Escrivá, Fondatore dell´Opus Dei, sarà canonizzato il 6 ottobre; Padre Pio il 16 giugno

Articolo pubblicato su La Stampa il 27 febbraio 2002.

Padre Pio sarà santo il 16 giugno prossimo; mentre l´altro grande beato di questa «infornata» di canonizzazioni decisa dal Concistoro di ieri, Josemaría Escrivá, compirà l´ultimo passo verso la santità domenica 6 ottobre 2002. Il frate di San Giovanni Rotondo giungerà al traguardo della celebrazione romana, che si presume sarà incredibilmente numerosa, dopo diciannove anni di «causa». Il 18 dicembre 1997 Giovanni Paolo II lo aveva proclamato venerabile in seguito al riconoscimento della «eroicità delle virtù». Lo stesso Papa, il 2 maggio 1999 lo ha proclamato beato.

Un percorso quasi naturale, se si considera la venerazione da cui è stato circondato da sempre; e per certi versi straordinario, se si considerano gli ostacoli e la diffidenza della Chiesa ufficiale nei suoi confronti. Difficoltà e sospetti che ha conosciuto nella sua esistenza anche l´altro beato «eccellente», Josemaría Escrivá, e la sua «Opera», l´Opus Dei; alimentate da non pochi nemici, dentro e fuori la Chiesa. «Si è dissipato un clima di diffidenza» - ha detto ieri il Postulatore di Escrivá, mons. Flavio Capucci «nei dieci anni passati dalla beatificazione la sua figura è stata sempre meglio conosciuta». Mons. Capucci ha citato la cifra impressionante di centoventicinquemila «narrazioni» di favori attribuiti alla sua intercessione, e giunti al Postulatore, segno di una devozione popolare crescente.

Ma Padre Pio e Josemaría Escrivá non erano i soli personaggi del Concistoro di ieri; altri due nomi sono strettamente legati all’attualità, perché Giovanni Paolo II si recherà a celebrare la cerimonia di canonizzazione nelle loro terre natali, il Messico e il Guatemala. Il Pontefice a fine luglio (dal 23 al 28) volerà a Toronto, per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Da lì il 30 luglio si trasferirà in Messico, e eleverà agli onori degli altari Juan Diego, l´indio che nel 1516 ai tempi della colonizzazione spagnola vide la Madonna di Guadalupe, la «Morenita» come viene familiarmente chiamata, e iniziò il culto mariano più celebre e seguito del nuovo continente. Ma fatalità ha voluto che fra i nuovi santi vi sia anche un guatemalteco, il beato Pedro De San José De Betancur. Una coincidenza che ha fatto allungare di una tappa il viaggio di ritorno del Papa dall’America. Il 31 luglio infatti farà tappa a Città del Guatemala, per la canonizzazione, prima di fare rientro a Roma il 1° agosto.

Il Concistoro di ieri ha riservato una sorpresa alle delegazioni dei nove beati; infatti in genere queste riunioni avvengono a porte chiuse. Ieri eccezionalmente anche i laici sono stati ammessi ad assistere alla lettura della «peroratio» del prefetto della Congregazione per le cause dei santi, il cardinal José Saraiva Martins, e alla proclamazione, in latino, del «nihil obstat» da parte del Papa. Per cui nella Sala Clementina, oltre a una settantina di cardinali, giunti dalle principali diocesi del mondo, oltre agli esponenti della Curia, c'era una folta delegazione di messicani, sacerdoti e laici, devoti di Juan Diego Cuauhtlatoazin, conosciuto come Juan Diego «de la Morenita»; altrettanto nutriti erano il gruppo di Padre Pio, una quarantina fra cappuccini e laici, e quello dei fedeli della prelatura dell´Opus Dei, 25 persone in tutto, fra sacerdoti, membri sposati e celibi guidati dal prelato dell´Opera mons. Javier Echevarría.

Il cardinale Saraiva Martins ha esaltato l´esemplarità con cui Padre Pio diresse innumerevoli anime, ed il modo nel quale insegnò a vivere il sacramento della Confessione. Del beato Josemaría Escrivá ha ricordato che fondò l´Opus Dei «per ispirazione divina» e «mosso dal desiderio di servire la Chiesa come deve essere servita». Hanno espresso la propria gioia per la canonizzazione di Escrivá, fra gli altri, la veggente di Fatima, suor Lucia, il cardinale Camillo Ruini, il postulatore della causa di canonizzazione di madre Teresa ed esponenti di associazioni e movimenti ecclesiali. Un legame particolare esiste fra l´Opus Dei e l´ordine carmelitano. La superiora del convento di Coimbra dove vive suor Lucia, la veggente di Fatima, scrive che la suora «condivide» il giubilo per la canonizzazione del fondatore dell'Opus Dei, che ella conobbe in vita e che «spinse» a dare inizio al «lavoro apostolico in Portogallo».

Marco Tosatti // La Stampa