Questa primavera uscirà un film che avrà come protagonista San Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, con i temi della guerra, dell'amore e del perdono. ZENIT ha parlato con Roland Joffé, il regista del nuovo film, "There Be Dragons", già noto per aver diretto i film "The Mission" e "The Killing Fields".
Il prossimo film è ambientato durante la guerra civile spagnola e le tematiche principali sono la santità e il tradimento, l'amore e l'odio, il perdono e la violenza, e la ricerca del significato nella vita quotidiana.
All'inizio di quest'anno, che segna i 75 anni dallo scoppio della guerra, ZENIT ha intervistato Joffè sulla storia di questo film e sui passaggi che potranno essere più significativi per il pubblico.
--ZENIT: A cosa si riferisce il titolo - "There Be Dragons"?
--Joffé: Le mappe medievali contrassegnavano i territori inesplorati con le parole "Hic sunt Dragones"- "Qui si trovano i Draghi”.
Quando ho iniziato le ricerche per il film e a scrivere la sceneggiatura, non sapevo come si sarebbe sviluppata la storia o come sarebbe andata a finire, perciò "There Be Dragons" sembrava un titolo molto appropriato. – Mi stavo inoltrando in un territorio nuovo, inesplorato, lontano dalle terre conosciute della mia mappa, mi inoltravo in territori dove trovavo i temi della santità, della religione e della politica del Novecento e nel passato di un altro paese.
Sono stato colpito dalla dichiarazione di Josemaría che Dio si trova nella "vita quotidiana", e che la vita quotidiana, nel suo caso, fu la guerra civile spagnola. Mi sono chiesto: Come si potrebbe trovare il divino in guerra? Ma la stessa domanda si può fare per tutte le sfide fondamentali nella vita, su come affrontarle: come rispondere all'odio e al rifiuto, o al desiderio di vendetta e di giustizia. Tutti questi dilemmi si accentuano in tempo di guerra, sono, in un certo senso, i "draghi" del film, punti di svolta nella nostra vita in cui ci troviamo di fronte a scelte forti, scelte che influenzeranno il nostro futuro.
"There Be Dragons" narra le scelte molto diverse che le persone possono fare a quei punti di svolta - tentazioni, se preferisci - e quanto siano difficili, e tuttavia necessarie, per sfuggire ai circoli viziosi di odio e di risentimento e violenza.
--ZENIT: Il film è inserito nel contesto della guerra civile spagnola, che è in un certo senso il paradigma di violenza che porta a maggiore violenza, una violenza senza senso. Di fronte a una scena come questa - una scena di violenza fratricida - c'è spazio per la speranza?
--Joffé: Sì - ma è estremamente difficile. Così tante azioni orribili, orrende, tra le persone sembrano imperdonabili, irredimibili, sembra impossibile andare oltre.
Ma il perdono è possibile! I vortici di violenza possono essere fermati, come il Presidente Mandela ha dimostrato in Sud Africa. Il perdono è stato possibile per molte persone eroiche in Ruanda, e offerto e accettato da molti palestinesi e israeliani coraggiosi.
Josemaría ha inoltre affermato che la gente comune è perfettamente in grado di essere santa - e credo che questo tipo di perdono eroico è ciò di cui stiamo parlando.
La possibilità inesauribile di perdono è l’unica cosa che offre spazio alla speranza. Ma il prezzo è alto: ci vuole un senso profondo di ciò che significa essere pienamente umano, un profondo sentimento di compassione - e un concreto, individuale, e sì, eroico, proposito di non farsi travolgere da un odio prevalente, ma combatterlo con un amore incessante.
La maggior parte dell'azione del film si svolge durante la guerra civile spagnola ma spazia fino al 1982.
Ci sono molte generazioni coinvolte in questa storia: il passato getta un'ombra sul presente. Il filo che li collega è Robert, un giornalista che ha chiesto di scrivere la storia di Josemaría Escrivá, al momento della sua beatificazione. Egli scopre che suo padre Manolo era un amico d'infanzia di Josemaría, ed era stato in seminario con lui - anche se le loro vite hanno preso strade radicalmente diverse. Robert e Manolo si sono allontanati, ma il film li riunisce nel momento stesso in cui viene rivelata la terribile verità sul passato.
Si tratta anche di un padre e di un figlio e della verità che deve essere affrontata al fine di superare quello che si frappone tra di loro.
