Video: Jérôme Lejeune e san Josemaría all’Università di Navarra

Jérôme Lejeune (13 giugno 1926 – 3 aprile 1994), scopritore della causa della sindrome di Down, fu proclamato dottore honoris causa presso l’Università di Navarra (Pamplona), alla presenza di san Josemaría, che ricopriva il ruolo di Gran Cancelliere. Pubblichiamo un breve video e un articolo preso da Studia et Documenta in cui si ripercorre il giorno della proclamazione.

Il Rettorato dell’Università di Navarra, il 18 ottobre del 1973, in accordo con i centri, inviò una relazione che conteneva cinque nominativi; e il 22 ne inviò un’altra nella quale Lejeune era il secondo (il primo era Hengsbach), prima di ricevere una nota dalla Cancelleria con data del 21, nella quale si proponeva al Rettorato la possibilità che fosse Lejeune[1]. Il che vuol dire che, in questa occasione, tanto la Cancelleria quanto il Rettorato proposero la stessa persona nello stesso tempo.

Jérôme Lejeune nacque nel 1926 a Montrouge (Francia). Conseguì il dottorato in Medicina nel 1951 e in Scienze Naturali nel 1961. Nel 1952 iniziò a lavorare nel Centro di Ricerche Scientifiche di Parigi, dove divenne direttore della ricerca. Nel 1964 fu nominato professore titolare della Cattedra di Genetica Fondamentale dell’Università di Parigi, e un anno dopo, capo del Servizio di Genetica Fondamentale dell’Hopital des Enfants Malades. Nel 1968, assunse l’incarico di direttore esecutivo dell’Institut de Progénèse, e due anni dopo venne nominato decano dell’Unité d’Enseignement et de Recherche.

«Il professor Lejeune fonda la Clinica Citogenetica quando verifica che una sindrome – quella di Down, il mongolismo – è il risultato di una alterazione del cariotipo umano: la presenza triplicata dell’elemento 21. Scopre la prima traslocazione nel cromosoma umano. Scopre la selezione del braccio corto del cromosoma 5, che determina la sindrome cri del chat. Ipotizza il fenomeno della anomalia della ricombinazione. Redige una minuziosa analisi comparativa dei cariotipi dell’uomo e dei primati superiori». [2]

È stato nominato membro della Società Reale di Medicina di Londra e dell’Accademia Nordamericana di arti e Scienze di Boston. Ha coperto importanti funzioni internazionali nell’Organizzazione Mondiale della Salute. Gli sono stati concessi numerosi premi[3], e le sue pubblicazioni al momento della proclamazione superavano il centinaio[4].

A Lejeune il dottorato Honoris causa venne concesso dalla facoltà di Medicina e il ruolo di padrino venne ricoperto dal suo decano, Eduardo Ortiz de Landázuri[5]. Nel curriculum allegato alla proposta della cancelleria, veniva esposto il motivo principale per il quale era proposto come candidato:

«Ha saputo difendere con fermezza la vita umana e la dignità della persona umana sin dal primo momento della sua esistenza. Nella sua cattedra di genetica Fondamentale di Parigi, nell’Accademia di Scienze Morali e Politiche della capitale francese, come presidente e fondatore della Società Laissez-les-vivre, o con tutte le sue numerose iniziative internazionali, il dott. Lejeune ha difeso – come frutto della più rigorosa ricerca genetica – la necessità di proteggere la vita umana sin dal momento del concepimento».[6]

Nel corso della stessa cerimonia di investitura, nel suo discorso, Hengsbach aveva detto «mi unisco all’applauso dell’Università di Navarra al professore Lejeune»[7]. In effetti, si può dire che la concessione della laurea honoris causa a Lejeune fosse un riconoscimento alla difesa della vita[8].

