internet ed anche i suoi limiti. Sapere che i nuovi media arricchiscono le nostre conoscenze è un guadagno ma ho compreso che l’uomo deve imparare ad interfacciarsi senza lasciarsi dominare”.

Gli incontri del corso di Cultura e massmedialità il prossimo anno accademico affronteranno le tematiche della comunicazione nella moda e nella pubblicità.