Questo è molto un film sull'amore, sulla forza della sua presenza e su come il mondo diventa arido e terrificante in sua assenza.
Le guerre civili sono più terribili, perché oppongono fratello contro il fratello, famiglia contro famiglia. Prima della fine della guerra civile spagnola, mezzo milione di persone erano morte.
Una guerra civile è una potente metafora per una famiglia. Come nelle guerre civili, i familiari si schierano e si separano; vecchi rancori diventano fonte di odio. Noi non riusciamo a perdonare nostra zia per qualche cosa, non parliamo a nostro padre perché ha lasciato nostra madre, non parliamo a nostra madre perché lei se ne è andata con un uomo o non parliamo a nostro figlio perché ha scelto una professione diversa da quella che ci aspettavamo. Queste sono le guerre civili della nostra vita quotidiana. "There Be Dragons" è relativo ai due tipi di guerra civile.
In sostanza tutti abbiamo avuto modo di scegliere se mantenere i nostri risentimenti o trovare un modo di vincerli.
La vita può essere vista come una serie di ingiustizie, di rifiuti e dolori, oppure ricca di opportunità, di possibilità di conquistare quei draghi attraverso il travolgente desiderio di sostituire l'odio con l'amore e i legami.
Molte persone sentono nel loro cuore di dover fare questa scelta eroica. Si rendono conto che possono scegliere di essere liberi. Hanno la forza interiore per capire che l'odio è una prigione.
Nessuno che odia può essere libero. Non abbiamo visto tanti esempi di questo negli anni successivi alla prima guerra mondiale? D'altra parte, quando la gente sceglie di amare, l'osservatore imparziale può sentire in loro il senso di libertà, di compassione, di donazione.
Infine, siamo tutti di fronte a questa scelta. Anche a Robert, l'agnostico e materialista, viene chiesto di scegliere tra amore e odio e, in un certo senso, la lotta del mondo con l'amore, o come Aline dice, "per combattere il Dio con amore."
Quindi questo è quello di cui, secondo me, parla il film. Il perdono scioglie ciò che è stato cristallizzato. Esso tocca ogni corda umana in chi viene perdonato in quanto tocca ogni corda umana in chi perdona.
L'amore non sempre si manifesta con facilità. Non può scaturire da un senso di superiorità, ma scaturisce solo con dall’umiltà e dalla umanità condivisa. E tuttavia ha una bellezza potente. Dice: "Sì, vai oltre te stesso, pensi di non riuscire a perdonare.?" Beh, non sarà possibile sapere se si può perdonare fino a quando l'avremo fatto.
E come puoi perdonare? Tu perdoni con l'empatia. Perdoni essendo l'altra persona. Abbandonando la demonizzazione, non dicendo, "Sono meglio di quella persona, non potrei mai farlo", ma cercando in quella persona e dicendo: "Questo potrei essere io."
Quindi sì, c'è spazio per la speranza - anche nelle circostanze più dolorose, tragiche e terribili, dove la speranza sembra impossibile.
--ZENIT: questo film parla ai credenti o ai non credenti?
--Joffé: "There Be Dragons" prende sul serio la fede.
Prende la santità sul serio. Ma il suo appello va ben al di là di un pubblico religioso.
La domanda presuppone una separazione che in realtà è falsa. Viviamo tutti in un mondo travagliato, dobbiamo tutti affrontare il dolore e la gioia della vita quotidiana, e anche se possiamo dare diverse interpretazioni alla realtà per sopportarla, noi tutti, alla fine, abitiamo lo stesso mondo lacerato e tormentato.
Questo è un film su credenti e non credenti. Sono stato profondamente toccato dall'intuizione di Josemaría che siamo tutti potenzialmente santi, dalla sua convinzione che tutti siamo, alla fine, in grado di uccidere i nostri draghi.
Spero che la gente guardando il film riveda le proprie lotte contro i propri draghi, e riconosca il punto essenziale che, cioè, nessun è mai diventato santo senza lotta.
Il film è incentrato anche su diverse forme di amore. L'amore di Ildiko per Oriol è un particolare tipo di amore. Il suo desiderio di rendere il mondo migliore è un altro tipo di amore. L'amore di Manolo per Ildiko è ancora un altro tipo di amore, anche se è legato alla gelosia e al risentimento. L'amore di cui Manolo ha un disperato bisogno e che alla fine riceve è un altro, diverso e particolare tipo di amore.
