Il card. Caffarra al centro “L’Arengo” di Bologna

Uniti nella Chiesa per una Nuova Evangelizzazione che parte da tutti i diversi ambienti sociali.

‹‹Cosa vuol dire ‘evangelizzare’? E’ un narrare con semplicità a chi ci sta intorno la nostra realtà gioiosa: irradiare la gioia di un incontro che ha cambiato la nostra vita, laddove per incontro si intende meglio la consapevolezza che Cristo è colui che dà senso alla nostra esistenza!››. Sono queste le parole del cardinale di Bologna Carlo Caffarra, quando è venuto, domenica 5 febbraio, al centro “L’Arengo”, iniziativa apostolica dell’Opus Dei, in occasione del trentennale dalla sua apertura, per parlare del tema della Nuova Evangelizzazione.

Ad accoglierlo un folto pubblico di oltre un centinaio tra giovani e famiglie. Il Cardinale Caffarra, ha accolto con molto calore l’invito offertogli e ha mostrato di trovarsi a suo agio parlando davanti a un uditorio attentissimo.

‹‹Evangelizzare è una cosa molto semplice – ha cominciato il cardinale –, non ci vogliono persone che abbiano preso lauree specialistiche, anzi, è una cosa del tutto naturale››. Ha ricordato inoltre che la Fede che ci entusiasma e ci spinge all’apostolato non ha come termine delle formule razionali, ma la realtà ed è da questa che si deve partire.

Il cardinale ha parlato poi dei due modi di vivere il matrimonio: secondo l’indifferenza e il relativismo così comuni in questi anni o secondo l’ottica cristiana che fa giungere alla vera felicità. ‹‹Nel primo caso il matrimonio diverrà un mero contratto, che dura finché c’è un equilibrio tra il dare e l’avere, se uno dei due si accorge che dà di più rispetto a ciò che ottiene in senso di piacere finisce il contratto. Questo modo di mercificare porta solo allo scontento. Nel secondo caso se si vive alla luce di Dio si giunge alla vera felicità, perché il cristianesimo è gioia, non tedio, come si pensa erroneamente››.

Poi continua sorridendo: ‹‹Anche l’avere una famiglia numerosa ed essere fedeli al proprio coniuge è un’efficace e bellissima testimonianza››. Il cardinale ha mostrato quindi chi devono essere gli attori di questa Nuova Evangelizzazione: i laici. Essi sono tutti coloro che, grazie al loro carattere secolare (‹‹che non è negativo›› ha tenuto a sottolineare), possono portare Cristo nel mondo e nel loro ambiente, in famiglia e nel lavoro. ‹‹In particolare quest’ultimo aspetto del lavoro, voi dell’Opus Dei lo avete ben chiaro – sorride Caffarra – grazie alle grandi intuizioni di san Josemaría che, essendo santo, capiva prima di altri i problemi. Attraverso il lavoro potete costruire una “civitas” terrena adeguata alla persona umana››.

Da ultimo ha indicato i mezzi di cui occorre servirsi per coltivare una vita interiore profonda che si propaghi agli altri: il Catechismo della Chiesa Cattolica, e per i giovani You Cat, catechesi per adulti (‹‹basta con questa catechesi “puerocentrica”!›› ha commentato) e i testi del Concilio Vaticano II. ‹‹Usiamo i testi del Concilio, non i libri che commentano i testi. Ci sono parti importantissime e molto interessanti per tutti noi: le Costituzioni che trattano sulla liturgia, sulla Chiesa, sulla Parola di Dio e sul rapporto tra Chiesa e mondo››.