Voglio molto bene a una delle persone che hanno rilasciato le interviste riportate in un recente libro dove l'Opus Dei viene attaccata: era mia compagna di classe al liceo. Anche lei veniva dall'hinterland e a Milano questo unisce subito. A tutte e due piaceva ballare, organizzare feste, vedere films. Ci siamo divertite sempre insieme e io ho chiesto l'ammissione all'Opera poco prima di lei.
Era il 1986, varie riviste scandalistiche sferrarono un attacco contro l'Opus Dei; la mia adesione all'Opera era anche il mio modo per dire: sono con voi. Non mi piaceva l'idea che persone che conoscevo, che si facevano in quattro per gli altri, che mi avevano insegnato a pregare sul serio, rimanessero da sole a prendersi le botte.
"La strada è buona: buona fortuna!". Mio padre ha detto questo ed è scoppiato a piangere quando gli ho annunciato che avevo preso la decisione di diventare numeraria. In quel momento non era un fervente cattolico, ma era ed è un buon padre e sa riconoscere le opere di Dio. Anche quelle che fanno piangere i genitori, che portano la figlia a fare i bagagli e ad andare dove c'è bisogno: prima a Milano-città, poi in Sicilia, a Catania per quattro anni e a Palermo, da undici.
Le cose di amore non si "capiscono": si fanno e basta. Per questo mi diceva: buona fortuna! In fondo, anche mio padre aveva iniziato un'avventura, quando aveva messo su famiglia, e lo sapeva. È un rischio mettersi fino al collo in una cosa di Dio perché... è come quando si inizia a ballare con qualcuno di speciale: gli altri ci sono, non si perdono di vista del tutto, ma lo sguardo e i piedi seguono quella sola persona.
Il rapporto con Dio, lo spirito dell'Opera, la mia maturazione, mi hanno aiutato a capire, strada facendo, che seguire Dio non significa trascurare la propria famiglia, ma curarla come meglio si può. Ho studiato Filosofia e mi ha sempre affascinato il linguaggio e il mondo della comunicazione: volevo fare il copy in Pubblicità. La vita mi ha portato a fare l'insegnante e sono molto contenta. Penso che la vocazione professionale non sia legata a un posto ma a un ruolo, a delle qualità che ciascuno ha ricevuto e che è chiamato a mettere a servizio, in un modo o in un altro. Prende forma man mano, con il contributo delle variabili dell'esistenza e di risposte di amore.
Voglio ancora molto bene alla mia compagna di classe di un tempo e vorrei nuovamente condividere con lei tutto questo.