“Ci vediamo mercoledì prossimo!”

Maria Victoria Troncoso presiede la Fondazione Sindrome di Down della Cantabria, provincia della Spagna. Dopo aver letto la Lettera Apostolica Porta Fidei del Papa, ha deciso di dare inizio alla formazione cristiana dei giovani affetti dalla sindrome di Down assistiti dalla Fondazione.

'Con nostra sorpresa si sono iscritti 25 giovani dai 17 ai 45 anni. Le lezioni sono cominciate il 18 gennaio 2012 e durante quel trimestre abbiamo avuto dodici sessioni'.

Laureata in Giurisprudenza e insegnante specializzata in pedagogia terapeutica, María Victoria ha ricevuto nel 2006 il premio “Christian Pueschel Memorial Research”, concesso dalla più importante organizzazione statunitense che si occupa della Sindrome di Down. Recentemente, ha deciso di dare inizio alla formazione cristiana dei giovani affetti dalla sindrome di Down assistiti dalla Fondazione.

“Mi è sembrato che questo potesse essere uno dei miei contributi alla richiesta della Chiesa in ciò che riguarda la nuova evangelizzazione. Le persone battezzate che hanno la sindrome di Down hanno il diritto e il dovere di approfondire la conoscenza delle verità della fede e di raggiungere la santità.

I genitori che hanno fatto battezzare i loro figli hanno acquisito il dovere e la responsabilità di educarli nella fede. La stragrande maggioranza delle famiglie e degli istituti scolastici difendono e promuovono l’educazione integrale dei figli o degli alunni, ma com’è possibile dare una formazione integrale se non si stimola anche la formazione religiosa? Il sapersi figlio di Dio, chiamato all’esistenza dall’amore, pur in una situazione di diversa abilità, e avendo una meta trascendente ed eterna, dà un senso e una spiegazione alla vita.

La diversa abilità intellettuale non è un ostacolo alla fede

"Non siamo capaci di vedere e di valutare l’azione della grazia nelle loro anime, però notiamo in loro la gioia, la voglia di imparare, l’intima soddisfazione, il desiderio di collaborare, la costanza e l’interesse".

La diversa abilità intellettuale non è un ostacolo alla fede perché la fede è un dono soprannaturale. Sul piano umano, la fede significa credere attraverso la testimonianza di un altro che sa di che cosa parla e non ci inganna. I nostri figli e i nostri alunni affetti da sindrome di Down si fidano completamente di noi, credono in noi. Se non siamo convinti e non ci sforziamo di praticare quello che vogliamo trasmettere, il compito si complica.

Oggi, grazie a programmi ben fatti e a una migliore attenzione educativa, la maggioranza dei bambini riceve la Prima Comunione. Tuttavia la maggior parte di essi non continua la catechesi. Nel mese di novembre 2011 ho comunicato al gruppo educativo della Fondazione che a partire da gennaio sarebbero cominciate le lezioni di formazione religiosa. Con nostra sorpresa si sono iscritti 25 giovani dai 17 ai 45 anni. Le lezioni sono cominciate il 18 gennaio 2012 e durante quel trimestre abbiamo avuto dodici sessioni. Fin dal primo giorno abbiamo notato che erano tutti molto contenti e desiderosi di partecipare.

“Non voglio andare in tuta alla lezione di religione”

'Abbiamo cominciato verificando che cosa sapevano del segno della Croce e come lo facevano. Dopo aver dato alcune spiegazioni, fatto un esempio, disegnato sulla lavagna e collocato una Croce molto artistica e bella, abbiamo cominciato a insegnare a ognuno di loro come farlo bene'.

Molti sono gli episodi che, ancora una volta, ci hanno dato dimostrazione della sensibilità e della delicatezza delle persone Down: Beatrice si è cambiata d’abito perché “non voglio andare in tuta alla lezione di religione”; altri hanno dato un loro contributo con le loro conoscenze di canti religiosi o portando le loro bibbie. Paolo, uno che parla molto poco, mi saluta sempre “ci vediamo mercoledì prossimo!”.

