Che cos'è la Messa? | 5) Memoriale, sacrificio e comunione

Nella Messa si sentono diverse volte queste parole: memoriale, comunione e sacrificio? Per quale motivo? Che cosa significa memoriale? Perché la Messa è comunione? Dove si trova il sacrificio nella Messa?

La Messa non è un semplice ricordo di una cosa avvenuta un tempo, ma un rito che trasforma un evento passato in un evento presente, per questo la Messa è memoriale. Inoltre il grande scopo della Messa è entrare in comunione con Dio, che vuole “condividere con noi la sua stessa vita”.

Meditare sulla Messa insieme a papa Francesco

Gesù Cristo, con la sua passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo ha portato a compimento la Pasqua. E la Messa è il memoriale della sua Pasqua, del suo“esodo”, che ha compiuto per noi, per farci uscire dalla schiavitù e introdurci nella terra promessa della vita eterna. Non è soltanto un ricordo, no, è di più: è fare presente quello che è accaduto venti secoli fa. L’Eucaristia ci porta sempre al vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, come ha fatto sulla croce, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli.

(Catechesi di papa Francesco sulla Santa Messa, 22/11/2017)

La Messa nel Catechismo della Chiesa Cattolica

1363. Secondo la Sacra Scrittura, il memoriale non è soltanto il ricordo degli avvenimenti del passato, ma la proclamazione delle meraviglie che Dio ha compiuto per gli uomini. La celebrazione liturgica di questi eventi, li rende in certo modo presenti e attuali. Proprio così Israele intende la sua liberazione dall’Egitto: ogni volta che viene celebrata la Pasqua, gli avvenimenti dell’Esodo sono resi presenti alla memoria dei credenti affinché conformino ad essi la propria vita.

1364. Nel Nuovo Testamento il memoriale riceve un significato nuovo. Quando la Chiesa celebra l'Eucaristia, fa memoria della Pasqua di Cristo, e questa diviene presente: il sacrificio che Cristo ha offerto una volta per tutte sulla croce rimane sempre attuale: «Ogni volta che il sacrificio della croce "col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato", viene celebrato sull'altare, si effettua l'opera della nostra redenzione».

1365. In quanto memoriale della Pasqua di Cristo, l'Eucaristia è anche un sacrificio. Il carattere sacrificale dell'Eucaristia si manifesta nelle parole stesse dell'istituzione: «Questo è il mio Corpo che è dato per voi» e «Questo calice è la nuova alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi» (Lc 22,19-20). Nell'Eucaristia Cristo dona lo stesso corpo che ha consegnato per noi sulla croce, lo stesso sangue che egli ha «versato per molti, in remissione dei peccati»
(Mt 26,28).

1366. L'Eucaristia è dunque un sacrificio perché ri-presenta (rende presente) il sacrificio della croce, perché ne è il memoriale e perché ne applica il frutto: [Cristo] Dio e Signore nostro, anche se si sarebbe immolato a Dio Padre una sola volta morendo sull'altare della croce per compiere una redenzione eterna, poiché, tuttavia, il suo sacerdozio non doveva estinguersi con la morte (Eb 7,24.27), nell'ultima Cena, la notte in cui fu tradito (1 Cor 11,23), [volle] lasciare alla Chiesa, sua amata Sposa, un sacrificio visibile (come esige l'umana natura), con cui venisse significato quello cruento che avrebbe offerto una volta per tutte sulla croce, prolungandone la memoria fino alla fine del mondo (1 Cor 11,23), e applicando la sua efficacia salvifica alla remissione dei nostri peccati quotidiani.

San Josemaría e la Messa

Questo è il sacro convito, in cui Cristo è nostro cibo, si perpetua il memoriale della sua Passione, l'anima è ricolma di grazia e a noi viene dato il pegno della gloria futura (inno “O sacrum convivium”). La liturgia della Chiesa ha riassunto in queste brevi strofe i momenti culminanti della storia di ardente carità che il Signore ci dona. Il Dio della nostra fede non è un essere lontano, che contempla impassibile la sorte degli uomini: le loro fatiche, le loro lotte, le loro angosce. È un padre che ama i suoi figli fino al punto di inviare il Verbo, Seconda Persona della Santissima Trinità, affinché si incarni, muoia per noi e ci redima. È lo stesso Padre affettuoso che adesso ci attrae dolcemente a sé con l'azione dello Spirito Santo che abita nei nostri cuori.

(San Josemaría, È Gesù che passa, punto n. 84)