Rosa Delmy Abrego vive a Soyapango ed è madre di due figlie adolescenti. La sua fa parte di quel 40% di famiglie salvadoregne nelle quali la donna deve sopportare tutto il peso della casa. Essa sa perfettamente quanto sia difficile ottenere un lavoro per sostentare la famiglia e quanto la povertà e la mancanza di cultura condizionino l’esistenza.
Tuttavia nella sua vita è avvenuto un cambiamento importante il giorno in cui ha saputo che poteva frequentare un corso di taglio e cucito. Imparare un mestiere nella sua stessa città, senza per questo essere costretta a disinteressarsi dell’andamento della casa, le era sembrato fino a quel momento una cosa impossibile. Le avevano detto che questi corsi si realizzavano nel Centro di abilitazione professionale Siramá-Prusia, e lì si diresse con la speranza di potersi preparare a un futuro migliore. Si iscrisse, e per avere un finanziamento dovette aprire un conto bancario, che le permise di acquistare le sue prime attrezzature di cucito: una macchina piana e una “interlock” per la confezione di camicette. “In poco tempo – ricorda – cominciai a vendere dozzine di capi nel settore abbigliamento del mercato di Soyapango. Si trattava di un primo piccolo passo, ma importante e che riempie di entusiasmo”.
In pochi mesi Rosa Delmy riuscì a rimborsare il prestito e ad aprire un proprio negozio. “Tutta questa roba – spiega – la confezioniamo qui, mia figlia, due altre operaie e io. Sono molto orgogliosa di aver studiato a Siramá”. Per arrivare a tanto, non è stato necessario frequentare le lezioni per molto tempo. In circa tre mesi ha imparato non solo taglio e cucito, ma anche nozioni su come aprire un negozio e andare avanti senza arenarsi. “Le lezioni di orientamento imprenditoriale – dice – mi hanno aiutato a capire che dovevo investire nell’acquisto di nuove macchine e dei materiali necessari per la mia attività e ora stiamo preparando una imminente espansione. Grazie a tutto questo – spiega Rosa Delmy -, oggi i miei guadagni sono aumentati e la mia vita è migliorata notevolmente”.
Per molte donne salvadoregne
Gli inizi di Siramá-Prusia sono da collocare nel 1998, quando un gruppo di promotori si sentirono coinvolti dagli insegnamenti di San Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, che spingeva i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà “a impegnarsi efficacemente affinché tutti abbiano i necessari mezzi materiali, che per tutti ci sia lavoro, che nessuno si veda ingiustamente limitato nella propria vita famigliare e sociale” (Colloqui con Monsignor Escrivá, 95). Con questo obiettivo, si proposero di svolgere a Soyapango un’attività sociale, rivolta a donne prive di risorse economiche, per offrire loro le cognizioni necessarie ad esercitare un mestiere che permettesse loro di guadagnarsi degnamente la vita.
Per impiantare questa nuova iniziativa potevano contare soltanto su vecchie attrezzature e su un ex magazzino di caffè nel perimetro di un podere denominato “Prusia”. Lì istallarono i laboratori provvisori di taglio e cucito, artigianato, cosmetica e panetteria. Le condizioni erano precarie, ma avevano una profonda fiducia in Dio: così ebbe inizio il primo programma di formazione, che aveva come titolo “Imprese Familiari”. Questo programma era strutturato in modo tale che le alunne, in un breve periodo di tempo, imparassero un mestiere e avessero alcune cognizioni capaci di dar vita a un’attività. Mediante il proprio lavoro dovevano contribuire ad elevare il livello di vita dei propri familiari e della comunità.
Oltre le lezioni tecniche, la formazione a Siramá si completa con lo svolgimento e l’approfondimento accademico di temi come il senso e l’organizzazione del lavoro, l’orientamento imprenditoriale e le relazioni umane, familiari e sociali. Allo stesso tempo è considerata una questione fondamentale l’apprendimento delle virtù umane e cristiane che rendono più degna ed elevata la vita di lavoro.
