Il Fondatore dell’Opus Dei che anticipò le novità del Concilio

“Mons. Josemaría Escrivá predicava che tutti i cristiani, sacerdoti e laici, sono chiamati alla santità nella vita normale”. Articolo tratto da L’Eco di Bergamo del 27 febbraio 2002.

La chiamata di Dio, dicono le sue biografie, gli giunse mentre da ragazzo quindicenne, in un freddo inverno del Nord della Spagna, stava guardando le orme lasciate sulla neve dai piedi nudi di un religioso. Seguendo quelle impronte, a Logroño nel 1917, Josemaría Escrivá iniziò il cammino verso l'impegno religioso che lo avrebbe portato a elaborare un approccio nuovo all'impegno cristiano e a fondare a Madrid nell'ottobre 1928 l'Opus Dei, divenuto con il passare degli anni uno delle più incisive istituzioni cattoliche dell'epoca attuale. Promossa «prelatura personale» nel 1982 da Giovanni Paolo II l’Opera ha suscitato grandi simpatie ma anche grandi avversioni.

Ora che Escrivá diventerà santo domenica 6 ottobre sembrano ormai lontane le polemiche che accompagnarono dieci anni fa la sua beatificazione il 17 maggio 1992. Morto il 26 giugno 1975 a Roma, c'erano voluti solo 17 anni per portarlo agli onori degli altari con la beatificazione. Troppo pochi, secondo gli oppositori dell'Opus Dei, che trovavano nella rapidità dei tempi un'ulteriore riprova di quanto fossero vasti i poteri dell'Opera. «Oggi c'è un atmosfera radicalmente mutata, conferma il postulatore della causa mons. Flavio Cappucci. In dieci anni sono stati pubblicati una settantina di titoli sull'Opus Dei. L’Opera è meglio conosciuta così come è meglio conosciuta la figura del suo fondatore. In questo periodo ci sono stati 125 mila favori attribuiti alla sua intercessione, e la canonizzazione è sentita solo come un evento ecclesiale».

L'idea di base di Josemaría Escrivá, spiegata nel suo libro più noto «Cammino», è che tutti gli uomini e le donne possono raggiungere la santità, vivendo il lavoro e le attività quotidiane con spirito cristiano. Un'idea rilanciata alla grande dal Concilio (1962/65) e che ha attirato all'Opus Dei decine di migliaia di persone in tutto il mondo, specie latinoamericane e anche l'innegabile sintonia di Papa Wojtyla il quale ha partecipato a tutto il Vaticano II e che è profondamente convinto dell'universale chiamata di tutti i credenti alla santità.

Josemaría Escrivá nacque a Barbastro il 9 gennaio 1902, in una famiglia profondamente cristiana. Ebbe 5 fratelli, di cui tre morirono piccoli. Nel 1915 si trasferì a Logroño: avrebbe dovuto lavorare nell'impresa tessile del padre ma la sua vita ebbe una svolta e decise di farsi prete, pur continuando a studiare legge. Fu ordinato sacerdote il 28 marzo 1925. Si trasferì a Madrid dove fondò l'Opus Dei, alternando l'impegno nell’Opera a quello pastorale negli ospedali e al servizio dei sofferenti. Negli anni della guerra civile spagnola, 1936/39, fu costretto a fare il sacerdote clandestinamente e poté tornare a Madrid in piena libertà nel 1939. A Roma si laureò in Teologia alla Lateranense. Segui con grande attenzione i preparativi e le sessioni del Concilio. Viaggiò moltissimo nel mondo per proporre la sua idea di santità e per consolidare l'Opus Dei. Dopo la morte nel 1975 molti vescovi sollecitarono 1’apertura della causa canonica. Nel 1992 il Papa lo beatificò con una cerimonia alla quale parteciparono 300 mila persone.

Eco di Bergamo