Il primo incontro
Una domenica – racconta Andrea - mio figlio mi chiese: “Perché non vieni anche tu al parco di Monza?”. “Vengo, ma solo se mi lasciate leggere su una panchina”.
Lo stesso giorno anche Giovanna, “spinta fuori di casa” dal figlio che sistemava il balcone con la sua attuale moglie, andò a passeggiare al parco. “Di Andrea sapevo da una conoscenza comune che era rimasto vedovo. Mi ero ripromessa di fargli le condoglianze, così feci quando lo vidi sulla panchina”.
I due si conoscevano di vista: “Mia moglie Claudia, che faceva l’educatrice nella parrocchia dove andavamo a messa, frequentata anche da Giovanna, mi diceva: “Che bell’esempio. Nonostante sia sola da anni, vive questa situazione con molta chiarezza, una cosa non scontata”.
La storia di Giovanna
“Mio marito se ne andò dopo pochi anni di matrimonio, avvenuto nel 1985: i nostri due figli erano ancora piccoli. Pur avendo una relazione molto conflittuale, io accettavo che talvolta tornasse a casa, spesso anche solo a mangiare, sperando che mantenesse un buon rapporto almeno con i figli.
Nel giro di pochi anni la frequentazione si chiuse del tutto: la situazione era diventata troppo ambigua anche per i bambini e lui aveva un’altra compagna, da cui poi nacque una figlia.
Dopo la separazione mi rivolsi a un consultorio di ispirazione cristiana e una persona esperta ipotizzò che il mio matrimonio fosse nullo, ma allora rifiutai questa idea. Quando incontrai Andrea stavo terminando un corso di formazione per approfondire alcuni aspetti della fede: si lavorava sull’esortazione apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco e alcune riflessioni mi stavano portando a rivalutare criticamente la mia storia”.
La stessa vocazione
Ben disposti dal primo incontro, i due decisero di prendere un gelato insieme.
“Più conoscevo Giovanna, più la apprezzavo – ricorda Andrea, fedele soprannumerario dell’Opus Dei - Mi piaceva come donna e mi piaceva che condividesse il mio stesso cammino vocazionale”.
La relazione stava diventando seria e Giovanna cercò la persona con cui aveva parlato nei primi anni ’90. Dopo un iniziale colloquio, le disse: “Adesso sei pronta” e tirò fuori appunti e carte del suo consenso matrimoniale, che curiosamente aveva conservato. “Andammo a parlare con un canonista per informarci sul percorso per il riconoscimento di nullità del mio primo matrimonio”. Solo pochi mesi dopo, tuttavia, in modo del tutto inatteso, Giovanna ricevette una telefonata da un ospedale, in cui le comunicavano che suo marito era mancato improvvisamente.
Un nuovo amore
“Penso che l’incontro con Giovanna sia stato un disegno provvidenziale – dice Andrea - Dopo la perdita di Claudia, mi domandavo cosa volesse il Signore da me. È stato un nuovo inizio: ormai i figli erano grandi e autonomi; abbiamo condiviso la bellezza di vederli sposarsi e diventare genitori. Abbiamo anche messo su una casa nostra, aperta ai figli di entrambi”.
Per Giovanna non è stato immediato fare spazio a un altro compagno: “All’inizio avevo il terrore di litigare, temevo potesse rovinare tutto. Andrea mi ha insegnato che nel matrimonio c’è anche la libertà di bisticciare e alla fine non capita niente. Si impara ad accettare i limiti dell’altro e a perdonarsi senza drammi”.
L’aiuto di Claudia
“Nell’incontro con Giovanna vedo in qualche modo lo “zampino” di Claudia – racconta Andrea - Credo abbia pensato: “È meglio che gli dia una mano, sennò questo si perde”.
“I miei figli sono stati molto contenti – dice Giovanna - Finalmente mi hanno vista felice e non più sola. Davanti ai figli non abbiamo mai nascosto né indorato nulla. La scelta di sposarci senza attendere troppo è stata la più naturale: ci siamo sposati a fine dicembre 2019, poi è scoppiata la pandemia e il primo lockdown”.
Genitori e nonni
Oggi Andrea e Giovanna hanno insieme 5 figli, 11 nipoti e un altro in arrivo. “Sono contenta e ringrazio per la vocazione che il Signore ha pensato per noi”, conclude Giovanna.
