Il Prelato a Palermo

Tredici anni dopo il suo ultimo viaggio nell’isola, mons. Javier Echevarría è tornato nei giorni scorsi in Sicilia.

Nell'Aula Magna della Residenza Universitaria Segesta

Pur potendosi fermare soltanto a Palermo e per breve tempo (dal pomeriggio di venerdì 26, alla mattina di domenica 28 marzo), il Prelato dell’Opus Dei ha potuto incontrare quasi tutti i fedeli siciliani dell’Opus Dei in una serie successiva di brevi riunioni, più o meno numerose, che hanno coinvolto uomini e donne, di ogni età e condizione.

Come sempre accade in questi casi gli incontri si sono svolti in un clima di grande spontaneità e familiarità, con molte domande e altrettante risposte sui temi della fede, della Chiesa, della pratica quotidiana della vita cristiana, dell’impegno per santificare il lavoro e per assicurare ai figli un’educazione insieme rispettosa della loro libertà ma anche decisamente rivolta alla crescita nei valori.

In tutti gli incontri mons. Echevarría ha molto insistito sull’amore per la Chiesa e per il Papa. Ha più volte chiesto a tutti, con particolare insistenza e forza, di pregare per il Santo Padre, in particolare nei momenti attuali. “Pregate molto per lui, ha bisogno del nostro sostegno. Noi cristiani abbiamo l’obbligo di sostenerlo con la preghiera e con l’affetto”.

Ha anche incoraggiato le circa 400 persone – professionisti, impiegati e operai – che affollavano la palestra della Scuola Altavilla di Palermo, a sostenere le scuole che – sotto l’influsso dell’insegnamento di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opera – sono state create da genitori per assicurare ai loro figli un ambiente di crescita e di autentica formazione, dove la didattica e l’educazione degli alunni viene armonizzata con un adeguato coinvolgimento dei genitori, invitati a collaborare in prima persona.

Nella palestra del Centro Scolastico Altavilla

Più di una volta il Prelato ha poi ricordato il dovere di ogni cristiano di impegnarsi in un apostolato di amicizia e di confidenza – espressione cara a san Josemaría – con i propri colleghi di lavoro, familiari e conoscenti, al fine di diffondere con più efficacia lo spirito cristiano nella società. “Siamo corredentori – ha detto – e la corredenzione a cui il Signore ci ha chiamato deve essere vissuta in ogni momento; dobbiamo essere fedelissimi nella vita di pietà, nella vita di lavoro, nella fraternità”.

Non è mancato un forte incoraggiamento a vivere la Settimana Santa unendosi al Signore nel cammino della Croce, con spirito di penitenza e di riparazione. In un incontro con alcune professioniste, soffermandosi sul valore della preghiera, ha detto: “Quando riusciamo a fare le cose bene, è giusto essere contenti, ma senza dimenticarsi che ciò accade anche perché preghiamo gli uni per gli altri e molti pregano per noi. La Comunione dei Santi, nella Chiesa e nell’Opera, è un aiuto molto potente per aiutarci a portare a buon fine le cose in cui siamo impegnati”.

Il Prelato con una famiglia di Palermo

La mattina del giorno 28, domenica delle Palme, prima del rientro a Roma, il Prelato ha celebrato la Santa Messa nella cappella della Residenza Universitaria Mediterranea; nel corso dell’omelia ha voluto ricordare ai presenti anche un anniversario particolarmente intimo, tanto più nell’anno sacerdotale: l’ordinazione sacerdotale del fondatore dell’Opus Dei, avvenuta a Saragozza il 28 marzo di 85 anni fa, momento iniziale di un sacerdozio che – per la grazia di Dio – ha portato alla Chiesa tanti frutti di santità cristiana.