«Io, guarito per valorizzare il pianeta lavoro»

Parla il miracolato. Chiara Lubich: il carisma di Escrivá? La laicità. Saraiva Martins: santo di tutti

«Anche se avevo già ringraziato varie volte san Josemaría per la mia guarigione, oggi ho rinnovato la mia riconoscenza». Ha commentato così, domenica in piazza San Pietro, Manuel Nevado Rey, il medico chirurgo miracolosamente guarito nel 1992 da una radiodermite cronica per intercessione di Josemaría Escrivá.

«Oggi — ha aggiunto ancora il protagonista del miracolo riconosciuto dalla Congregazione per le cause dei santi per la canonizzazione —: a piazza San Pietro mi sono chiesto: perché proprio io? Io sono uno sconosciuto, ma un privilegiato di san Josemaría, quest’uomo universale che ha fatto un’opera immensa. Perché allora proprio io? Sono uno entusiasta del lavoro, ed avevo contratto una malattia proprio a causa del mio lavoro — è la risposta che si è dato Nevado Rey -. Dato che l’Opera cerca la santificazione degli uomini attraverso il lavoro quotidiano, con la mia guarigione forse il santo ha voluto sottolineare che è questa la strada che piace a Dio».

A sottolineare la vicinanza di Escrivá alla vita di oggi è invece il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei santi: "Canonizzando il fondatore dell’Opus Dei — ha spiegato — il Papa offre a tutti i cristiani un modello di santità molto attuale, estremamente importante e vicino a noi. Il nuovo santo appartiene a tutti i cristiani, sia come intercessore nelle loro necessità, che come modello di ispirazione per la loro vita".

Un aspetto particolare di questa canonizzazione è sottolineato da Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari. «Josemaría Escrivá - ha ricordato - è il primo santo fiorito da uno dei nuovi carismi che lo Spirito ha donato all’umanità nel XX secolo. Un carisma che ha anticipato i tempi preparando quell’ora dei laici scoccata col Concilio Vaticano II, e aprendo nel quotidiano la via della santità per tutti. Una prima volta che è anche invito a un nuovo slancio». «A lui — ha aggiunto Chiara Lubich — chiediamo che affretti l’ora della realizzazione del suo sogno, che è il sogno del Papa e anche nostro: che lo Spirito Santo continui ad inondare di carismi la Chiesa, perché risplenda il volto della Chiesa del Terzo Millennio: una Chiesa sempre più santa, sempre più amante, più accogliente, una Chiesa tutta Vangelo; una Chiesa che in questo mondo, oppresso da violenza e paura del futuro, porti un’invasione di quell’amore che edifica ovunque brani di fraternità e — come diceva il santo Escrivá — apre cammini divini sulla terra».

Avvenire