La Chiesa nel terzo millennio. Anima Sacerdotale e mentalità laicale nel pensiero del Beato Josemaría Escrivá

“Sono molto contento di iniziare i lavori di questo convegno di studio nel centenario della nascita del Beato Josemaría Escrivá.” Così il Cardinale De Giorgi ha aperto il Convegno di studio tenutosi a Palermo presso l’Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sicilia il 13 aprile 2002, alla presenza di un folto pubblico.

“L’Opus Dei è a Palermo da oltre cinquant’anni. Ed è stata una presenza feconda di bene, alimentatrice di speranza, suscitatrice di fedeltà alla vocazione cristiana. Il tema del laicato è centrale per la vita della Chiesa oggi”. In questo modo il Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo di Palermo, ha voluto salutare i partecipanti intervenuti al Convegno di studio: “La Chiesa nel terzo millennio. Anima sacerdotale e mentalità laicale nel pensiero del Beato Josemaría Escrivá”. “C’è un incontro in profondità tra il messaggio del fondatore dell’Opus Dei e l’insegnamento di Giovanni Paolo II,- ha aggiunto il Cardinale - quale è consegnato, ad esempio, nella lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, dove ha ricordato che l’ideale della perfezione cristiana ‘non va equivocato come se implicasse una sorta di vita straordinaria, praticabile solo da alcuni “geni” della santità ’, ed ha aggiunto: ‘ è ora di riproporre a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana ordinaria’.”

Il Preside della Facoltà, Mons. Cataldo Naro, nel porgere il suo saluto ai partecipanti, ha voluto evidenziare l’importanza del Beato Escrivá nella storia della Chiesa nel Novecento: “L’insegnamento del beato secondo cui la terra è un cammino per il cielo e l’esistenza di ogni cristiano, pur con i suoi limiti e i suoi pesi, può diventare la casa in cui abita il Figlio di Dio fattosi uomo, mi sembra respirare questa grande tradizione bimillenaria della Chiesa che nel Novecento è stata riletta e ricompresa con novità di accenti.”

Ha aperto i lavori del convegno Mons. Salvatore Di Cristina, Vescovo ausiliare e Vicario generale della Diocesi di Palermo: con la prolusione sul ministero sacerdotale al servizio dei fedeli laici, ha messo in evidenza l’instancabile zelo sacerdotale del Beato Josemaría che “lo portò, in più di cinquant’anni, ad avvicinare centinaia di migliaia di persone di ogni età e condizione”. Mons. Di Cristina – che ha conosciuto il Beato – lo ha ricordato come “una personalità sacerdotale consapevole del proprio dono e ruolo specifico”.

Nella seconda parte del Convegno il Prof. Gaetano Lo Castro, ordinario di diritto ecclesiastico presso l’Università La Sapienza di Roma, ha posto l’accento sul messaggio del beato riguardo il ruolo dei laici: “Quel messaggio - ha aggiunto, rifacendosi all’insegnamento del Vaticano II - riguardava non una parte della Chiesa, ma tutti i fedeli in essa, indipendentemente dal loro stato di vita e dalla loro condizione giuridica specifica: proprio per questo la chiamata alla santità era ed è “universale”.

Nell’intervento conclusivo, don Giambattista Torellò, che fu il primo sacerdote dell’Opera a recarsi a Palermo, oltre cinquant’anni fa, ricordando che il Beato Josemaría ripeteva che l’Opus Dei è al servizio della Chiesa, ha sottolineato che “…quante più vocazioni ci sono nell’Opera in una diocesi, tanto più vi sarà impegno cristiano e frutti di conversione, proprio perché il nostro fondatore voleva che i suoi figli fossero sale, lievito lì dove si trovavano”.