Questi diversi tipi di amore sono tutti legati come i singoli fili di una ragnatela, e ogni filo sembra separato, ma poi ci si accorge che sono tutti parte di un insieme più grande, legato alla stessa cosa, e che porta allo stesso punto, allo stesso centro.
Alla fine, tutti questi diversi filoni d'amore, che sembrano così diversi, tornano ad un punto fondamentale: "Questo amore è più grande del mio amor proprio?" Questa è una domanda importante. E gran parte della politica del ventesimo secolo se ne è occupata.
Tuttavia, si pone un'altra questione di maggiore complessità. Se questo amore appassionato si basa su un ideale, o su una idealizzazione, se si accetta un solo modello di comportamento umano, come si fa ad evitare di cadere nel fanatismo o nella demonizzazione? Sin dall'Illuminismo questa è stata una questione importante.
Molte azioni di “spregevole umanità” sono state commesse. Mi sembra che solo attraverso la comprensione della tragica fallibilità degli esseri umani e di tutte le loro attività si può trovare una via per la comprensione e l'empatia profonda, quel senso di unità con gli altri, che offre la libertà dalla demonizzazione e dalla violenza senza redenzione.
Questo non è un film cattolico, ma affronta un tema centrale nella teologia cristiana e in tutte le chiese cristiane, come pure in molte altre religioni.
Tutte le religioni comprendono che gli esseri umani, nelle loro relazioni con l'altro, operano al di fuori di scelte divine - scelte che influenzano profondamente gli altri e il mondo che li circonda. Tale interconnessione è la base dell' amore - quello che facciamo a favore o contro gli altri interessa noi e loro, perché siamo tutti legati.
--ZENIT: Quanto del carattere di Josemaría Escrivá - che ora è un santo della Chiesa cattolica - si basa sui fatti, e quanto sulla finzione?
--Joffé: Di tutti i personaggi del film, Josemaría è l'unico reale, l'unico sul quale esiste una notevole quantità di documentazione e di testimonianze. Credo che la figura di Josemaría, del suo amore, del suo senso dell'umorismo - che indubbiamente era uno dei suoi pregi - emerga nel film attraverso la narrazione di alcuni eventi della sua vita e risulta in realtà è molto vicina al personaggio reale.
Volevo trovare un punto di vista onesto nel ritrarre il suo personaggio e dare alla sua fede il valore immenso che aveva per lui.
Credo che uno dei luoghi comuni comune sui santi sia quello di vederli - in strana opposizione con la prostituta dal cuore d'oro - come gli uomini dal cuore di piombo, ma questa è solo una convenzione di comodo.
In realtà la storia Josemaría è quella di un uomo che passa attraverso l’esperienza straordinaria di semplificare la propria vita identificandola con un amore puro e potente per Dio. Questo amore per Dio diventa un principio organizzativo da cui lui trae una “forma” e una sorta di semplicità e di forza.
Ma ciò non lo rende monotono o tedioso, perché questo amore esisteva nel mondo reale, e il frutto di questo esistere nel mondo reale, spesso crudele, duro, deve essere, per ogni uomo onesto, il dubbio: il dubbio verso Dio e dubbio verso la bontà. Questo dubbio è profondamente, interiormente fertile. L'amore non ci viene imboccato, come conditio sine qua non. Si deve combattere per possederlo. E' quello che noi, come esseri umani dobbiamo mettere in gioco.
Dobbiamo trovare questo amore profondo dentro di noi, capire la bellezza oscura della nostra fragilità e delle altre persone. In un senso profondo che mi sembra essere quello che la storia di Cristo dimostra.
Tuttavia, se siamo credenti, dobbiamo trovare questo amore profondo in noi stessi e offrirlo a Dio e al suo creato. Se non siamo credenti, dobbiamo trovarlo e offrirlo ad altri esseri umani indipendentemente dalle diversità politiche, di razza o religione.
--ZENIT: Prima di girare il film aveva già delle idee su come rappresentare la guerra civile spagnola o alcuni personaggi come San Josemaría Escrivá?
--Joffé: Non sapevo molto di Josemaría prima che mi chiedessero di girare il film.
