Massimo di Faenza, in vista della sua decima settimana di studi, sottolinea le difficoltà iniziali: «Non è facile pianificare la partecipazione alle giornate di studio. Il lavoro e la famiglia a volte sembrano remare contro. Per questo motivo mi è capitato – direi sempre – di partire un po' con l’acqua alla gola. Ma tutto passa appena arrivo a destinazione. Sono giorni per me irrinunciabili: dove la trovo un’occasione così per dedicarmi totalmente alla mia formazione, in un clima di vera famiglia? Potrei dire una formazione fraterna h24: quella che mi viene offerta attraverso le lezioni e quella che mi arriva, inaspettatamente ma sempre puntuale, dai miei fratelli. Fin dalla mia prima convivenza ho capito che la bellezza della settimana di studio per me era proprio questa: assaporare come il carisma dell’Opera si incarna alle diverse latitudini del mio paese (e non solo), da nord a sud, da Urio a Calarossa, passando per Napoli e ritorno. Facendo cosa? Pranzando insieme, una passeggiata o una nuotata in compagnia, una partita di calcio o un giro in canoa, una tertulia con fratelli anziani che hanno incontrato nostro Padre e che me lo fanno conoscere con i loro vivaci racconti. La prossima sarà la mia decima settimana di studi, e non vedo l’ora».
Giovanni, dentista, si rivolge a chi potrebbe essere in dubbio sull’opportunità di partecipare a queste giornate: «Se tu che stai leggendo sei un soprannumerario che non ha mai frequentato le giornate di studio, beh non sai quello che ti perdi!
Sono un soprannumerario di 37 anni, sposato, con due figli piccoli. Avendo frequentato sia giornate di studio specifiche per under 50 che generiche, posso dire serenamente che la settimana di studio, ancora di più del ritiro annuale, è il momento game changer per vivere lo spirito di famiglia, caposaldo nella vita nell’Opera.
In particolare, per me che non vivo così vicino ad un centro (un’ora di distanza), frequentare la settimana di studio con fratelli da tutta Italia, seppur togliendo giorni di ferie familiari, mi ricorda che l’Opera e il suo spirito non si limita al mio centro locale, ma è universale».
Niccolò apprezza la possibilità di vivere dei momenti insieme: «Per me gli aspetti più importanti della convivenza sono la vita di famiglia e i momenti di preghiera fatti bene e senza fretta. Nelle giornate di studio a cui ho partecipato lo scorso anno, molto incentrate sulla vita di famiglia, ho notato che si è passati dal fare un certo numero di lezioni a lasciare tanti momenti per noi come comunità. Questo è stato fenomenale perché nella vita di ogni giorno non riusciamo a passare tanto tempo insieme tra soprannumerari della stessa città e meno che mai tra soprannumerari di differenti età».
Fabio, private banker, padre di quattro figli e nonno di cinque nipoti, sottolinea anche le semplici gioie più concrete di queste occasioni: «Apprezzo molto le giornate di studio perché ho la possibilità di vivere del tempo di qualità con Dio, facendo con cura il piano di vita, e con i fratelli nell’Opera, conoscendo nuove persone o approfondendo amicizie già nate, ma anche perché posso dormire un’ora in più e non devo pensare a cosa mangiare, grazie alla cura dell’amministrazione e delle persone che si occupano degli aspetti logistici».
Sandro, professore di storia e filosofia, spiega come nelle giornate di studio si possa dare un volto alle persone per cui si prega durante l’anno: «Le giornate di studio sono per me una possibilità straordinaria perché mi fanno vivere alcuni giorni gomito a gomito con un gruppo di fratelli per i quali ho pregato ogni giorno nelle preci. La cosa bella è che in queste occasioni ho l’opportunità di trasformare le intenzioni di preghiera in persone dai volti ben connotati e personalità definite, condividendo il medesimo spirito, momenti di preghiera e formazione intensa, di svariate esperienze apostoliche ma anche di svago e riposo. Altro aspetto che ritengo attraente è rappresentato dalla qualità elevata della formazione che si riceve in campo teologico, ma anche in ambito umanistico a trecentosessanta gradi (virtù, questioni etiche, bioetiche, giuridiche …)».
Alberto racconta quanto è bello condividere momenti semplici come un aperitivo: «Le giornate di studio sono, nella mia personale storia, l’appuntamento con la A maiuscola, dove si può fare il pieno di spirito di famiglia. Tengo a sottolineare questo aspetto come primo, perché nel corso della mia vocazione, oggi più che in passato, stare insieme come famiglia e quindi come fratelli è sempre meno facile. Non a caso ci si riferisce a queste giornate di studio anche come a «convivenze». Nei giorni in cui si sta insieme si hanno quelle occasioni di confidenza e vera amicizia che ti fanno sentire a casa. Sia durante la gita o anche solo in un aperitivo la nostra compagnia apre a molti consigli preziosi di cui ciascuno ha bisogno».
Eugenio crede che queste attività aiutino a sognare: «Uno degli aspetti più importanti delle settimane di studio è la possibilità di vivere più intensamente la fraternità. Il fatto di stare insieme per lungo tempo con persone dell’Opera, alcune conosciute, altre meno, consente di apprezzare meglio che siamo una famiglia spirituale nella Chiesa. Nel tempo libero, nelle tertulie, nello scambio di esperienze nei diversi momenti della giornata si comprende sempre meglio l'importanza dell'amicizia personale e del poter condividere le stesse speranze ed i sogni apostolici. Tornando a casa uno si rende conto di quanto sia importante trovare del tempo per vivere queste stesse esperienze con le persone del gruppo».