Il Gran Cancelliere, san Josemaría, così parlò dei nuovi dottori: «Questo impegno personale a favore della verità e della vita, dei quali hanno dato testimonianza mons. Hengsbach e il prof. Lejeune, si accorda con quella dei grandi Maestri di ogni tempo, che non si sono lasciati trascinare da ambienti superficiali, né si sono fatti ingannare dal miraggio della facile novità. Il loro esempio è un notevole e incoraggiante stimolo, nel momento in cui (…) l’umanità si dibatte nel mezzo di una tremenda burrasca».[9]

Quando la Cancelleria avanzò al Rettorato la proposta di conferire la laurea a Lejeune, aveva così argomentato: «Difende molto attivamente i principi cristiani in questioni di importanza capitale per la società»[10]. Nel suo discorso, il Gran Cancelliere esaltò la «ferma difesa della vita umana da parte del prof. Lejeune»[11].

La difesa dei principi cristiani nell’esercizio e dall’esercizio della professione era pienamente in linea con lo spirito dell’Opus Dei e, quindi, uno degli insegnamenti che l’Università di Navarra voleva trasmettere agli studenti. Così, il proponente fece risaltare come il professore Lejeune lottasse «contro la legge per la legalizzazione dell’aborto, con le più sottili considerazioni scientifiche, frutto della più rigorosa ricerca genetica», e per questo disse: «la Facoltà di Medicina prova una straordinaria gioia nel proporre il professor Lejeune come partecipe del suo stesso impegno e degli stessi ideali»[12].

Lejeune è stato un esempio di scienziato cattolico valoroso e coerente che difese, nell’ambito dell’esercizio della sua professione, la legge naturale e la dottrina della Chiesa. Forse per questo, il Gran Cancelliere disse:

«L’università sa che la necessaria obiettività scientifica rifiuta giustamente ogni neutralità ideologica, ogni ambiguità, ogni conformismo, ogni viltà: l’amore alla verità impegna la vita e l’intero lavoro scientifico, e sostiene il suo tempio di onorabilità in tutte le più scomode situazioni, perché a tale compromessa rettitudine non corrisponde sempre il favore della pubblica opinione».[13]

L'articolo originale, “I primi dottori honoris causa dell’università di Navarra (1964 - 1975)”, è stato pubblicato su Studia et Documenta 8 (2014).


[1] Cfr. AGUN, Comunicazioni interne del Rettorato alla Cancelleria, nn. 574/73, 18 ottobre del 1973 e 593/73, 22 dell’ottobre del 1973; Comunicazioni interne della Cancelleria al Rettorato, n. 3499/73, 21 dell’ottobre del 1973.

[2] Discorso pronunciato dal proponente, dott. D. Eduardo Ortiz de Landázuri, decano della Facoltà di Medicina, in onore del premiato dott. D. Jerôme Lejeune, in Discorsi pronunciati nell’atto accademico di investitura della laurea honoris causa di mons. Dott. Franz Hengsbach, Essen; prof. Dott. Jerôme Lejeune, Parigi, pp. 19-21. 192).

[3] Tra gli altri, il premio Jiean Toy (1961), la medaglia d’oro della Ricerca Scientifica (1961), il premio Kennedy (1962), il premio William Allan (1969) e il premio scientifico Città di Parigi (1971).

[4] Cfr. Discorso pronunciato dal Proponente, dott. D. Eduardo Ortiz de Landázuri, decano della Facoltà di Medicina, in onore del premiato dott. D. Jerôme Lejeune, in Discorsi pronunciati nell’atto accademico di investitura della laurea honoris causa di mons. Dott. Franz Hengsbach, Essen; prof. Dott. Jerôme Lejeune, Parigi, p.20. Curriculum vitae di Jerôme Lejeune, AGUN, Allegato della Comunicazione interna della Cancelleria al Rettorato, n. 3449/73, 21 ottobre 1973. Su Lejeune, cfr. Clara Lejeune, dott. Lejeune: l’amore per la vita, Madrid, Palabra, 1999; Clara lejeune-Gaymard, La gioia di vivere: Jerôme Lejeune, mio padre. Madrid, Rialp, 2012; Anne Bernet, Jerôme Lejeune, Parigi, Presses de la renaissance, 2004.

[5] Sino ad allora si era seguito l’uso delle università spagnole di concedere il dottorato in facoltà nelle quali il candidato non fosse già laureato. Tuttavia, questo criterio veniva subito cambiato, se l’interessato lo chiedeva espressamente.

[6] AGUN, Allegato alla Comunicazione interna della Cancelleria al Rettorato, n. 3449/73, 21 ottobre del 1973.