La cosa è veramente successa è che ad un certo punto uno dei produttori del film è venuto in Olanda per convincermi a fare il film. E ha portato con sé diversi libri e altro materiale fra cui un DVD di Josemaría. Abbiamo cenato insieme davvero piacevolmente e mentre tornavo a casa pensavo. "Io non lo voglio fare questo film, ho un altro progetto. Quello che voglio davvero fare si trova in India e ho lavorato molto tempo per prepararlo." In altre parole, pensavo che si trattava di un'offerta molto, molto bella… e avevo davvero apprezzato la cena, ma avrei dovuto dire di no.
Era una sera d'estate perciò sono andato in giardino con un bicchiere di vino bianco; ho messo il DVD nel lettore e mi sono seduto al computer a digitare una piccola mail con l’intenzione di dire:. "Caro X, ti ringrazio tanto, apprezzo che hai fatto tutta questa strada, ma credo davvero che dovresti cercare da qualche altra parte. "
Sullo sfondo, però, il DVD continuava a scorrere quando un momento della storia attira la mia attenzione: Josemaría si stava rivolgendo ad un nutrito gruppo di persone, forse in Cile o in Argentina, quando una ragazza alza la mano e dice:
E Josemaría dice: "Sì, prego."
E lei: "Mi piacerebbe convertirmi al cristianesimo".
E lui: "Sì?"
E lei: "Ma i miei genitori sono ebrei e non sono molto felici all'idea."
Josemaría, senza batter ciglio, dice: Oh mia cara, no, no, onorare i tuoi genitori è molto, molto caro a Dio, Dio non ti chiede di disonore i tuoi genitori, di fare infelici i tuoi genitori. Assolutamente no! Cosa senti nel tuo cuore è ciò che senti nel tuo cuore. No, no, no, non turbare i tuoi genitori... - Non fare stare male i tuoi genitori. Non c'è assolutamente bisogno di questo.
Guardando in quel momento il video ho pensato: ".. Che momento meraviglioso che inaspettato e meraviglioso momento, in particolare da un'organizzazione che tutti pensano che sia tenuta a dire il contrario"
Ho guardato il computer e ho pensato: «Aspetta un minuto». Ho spento il DVD . Ho smesso di scrivere la lettera e mi sono messo a buttare giù una sceneggiatura in cui Josemaría incontra un uomo che sta morendo, uno che conosce già da prima, che gli dice che è ebreo e sta pensando di convertirsi.
Ho scritto tutta la scena, pensando per tutto il tempo: "Voglio veramente vedere questo in un film, ma non ci riuscirò mai se non faccio io questo film? In quale altro film si potrebbe inserire una scena così?"
Al posto della mail che stavo per scrivere, ho scritto invece: "Caro X, sono davvero interessato a questo progetto, a condizione che io possa seguire i miei schemi e che tu non ti aspetti da me che obbedisca ad una linea politica e che tu accetti il fatto che io non sono un genio ma che farò del mio meglio, ma seguendo la mia verità. Se sei d’accordo mi piacerebbe molto realizzare questo progetto. "
Questo è più o meno quello che è successo. Non avevo idee precostituite su Josemaría; qualche conoscenza certamente, ma la cosa più importante l’avevo saputa in quel momento guardando il DVD che aveva fatto suscitato la voglia di fare il film.
Mi sono confrontato con la storia di un uomo che ho capito di rispettare davvero molto. In realtà, più che semplicemente rispettarlo, ho sentito intimamente che egli custodiva nello scrigno della sua vita qualcosa di prezioso: la storia della sua lotta che parla a tutti gli esseri umani in un modo meraviglioso! e questa è la storia che volevo raccontare, e questo è ciò di cui parla il film.
La guerra civile spagnola, naturalmente, è stata altrettanto complessa da affrontare. Sarebbe stato facile schierarsi, ma ciò avrebbe tradito lo spirito con cui ho voluto raccontare questa storia.
La Storia è notoriamente di parte, scritta dai vincitori e riscritta dai vinti. Molti semplicemente fanno propri la voce o il mito che trovano più gradevole al palato e sono sicuro che dovremo combattere opinioni diverse su ciò che l'Opus Dei è, o era, su chi era Josemaría e su quello che veramente abbia “riguardato” la guerra civile spagnola.