Maggiori guadagni
A un certo punto Siramá si trovò nella necessità di costruire le istallazioni definitive, più adeguate alle nuove necessità. Dopo numerosi tentativi per ottenere un finanziamento, fu il governo belga, insieme ad altri enti e persone private, che rese possibile la costruzione dei tre laboratori costruiti sui terreni dell’ex piantagione di caffè. Questi nuovi edifici fanno parte della prima tappa di un progetto più vasto, che offrirà nuove occasioni a donne di altri comuni del Paese.
Come accade per molte altre iniziative sociali, l’importanza del progetto non è facilmente quantificabile, anche se, per esempio, è stato possibile documentare che un 70% delle alunne ha incrementato i loro guadagni familiari vendendo alcuni capi nelle loro stesse case. Un buon numero di studentesse, poi, ha trovato lavoro in alcuni rami produttivi: panetteria, laboratori di cucito, officine artigiane o saloni di bellezza.
Francisca Morales, che oggi vive a Bosques del Rio, dove possiede una panetteria, ha studiato a Siramá-Prusia e racconta così la sua esperienza: “A me è sempre piaciuto fare il pane e ho pensato di iscrivermi a un corso di Siramá. Se ricordo bene, facevo parte del primo gruppo che è uscito da lì col diploma. Ho poi aperto una panetteria nella quale lavorava tutta la famiglia. Abbiamo cominciato con un forno di argilla. Allora facevo il pane con mia madre, ma poi lei si è dedicata alla vendita, con mia sorella, mia zia e una cugina. Sono loro tre che vendono il pane, e io con le mie figlie lo faccio. Ci siamo organizzate in questo modo, e le cose non ci vanno male”.
A Siramá i casi come quello di Francisca, in cui le alunne diventano agenti moltiplicatori di capacità imprenditoriali, non sono rari. Infatti, molte alunne trasmettono le loro cognizioni ad altri membri della famiglia, seguendo la tradizione e il modo tipicamente artigianale. Spesso anche le vicine del quartiere traggono beneficio da queste conoscenze, rivolgendosi alle ex alunne di Siramá per imparare il loro stesso mestiere.
Più di un semplice apprendimento
D’altra parte, la preparazione che si dà a Siramá-Prusia va oltre il fine semplicemente economico. Innalzare il livello di vita, culturale e umano, di una società – come ricordava san Josemaría Escrivá – significa “assecondare il diritto di tutti gli uomini a vivere, a possedere il necessario per condurre un’esistenza degna, a lavorare e a riposare [...] e, prima di tutto, a conoscere e amare Dio in piena libertà”. Questa priorità induce le insegnanti di questo Centro didattico a cercare in che modo offrire a ogni alunna, insieme alle conoscenze tecniche, un’attenzione personalizzata nella quale si sproni la dimensione spirituale della persona, dando al lavoro il significato di incontro personale con Dio e di santificazione: “Da’ un motivo soprannaturale alla tua ordinaria occupazione professionale – raccomandava san Josemaría -, e avrai santificato il lavoro” (Cammino, 359).
Nei suoi corsi e nei suoi programmi Siramá-Prusia dà alle donne non solo un’abilitazione tecnica, ma anche i materiali necessari per l’apprendimento di un mestiere. Una serie di borse di studio, gestite con l’aiuto di imprese private e di singole persone che capiscono quanto sia importante la solidarietà, fa sì che tutti gli anni molte donne imparino un mestiere. E quando si ha un impiego, il presente acquista una nuova dimensione e il futuro un nuovo colore.
Per maggiori informazioni o per collaborare economicamente con "Siramá-Prusia", rivolgersi a:
Marta Dinora Zepeda
E-mail: sirama_prusia@hotmail.com
Tel.: (503) 263-9916