“Conosco giovani non cristiani che durante una GMG hanno scoperto che cos’è la fede vissuta”

Rina D. Rudyanto è indonesiana, laureata in Ingegneria, e partecipa a un master in ingegneria biomedica nell’Università di Navarra, dove sta ultimando la tesi.

Rina ha assistito alla GMG di Colonia nel 2005

È una volontaria della GMG, per la quale ha collaborato nello studio delle applicazioni per il cellulare, un settore che conosce bene perché ha lavorato per cinque anni nell’ambito dei servizi in internet per cellulari. Nata 30 anni fa in una famiglia di origine cinese, è cattolica da 15 anni.

Stavi dicendo che la GMG di Colonia è stata decisiva nella tua vita...

Sono rimasta impressionata. Allora non ero praticante, ma m’incuriosiva il nuovo Papa Benedetto XVI. Sono arrivata a Colonia e...vedere tanta gente di diverse razze e paesi, con modi differenti di vivere la fede...mi ha fatto riflettere su che cosa è esattamente la fede e in che cosa crediamo noi cattolici. Ricordo che sono andata da sola, come volontaria; sono stata molto bene e sono ritornata con nuove idee su che cos’è la fede vissuta.

Che cosa ti ha spinto ad andare a Colonia?

Mi sono lasciata trascinare un poco dalla morte di Giovanni Paolo II e dalla elezione del nuovo Papa Benedetto XVI. Siccome non ero particolarmente praticante, avevo alcune perplessità sul nuovo Papa e sulla Chiesa come istituzione. Mi domandavo come fosse possibile che un Papa tanto anziano e malato e – secondo alcuni – retrogrado nelle sue idee, molto lontane dall’ideale del mondo, spingesse tanti giovani a rendergli omaggio nei giorni della sua morte. E come fosse possibile che la Chiesa, che in quei giorni aveva pianto tanto, si rallegrasse in una maniera tanto evidente quando, soltanto alcuni giorni dopo, era stato eletto il nuovo papa. Che cosa, o chi, c’è dietro? Questo mi ha incoraggiato ad andare a Colonia.

È volontaria della GMG e partecipa a un master nell'Università di Navarra

Che significa per te un evento religioso di tanta importanza?

Secondo me è un evento di grande portata che può mostrare a tutti – credenti o meno – un’aspetto di gioia e di unità dei cristiani. Di solito sento dire che la Chiesa cattolica è retrograda, che solo un certo tipo di gente crede...; però in certi eventi, come la GMG, vediamo che la Chiesa è differente, che i suoi fedeli procedono da settori molto diversi della società, e questo consolida l’universalità della fede. Posso mostrare chi sono e dare testimonianza agli altri di questa ricchezza.

Raccomanderesti a tutti i giovani di partecipare a un evento come questo?

Senza dubbio. Quella GMG mi ha arricchita, mi ha aiutata a conoscere meglio la mia fede. Conosco alcuni giovani non cristiani che sono andati a una GMG, e così hanno scoperto che cos’è la fede vissuta. Un evento mondiale con due milioni di persone, dove saranno discussi tanti argomenti e dove ci sarà un grande scambio culturale, è una esperienza che non possono perdere perché sicuramente li arricchirà.

Quali valori si stimolano nella GMG?

L’unità nella medesima fede, nel cercare l’essenziale – che è Cristo –, malgrado le differenze che ci possono essere tra le diverse sfumature, culture, tradizioni e modi di pensare. Anche l’universalità: è impressionante vedere gente tanto diversa che ha tanto in comune. Infine, si dimostra che la Chiesa è viva e la facciamo tutti noi.