Ho voluto mostrare ciò che stava accadendo in Spagna durante la guerra civile senza partigianeria. In effetti la Spagna stava attraversando, in un periodo di tempo molto confuso, una situazione, per esempio, come quella attraverso la quale era passata la Gran Bretagna, e che aveva risolto in un centinaio di anni.
La rivoluzione industriale, le assolutiste ideologie di classe con in più, per la Spagna, la perdita dell'impero e l'instabilità economica - in Spagna le cose si sono evolute in maniera più assolutista, tutto più in bianco e nero. In realtà è stato molto facile per la società spagnola rompere col passato e molto facile - nel pensiero del tempo – dividersi su prese di posizione totalmente opposte in merito alla giustizia sociale, al ruolo della Chiesa e così via.
Alla fine, come è tipico di queste tensioni sociali, i punti di vista più estremi hanno iniziato a polarizzare l’opinione pubblica. Con il centro indebolito, i due poli opposti cominciarono a diventare più forti.
Entrambe le parti nella guerra civile spagnola avevano degli ideali e il senso della loro virtù. In comune con i movimenti politici simili nel resto d'Europa, le persone di entrambi gli schieramenti hanno cominciato a demonizzarsi l’un l’altro.
Ma ciò che in Europa era diventato divisioni politiche in Spagna è divenne guerra fratricida e lasciò cicatrici psicologiche profonde e difficili da guarire. Ciò che accadeva in Spagna aprì profonde ferite e davvero divise le famiglie nel modo più doloroso e straziante.
I fratelli hanno fatto scelte diverse, ma questo significa che non sono più fratelli? Se vuol dire che non sono più fratelli - se siamo disposti a uccidere i nostri fratelli per amore di ciò in cui crediamo - allora come ci interroga questo sul valore delle nostre scelte?
--ZENIT: Aver lavorato su questo film ha in qualche modo influenzato la tua vita personale?
--Joffé: Permettimi di rispondere alla domanda nel modo seguente: In realtà non sono molto religioso ma mi è stato chiesto di scrivere su un uomo che lo era.
Ho dovuto fare un passo indietro e dire: "Quando scrivo di Josemaría, devo attribuire un grande valore - completamente, onestamente e sinceramente - a tutto ciò che Josemaría mi dice e per cui è vissuto, e che riguardava la sua straordinaria esperienza religiosa . Devo leggere la sua esperienza religiosa senza pregiudizi, onestamente; devo solo lasciare che mi guardi in faccia."
Ho letto molto sulla esperienza religiosa. Ero commosso e felice di scoprire quanti scienziati (fisici in particolare) sono stati profondamente coinvolti nella esperienza di Dio, e sono ho scoperto con sorpresa che l’opposizione tra scienza e religione che è tanto diventata tanto di moda nel nostro tempo, era in realtà falsa.
Arrivai a capire la grande scoperta della fisica moderna che il nostro senso della realtà si basa su dei modelli di essa che facciamo nel nostro cervello, ma che ci sono quindi molti modelli della realtà.
Molti di loro non sono sufficienti a spiegare tutte le cose, ma adatti a spiegarne alcune: esse ci offrono un nuovo modo di intendere ciò che di fatto è realtà o le realtà possono essere e che questa comprensione non esclude l'idea di Dio o di una dimensione spirituale del grandioso universo che abitiamo, ma piuttosto che il modo in cui la scienza ci ha portato a ridefinire e reinterpretare ciò che è vero ci offre anche la possibilità di reinterpretare e ridefinire lo spirituale.
Io probabilmente non saprò per alcuni anni come questa esperienza mi ha influenzato. Penso che qualcosa di profondo prende un po' di tempo per rivelarsi per quello che realmente è.
Pertanto, ho trovato una cosa molto strana oltre le riprese di "There Be Dragons", che è questa, piuttosto che essere un' esperienza solitaria, come ho pensato possa essere, l' ho trovata estremamente coinvolgente e per niente isolata.
Per improvvisamente pensare: "Beh lasciatemi mettere da parte le mie risposte semplici e solo vivere con la domanda", è stato per me meravigliosamente avvincente e mi ha fatto sentire molto, molto vicino a questo processo di vivere in un modo che non credo di aver provato prima. E ora non sono sicuro dove potrebbe portare.
Jesús Colina, ZENIT
Trailer: "There Be Dragons"
Oltre informazione: www.therebedrangonsfilm.com