Concistoro Ordinario Pubblico: 26 febbraio 2002

Mons. Javier Echevarría, prelato dell’Opus Dei, ha rilasciato la seguente dichiarazione dopo il Concistoro in cui sono state annunciate le date delle prossime canonizzazioni. “Oggi vorrei dire solo una cosa: grazie!”

Il Prelato al termine del Concistoro.

“Il Papa ha appena annunciato la data delle cerimonie di canonizzazione di nove beati: un sacerdote secolare, cinque religiosi, due religiose e un laico. Ognuno di loro è vissuto in un epoca, in un Paese e in situazioni differenti. Ognuno aveva la sua personalità. Eppure ci accorgiamo che avevano tutti qualcosa in comune. Nei santi, infatti, si percepisce sempre la fecondità spirituale della Chiesa, che agisce nel mondo come un seme di santità per mezzo della testimonianza di vita cristiana dei suoi figli.

Padre Pio, fedele al carisma cappuccino, ci ricorda la profondità dell'amore di Dio per noi, che ci viene comunicato, mediante la Chiesa nei sacramenti, specialmente la Penitenza e l'Eucarestia. Juan Diego è stato il primo a incontrare la Madonna di Guadalupe, dove ogni anno accorrono ad invocarla milioni di pellegrini. Nella storia di Josemaría Escrivá troviamo la traccia luminosa dei genitori cristiani dai quali ha ricevuto la preziosa eredità della fede; dei Vescovi che lo hanno appoggiato nella sua missione di evangelizzazione; di tanti sacerdoti, religiosi e religiose, con cui ha intrattenuto fraterni rapporti per tutta la vita; e di migliaia di laici che hanno saputo attuare il suo messaggio di santificazione del lavoro ordinario in mezzo al mondo.

Perciò, oggi vorrei dire soltanto grazie! Desidero esprimere la mia gratitudine alla Santissima Trinità, che ci dona i santi; alla Santa Chiesa, la famiglia dei figli di Dio, unita dal vincolo della carità; ai genitori e ai fratelli del beato Josemaría; a tutti i sacerdoti, i religiosi e i laici, uomini e donne, che in vari modi hanno contribuito alla sua formazione. Un grazie anche, dal più profondo del cuore, a tutti i poveri e i malati che gli donarono generosamente l’unica cosa che possedevano, il loro dolore trasformato in orazione per il lavoro sacerdotale del fondatore dell'Opus Dei. Penso che questo sia un buon momento per ricordarci di tante migliaia di persone, di molte delle quali non conosciamo neanche il nome. Ed è anche una meravigliosa occasione per sentire la rinnovata responsabilità di non privare della nostra orazione e della nostra carità tutti quelli che ci circondano, poiché siamo tutti chiamati ad essere santi”.