Economia e lavoro per il Terzo Millennio

“La centralità della persona nell’insegnamento del Beato Josemaría Escrivá” è stato il tema trattato domenica 25 novembre 2001, durante l’apertura dell’Anno Accademico 2001-2002 del Collegio Universitario Viscontea, a Milano.

L’incontro è stato condotto da Marco Vigorelli, Senior Partner Accenture e da Giuseppe De Lucia Lumeno, Amministratore Delegato BMB ed è stato arricchito dalla proiezione di alcuni spezzoni di un incontro di catechesi del Beato Josemaría Escrivá a Barcellona con professori e alunni di una scuola di Economia, attività apostolica dell’Opus Dei.

Una breve introduzione da parte della moderatrice, la scrittrice Marta Brancatisano è servita ad evidenziare le iniziative che si stanno svolgendo in tutto il mondo per il centenario della nascita del beato Escrivá che si celebrerà il prossimo 9 gennaio 2002: ha tra l’altro menzionato l’emissione di francobolli commemorativi da parte dello Stato Italiano.

Ha poi preso la parola Marco Vigorelli che ha ricordato come il Beato Josemaría Escrivá si augurasse nell’anno ’31 che il Catechismo della Chiesa Cattolica avesse una parte dedicata alla Dottrina sociale, in modo che fin da bambino il cristiano conoscesse i suoi obblighi sociali e di giustizia. Ha poi esaminato varie definizioni di globalizzazione e di impresa alla luce di due affermazioni sintetiche che segnano gli estremi tra le concezioni che mettono l’uomo al servizio dell’economia o l’economia al servizio dell’uomo: “l’uomo egocentrico, alla ricerca dell’interesse individuale, crea esclusione e diseguaglianza e mette l’uomo al servizio dell’economia”; “l’uomo giusto alla ricerca del bene comune crea coinvolgimento e solidarietà e mette l’economia al servizio dell’uomo”.

L’intervento di Giuseppe de Lucia Lumeno è stato centrato sulla figura del Fondatore dell’Opus Dei e sulla dottrina della santificazione del lavoro. Il relatore ha sottolineato, rifacendosi alle immagini appena viste dell’incontro a Barcellona, la grande forza di comunicazione del Beato Escrivà. I resoconti filmati di innumerevoli incontri con migliaia di persone sono una documentazione sufficiente e ormai duratura della sua santità. Molto significativa è stata una considerazione svolta dal relatore a riprova del fatto che il messaggio ricevuto da Escrivà il 2 ottobre 1928 fosse veramente un messaggio divino che doveva superare la contingenza storica. De Lucia faceva considerare che “il Fondatore ha iniziato a parlare di santificazione del lavoro all’epoca della grande recessione del ’29. Se si fosse trattato di una bella idea, ma frutto dell’immaginazione di un uomo, di fronte ai problemi della grande crisi che ha messo in ginocchio per tanti anni, fino al ’46 l’economia mondiale ed il mondo del lavoro, l’idea che ci si potesse santificare con il lavoro si sarebbe sciolta di fronte alle difficoltà oggettive del momento storico” . Dopo aver esaminato i testi delle encicliche sociali di Giovanni Paolo II a confronto con alcune espressioni classiche della dottrina di Josemaría Escrivá, “santificare il lavoro, santificarsi con il lavoro, santificare gli altri con il lavoro”, De Lucia ha concluso asserendo che il “nocciolo di ciò che Dio ha fatto vedere a Escrivá il 2 ottobre 1928 è il carattere di corredenzione del lavoro ordinario: in questo modo il lavoro converte i cristiani, non in modo allegorico ma reale, in alter Christus, ipse Christus, cioè redentori assieme a Cristo”.