Casini: “Un risarcimento dopo anni di ingiustizie”

La lode del presidente della Camera per il lavoro dell’Opera

Cosa può dire oggi una figura complessa, venerata e da qualcuno ancora osteggiata come il neo santo Josemaría Escrivá?

Risponde Pier Ferdinando Casini, presidente della Camera dei deputati, la più alta carica dello Stato italiano presente alla canonizzazione in piazza San Pietro. Anche lui alla fine del rito è stato ricevuto dal papa Wojtyla: un breve colloquio, con benedizione pontificia e stretta di mano, che ha suonato quasi come un «arrivederci» al 16 novembre prossimo a Montecitono dove Casini, affiancato dal presidente del Senato Marcello Pera, riceverà — e sarà la prima volta nella storia — Giovanni Paolo II a camere riunite.

Cosa può insegnare oggi il nuovo santo Josemaría Escrivá?

Certamente tante cose. La vita quotidiana in tutti i suoi aspetti, la santificazione della persona attraverso la quotidianità del lavoro. L’impegno professionale, a tutti i livelli, in tutte le forme ed espressioni, dalle più semplici e modeste alle più alte. In passato tante volte si è parlato dell’Opus Dei impropriamente come una élite. Una élite, forse, sotto il profilo sacramentale. Ma non certo sotto il profilo del censo».

Presidente, che tipo di contatti ha avuto lei con l’Opus Dei? La conosce bene?

Io ho conosciuto nella mia città, Bologna, straordinari esempi dell’Opus Dei: operai, sottolineo, operai, ceto medio, tutte persone straordinarie che hanno fatto e continuare a fare tanto con serietà e dedizione seguendo gli insegnamenti tracciati da Escrivá . E devo dire che, oggi, la Prelatura dell’Opus Dei, con la santificazione del suo fondatore, è anche ripagato di tante ingiustizie che ha subito negli anni passati. “Beati quelli che saranno perseguitati...”, insegna Cristo nel Vangelo. E mi pare che proprio questo sia il caso dell’Opus Dei».

Al mondo politico in generale, cosa può insegnare la vicenda umana e religiosa di Sant’ Escrivá?

La strada della santificazione anche attraverso il lavoro è già un insegnamento importantissimo. Per chi poi, come il politico, ha una responsabilità ancora più alta, cioè fare un lavoro per gli altri, rappresentare pubblicamente una nazione o un elettorato, basterebbe già questo per indicare un cammino assai difficile, ma degno di essere vissuto.

La Repubblica