Cultura e santità: un incontro fruttuoso

Il sesto numero di “Studia et Documenta” ha come tema principale i rapporti del Fondatore dell’Opus Dei con quattro eminenti intellettuali.

Esce il sesto numero di “Studia et Documenta” (2012)

Recenti studi storici sull’Opus Dei e il suo Fondatore

Pubblicati più di cento articoli

Per il sesto anno consecutivo, l’Istituto Storico San Josemaría Escrivá di Roma ha presentato il suo apporto annuale alla storiografia dell’Opus Dei e del suo Fondatore. Sono già più di cento gli articoli pubblicati in Studia et Documenta, dal suo inizio nel 2007, alcuni dei quali superano le cento pagine. Un apporto storiografico consistente, concreto e attento alle fonti, che interessa la storia della Chiesa contemporanea e anche altri campi storiografici, come si può constatare da questo sesto volume.

Vite parallele

San Josemaría, come Gran Cancelliere della Università di Navarra, consegna il dottorato "Honoris Causa" al canonista Willy Onclin

È un dato certo che il gusto degli storiografi per il genere delle “vite parallele”, cominciato duemila anni fa, continua ad essere vivo e capace di aprire nuove prospettive. È ciò che vuole dimostrare la prima parte della rivista, dedicata monograficamente ai rapporti tra il fondatore dell’Opus Dei e quattro intellettuali. Il primo di questi è José María Albareda, protagonista nella vita scientifica spagnola per quasi trent’anni con la sua attività di ricerca nel campo dell’edafologia e con il suo lavoro come Segretario del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (CSIC) dalla fondazione nel 1939 fino al 1966. Egli era incorporato all’Opus Dei e nel 1960 fu ordinato sacerdote. Pablo Pérez López, Ordinario di Storia Contemporanea, ci parla dei primi anni di questo rapporto, dal 1935 al 1939, e dei momenti particolarmente difficili vissuti insieme nella fuga dalla persecuzione religiosa, durante la guerra civile spagnola.

Nel medesimo contesto cronologico è incentrato il lavoro di Onésimo Díaz sui primi contatti di Escrivá con un altro intellettuale spagnolo molto noto: Rafael Calvo Serer. Onésimo Díaz, esperto di Storia della cultura e della politica del XX secolo, ha dedicato molto lavoro a Calvo Serer, Ordinario di Storia e poliedrico promotore di pubblicazioni culturali e giornalistiche, le cui idee politiche lo avrebbero portato a scontrarsi con il regime franchista e alla conseguente chiusura del quotidiano “Madrid”, di cui era Direttore. Anche Calvo Serer era dell’Opus Dei, e – come Albareda – acquisì lo slancio spirituale di san Josemaría per innestarlo in piena libertà, ma con un profondo senso cristiano, nella propria attività culturale e politica.

José Carlos Martín de la Hoz, teologo e storico, parla di un’altra delle figure presentate in questa parte monografica: mons. José López Ortiz, vescovo e storiografo di Diritto. La conoscenza con Josemaría Escrivá, durata più di cinquant’anni, fu caratterizzata da una profonda amicizia.

Il quarto intellettuale proposto da questa monografia è il canonista belga Willy Onclin. Il professor Jean-Pierre Schouppe, esperto di Diritto canonico e giurista di professione, offre una sintesi dell’amicizia, nata durante gli anni del Concilio Vaticano II, tra il fondatore dell’Opus Dei e il professore dell’Università di Lovanio, che ebbe un ruolo determinante nella riforma del Codice di Diritto Canonico nel 1983.

Durante uno dei colloqui di San Josemaría con Arcadio María Larraona, nella piccola terrazza dell'appartamento di "Città Leonina"

Incontri e opere del fondatore dell’Opus Dei durante il suo primo viaggio a Roma

La parte di “Studia et Documenta” dedicata a Studi e Annotazioni contiene lavori di carattere miscellaneo, quantunque il primo in certo qual modo continui il capitolo precedente, parlando dell’incontro di san Josemaría con due dei principali protagonisti della storia della Chiesa nel secolo XX: Papa Pio XII e uno dei suoi più stretti collaboratori, mons. Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. La ricostruzione storica è opera dello storico Luis Cano, che analizza le attività operative che il fondatore espletò durante il suo primo viaggio nella Città Eterna. L’autore si è soffermato sugli aspetti inediti di quel viaggio e in special modo sulle persone che Escrivá conobbe o ebbe modo d’incontrare a Roma, e tra questi spicca per vari motivi mons. Montini. Questi incontri segneranno la storia delle relazioni future tra l’Opus Dei e la Santa Sede.

