Corso di cultura italiana per collaboratrici domestiche straniere

A Torino, il Corso, giunto alla seconda edizione, ha offerto alle partecipanti la possibilità di approfondire aspetti della cultura italiana, con l’obiettivo di una loro migliore integrazione. “Ho fatto bene a rimandare degli appuntamenti di lavoro e a venire qui la prima volta”, dice Duda, brasiliana, una delle partecipanti più entusiasta.

Presso il Centro Culturale Riparia di Torino si è svolta la seconda edizione di un ciclo di incontri rivolto a donne straniere residenti in Italia per motivi di lavoro. Vi hanno partecipato una trentina di persone, provenienti da diversi Paesi: Perù, Bolivia, Romania, Ecuador, Brasile, Filippine e Moldavia. Spesso costoro si trovano ad avere una conoscenza superficiale della lingua e delle abitudini italiane; inoltre trovano difficoltà ad avere relazioni normali al di fuori della famiglia in cui svolgono lavori di collaborazione domestica o di assistenza ai bambini o agli anziani.

Obiettivo del corso era offrire strumenti per migliorarne la specifica professionalità, per esempio con approfondimenti e spunti per una cucina particolarmente adatta ai bambini e agli anziani, per conoscere e apprezzare maggiormente la città italiana dove attualmente vivono. I temi, affrontati da varie professioniste (medico, insegnante, ingegnere), andavano dal menage della casa alla dietetica, dalla cura dei componenti della famiglia cui si presta servizio a nozioni di lingua italiana. Si è data importanza anche a favorirne l’inserimento nella città di Torino - con lezioni sulla sua storia e sui suoi luoghi caratteristici - e l’inserimento in nuovi ambienti.

Molto apprezzata è stata una lezione intitolata “Riflessioni sull’amicizia”. Al termine Duda, una simpatica signora brasiliana, sarta di professione, ha commentato: “Ho fatto bene a rimandare degli appuntamenti di lavoro e a venire qui la prima volta. Ci vogliono incontri come questi”. E pur essendo al primo incontro si è offerta di preparare un piatto brasiliano per la successiva lezione “La cucina dell’amicizia: ricette, italiane e non, come occasione di incontro”; Duda ha poi invitato a partecipare anche la nipote ventenne, con un coinvolgente “Vieni in un posto interessante.”

Anche Adriana, una signora rumena, ha collaborato per la stessa lezione con un antipasto tipico della sua terra, raccontando come la pizza ligure, oggetto di una lezione dell’anno precedente, era diventata uno dei piatti preferiti di suo marito. Questi rapidi esempi dimostrano come, pur venendo da realtà culturali così diverse tra loro, le partecipanti sono state tutte in grado di familiarizzare rapidamente, mettendo a disposizione di tutte il proprio patrimonio di tradizioni culinarie. L’età molto varia (tra i venti e i cinquant’anni) non è stata di ostacolo per stabilire un clima di solidarietà e rispetto reciproco.

Spesso intorno a un tavolo c’erano rappresentanti di tutti i continenti. A detta delle insegnanti, è stato gratificante poter dare a queste donne gli strumenti giusti per un miglior inserimento nella realtà italiana e nello stesso tempo offrire loro un arricchimento prezioso da utilizzare nel momento in cui torneranno nel loro Paese d’origine.