Carlo Acutis è morto nell’ottobre del 2006, quando aveva 15 anni, a causa di una leucemia aggressiva. Il ragazzo, nato a Londra da genitori milanesi, ha commosso familiari e amici con l’offerta di tutte le sue sofferenze dovute alla malattia per la Chiesa e per il Papa.
Dopo aver ricevuto a sette anni la prima comunione, Carlo non ha mai mancato all'appuntamento quotidiano con la santa Messa
Da quando, a sette anni, ha ricevuto la prima comunione, non ha mai perduto l’appuntamento quotidiano con la santa Messa. Prima o dopo la celebrazione eucaristica rimaneva davanti al tabernacolo per adorare il Signore nel Santissimo Sacramento. La Madonna era la sua grande confidente e non dimenticava mai di onorarla recitando ogni giorno il santo rosario.
“La modernità e l’attualità di Carlo – spiegava il cardinale Angelo Comastri – si armonizzano perfettamente con la sua vita eucaristica e con la sua devozione mariana, che hanno contribuito a farlo diventare un ragazzo molto speciale che tutti ammiravano e amavano”.
"La nostra meta dev’essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra patria"(Carlo Acutis)
Carlo era solito dire ai suoi amici: “La nostra meta dev’essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra patria. Il Cielo ci aspetta da sempre”. Sua è anche la frase: “Tutti nascono come esseri originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Per dirigersi verso questa meta e non “morire come fotocopie”, Carlo spiegava che la nostra bussola dev’essere la parola di Dio, con la quale dobbiamo confrontarci. Ma per raggiungere una meta così alta occorrono mezzi molto speciali: i sacramenti e l’orazione. Carlo collocava al centro della sua vita il sacramento dell’eucaristia che chiamava “la mia autostrada verso il Cielo”.
Una delle passioni di Carlo era l’informatica, fino al punto che i suoi amici e gli adulti laureati in ingegneria informatica lo consideravano un genio. Gli interessi di Carlo andavano dalla programmazione dei computer e dal montaggio di filmati e la creazione di siti web, fino ai notiziari – dei quali curava anche la redazione e l’impostazione grafica – e al volontariato a favore dei più bisognosi, dei bambini e degli anziani. Ha creato una pagina web per diffondere la devozione eucaristica in internet."Stare sempre unito a Gesù, questo è il mio progetto di vita" (Carlo ACUTis)
Questo giovane fedele della diocesi di Milano, prima di morire, affermava: “Stare sempre unito a Gesù, questo è il mio progetto di vita”. Con queste poche parole Carlo, nel periodo finale della sua leucemia, traccia un quadro distintivo della sua breve esistenza: vivere con Gesù, per Gesù, in Gesù.
"Sono contento di morire perché nella mia vita non ho sciupato neppure un istante in cose che non piacciono a Dio”. Come spiegava ancora il cardinale Comastri: “Carlo chiede le stesse cose anche a noi: ci chiede di raccontare il Vangelo con la nostra vita affinché ciascuno di noi possa essere un faro che illumina il cammino degli altri”.