In “Donna e Università in Spagna (1910-1936)”, Montero documenta la visione, piena di speranza e realismo, che già allora il Fondatore dell’Opus Dei aveva sull’importante missione della donna nella vita universitaria

L’articolo seguente è scritto da Mercedes Montero, storiografa della Comunicazione. Parla della situazione universitaria femminile nella Spagna tra il 1910 e il 1936 e della relazione con il contesto del punto n. 946 di Cammino. Il suo articolo ha due obiettivi. Il primo è spiegare la situazione dell’educazione universitaria femminile in Spagna nei primi trenta anni del XX secolo; il secondo è ricercare la provenienza della frase: “non è necessario che le donne siano sapienti: basta che siano sagge” che non è originale di san Josemaría. Questa frase, da lui ripresa, che si è voluto presentare in modo peggiorativo in relazione all’integrazione della donna nel mondo della cultura, mostra la visione piena di speranza e realismo che già allora il fondatore dell’Opus Dei aveva sull’importante missione della donna nella vita universitaria.

L’Opus Dei nella Spagna franchista: mito e realtà

Lo storico Jaume Aurell, in un suo ampio studio, affronta il tema della nascita del mito o del “grande racconto” sull’Opus Dei nella Spagna franchista: la differenza tra la realtà di questa istituzione della Chiesa e la sua immagine pubblica creatasi in quegli anni. Fu indicata come “pericolosa novità” o “eresia” da una parte del cattolicesimo spagnolo del dopo guerra o, all’opposto, considerata come un’organizzazione conservatrice, orientata a realizzare le proprie ambizioni politiche ed economiche, e, più tardi, addirittura come un embrione franchista e integralista. In altre parole, Aurell ha investigato sugli elementi che a suo giudizio danno origine a questo “mito” negativo o “leggenda nera” dell’Opus Dei, le sue origini e la sua evoluzione, spiegando allo stesso tempo i meccanismi che guidano il formarsi di queste visioni semplificatrici sulle persone e istituzioni nelle società post-moderne.

Nella sezione Documenti, l’esperto Santiago Martínez Sánchez torna ad occuparsi del rapporto di amicizia tra mons. Escrivá e un altro personaggio di spicco della Chiesa spagnola: il Card. José María Bueno Monreal. Questa lunga relazione (1939-1975) si sviluppa con un fitto scambio di lettere da ambo le parti, che Santiago Martínez pubblica per la prima volta con un accurato esame critico, preceduto da un’ampia introduzione.

Gli inizi dell’Opera di san Raffaele

Nella medesima sezione, lo storico Fernando Crovetto pubblica un altro documento inedito: il racconto di Juan Jiménez Vargas sugli inizi dell’Opera di san Raffaele (1933-1935): l’insieme di attività di formazione cristiana per i giovani a cui, nella sua vita, san Josemaría Escrivá dedicò tante energie. Con uno stile conciso e disinvolto, il giovane Vargas racconta, in un documento di quegli anni, i primi passi di quel lavoro che ha caratterizzato l’attività dell’Opus Dei fin dagli inizi.

Nella sezione del Notiziario, dedicata alle notizie relative all’Opus Dei e al suo Fondatore, vengono raccolti gli interventi del Card. Antonio María Rouco e dei professori José Luis Illanes, Miguel Ángel Garrido e Pedro Rodríguez, alla presentazione dell’edizione critico-storica del Santo Rosario – dalla collezione delle Opere complete, promossa dall’Istituto Storico –, che si svolse a Madrid nel 2011.

La sezione bibliografica contiene più di venti recensioni e rassegne di libri relativi allo studio sull’Opus Dei e su san Josemaría nel loro contesto storico.

L’ultima parte della rivista riguarda, come al solito, l’elenco bibliografico, che questa volta comprende la bibliografia generale su mons. Álvaro del Portillo: quasi cinquanta pagine con una relazione completa delle opere pubblicate dal primo successore di san Josemaría e su di lui.

Un’importante novità di questo volume di “Studia et Documenta” è che si tratta del primo numero pubblicato direttamente come editore dall’Istituto, che si è occupato non solo della redazione e direzione scientifica come aveva fatto finora, bensì anche della gestione editoriale della rivista. Con questo passo, l’Istituto desidera aumentare la diffusione dell’annuario negli ambienti accademici e scientifici, oltre che ad altre persone – esperte o no – che s’interessano alla storia di san Josemaría e dell’Opus Dei. Tra l’altro, ha disposto condizioni vantaggiose per l’abbonamento e per l’acquisto di numeri arretrati, invitando gli abbonati, le persone e istituzioni interessate a visitare la nuova pagina web www.studiaetdocumenta.org dove potranno avere ulteriori informazioni.

Sommario completo e sintesi (in spagnolo e in inglese) di Studia et Documenta 6 (2012) in: https://www.isje.org/esp/studia-et-documenta6.html