Un’altra sorpresa è stata la loro presenza continuativa. Le poche assenze sono dovute a visite mediche o a viaggi con la famiglia. Così, all’inizio del nuovo trimestre, “premiamo” con un caloroso applauso quelli che non si sono assentati neppure un giorno, e cioè più della metà. Il clima abituale è di grande allegria, di sorrisi, di voglia di partecipare.

Una pedagogia su misura

Il fatto che conoscevamo da tempo le tre insegnanti ha facilitato molto il compito. Per nostra esperienza sappiamo che il lavoro educativo è efficace quando è ben strutturato, secondo una sistematica ordinata e progressiva, con la ripetizione dei contenuti, con una varietà di attività e con la presentazione di materiali attraenti e differenti.

Maria Victoria ha ricevuto nel 2006 il premio “Christian Pueschel Memorial Research”, concesso dalla più importante organizzazione statunitense che si occupa della Sindrome di Down. Foto: Jesús Mazón

All’inizio stabiliamo un preciso orario giornaliero per le lezioni: gli studenti si mettono in piedi per fare il segno della Croce (senza trascinare le sedie, senza fare strepito, senza appoggiarsi al tavolo...!). Ora lo fanno benissimo! Poi spieghiamo il nuovo argomento, si dedicano a un’attività manuale con alcuni disegni, testi brevi e preghiere, vediamo una video-cassetta di 5/10 minuti collegata all’argomento trattato, cantiamo e, alla fine, preghiamo in piedi e ci salutiamo. Questa routine li aiuta a concentrare l’attenzione, con una sensazione di sicurezza, perché sanno che cosa ci si aspetta da loro; così si dispongono ad ascoltare, a imparare e a compiere l’attività proposta.

La vita di Gesù con i disegni del libro “Il Santo Rosario”

Maria Victoria è l'autrice di vari libri.

Abbiamo cominciato verificando che cosa sapevano del segno della Croce e come lo facevano. Dopo aver dato alcune spiegazioni, fatto un esempio, disegnato sulla lavagna e collocato una Croce molto artistica e bella, abbiamo cominciato a insegnare a ognuno di loro come farlo bene, facendo capire quello che dice e raccomandando loro di farlo al momento di alzarsi e di andare a letto (quest’ultimo obiettivo è ancora da verificare...). Nelle lezioni successive abbiamo ripassato il Padre Nostro, abbiamo ricordato che cos’è il Battesimo, “Dio è Nostro Padre”, “La Creazione”, “Il peccato”, “La vita di Gesù”. Per questo argomento abbiamo scelto i 20 misteri del Santo Rosario. Il libro “Il Santo Rosario”di san Josemaría è stato l’ispirazione e il fondamento per preparare il materiale.

L’esperienza fatta è ancora molto breve, ma ciò che abbiamo provato e vissuto ci conferma nella nostra tesi iniziale: l’obbligo da parte degli educatori e il diritto delle persone colpite dalla sindrome di Down di ricevere la formazione religiosa possono dare risultati straordinariamente positivi.

Non siamo capaci di vedere e di valutare l’azione della grazia nelle loro anime, però notiamo in loro la gioia, la voglia di imparare, l’intima soddisfazione, il desiderio di collaborare, la costanza e l’interesse, la partecipazione diretta nell’apprendimento personale e nella voglia che hanno di migliorare.

Papa Giovanni Paolo II, facendo proprio il motto di un Congresso sulle persone con diversa abilità intellettuale, ci ha detto: “Voi siete membra del Corpo di Cristo: il Corpo del Risuscitato! Questo è l’autentico fondamento di una dignità indistruttibile!”. Nella luminosa prospettiva che la parola di Dio mostra agli occhi della fede, ha poi rivolto a ciascuno un caloroso invito a perseverare nella dedizione alla nobile causa della formazione delle persone che soffrono di qualche disabilità. Questo è il nostro proposito e il nostro impegno”.