[7] Discorso di Hengsbach, «Il Nostro tempo», p.19.

[8] Se la necessità di difendere la vita oggi non ha perso la sua urgenza, in quegli anni l’urgenza era particolare, forse per il fatto che erano gli anni nei quali l’aborto era reclamato per la prima volta in pubblico come un diritto della donna, come uno dei risultati della rivoluzione sessuale. Altri componenti catalizzatori della citata rivoluzione fu la generalizzazione dell’uso della pillola anticoncezionale, che rese necessario, il 25 giugno del 1968, la pubblicazione da parte di Paolo VI dell’enciclica Humanae vitae. La rivolta che questa enciclica causò in ambienti cattolici si può considerare come motivo – tra altri – di quanto fosse necessaria la sua pubblicazione.

[9] Discorso del Gran Cancelliere, Ecc.mo e Rev.mo Mons. D. Josemaría Escrivá de Balaguer, in Discorsi pronunciati nella cerimonia accademica di investitura della laurea honoris causa a mons. Franz Hengsbach, Essen; prof. Jerôme Lejeune, Parigi, p.28. La Gaceta del Norte, inoltre, sottolineò l’esemplarità dei due nuovi dottori: «Uno stesso impegno nella difesa della vita e della dignità umana unisce il lavoro scientifico delle personalità che ieri hanno ricevuto l’investitura (…). Su questa linea esemplare i due nuovi dottori hanno continuato a lavorare, l’uno come pastore di anime e l’altro come ricercatore della natura umana». «Franz Hengsbach e Jerôme Lejeune, dottori honoris causa per la loro difesa della fede e della vita», La Gaceta del Norte, 10 maggio 1974. Da parte sua, José Antonio Vidal-Quadras notò «negli occhi e nel sorriso del Gran Cancelliere, una particolare gioia per monsignor Hengsbach e per il professore Lejeune. Si vedeva che erano a proprio agio, come persone che si capiscono: i tre sono uomini che hanno passione per la verità» (Vidal-Quadras, Hengsbach e Lejeune, pag. 54). Lejeune era il secondo dottore honoris causa dell’Università di Navarra del quale, dopo la sua morte, si sarebbe aperta la causa di canonizzazione. Il primo è stato Braga de Cruz.

[10] AGUN, Comunicazioni interne della Cancelleria al Rettorato, n. 3449/73, del 21 ottobre del 1973. Un allegato diceva: «Alvaro de Amo è stato con lui nel suo laboratorio di Parigi nel corso del mese di settembre del 1962. Lo invitò a partecipare alla VII Giornate di Genetica Luso-Spagnole, che ebbero luogo qui (Università di Navarra) nel mese di ottobre del 1970. Vi andò molto volentieri. Tenne una lezione magistrale “Sulla natura genetica degli uomini”. Diede, inoltre, una lezione alla Facoltà di Medicina. Continua ad essere in corrispondenza con Alvaro».

[11] Dopo la cerimonia di investitura, il Gran Cancelliere, san Josemaría, intraprese un viaggio di catechesi in diversi paesi dell’America latina – Brasile, Argentina, Cile, Perù, Equador e Venezuela –, dal 22 maggio fino al 31 agosto; lì, in diverse occasioni, rifiutando l’aborto citò Lejeune.

[12] Parole pronunciate dal Proponente, dott. D. Eduardo Ortiz de Landázuri, in Discorsi pronunciati nella Cerimonia accademica di investitura della laurea honoris causa a mons. Dott. Franz Hengsbach, Essen; prof. Dott. Jerôme Lejeune, Parigi, p.21. Iosé Antonio Vidal-Quadras scrisse nella rivista «Mondo Cristiano»: «Un lottatore colossale che tiene in scacco i predicatori dell’aborto con le armi della scienza pura» (Vidal-Quadras, Hengsbach y Lejeune, p.55).

[13] Discorso del Gran Cancelliere, Ecc.mo e Rev.mo Mons. D. Josemaría Escrivá de Balaguer, in Discorsi pronunciati nella Cerimonia accademica di investitura della laurea honoris causa a mons. Franz Hengsbach, Essen; prof. Jerôme Lejeune, Parigi, p.28.