Alla scoperta di uno stile personale in una società globale

Questo il tema del XXVIII Incontro Universitario Europeo, organizzato dalla Fondazione Rui presso il Centro Convegni Castelromano, dal 23 al 31 luglio. Giovani studentesse, provenienti da diverse facoltà, hanno partecipato a conferenze, incontri e dibattiti con professionisti del mondo politico, sociale e accademico, in alternanza a momenti di riflessione, svago e sport.

Cercare uno stile personale in una società globale come quella odierna, significa raccogliere la sfida dell’autenticità, dell’autonomia e della responsabilità. Solo così si potrà efficacemente arrestare l’affermarsi della tendenza all’omologazione delle culture e la conseguente dissoluzione delle identità. Sono queste le conclusioni del XXVIII Incontro Universitario Europeo della Fondazione Rui, tenutosi a Castelgandolfo (Roma) l’ultima settimana di luglio, con la partecipazione di studentesse italiane e straniere.

I lavori si sono aperti con l’intervento di Maria Teresa Russo, docente di antropologia al Campus Biomedico di Roma. Dopo aver dato un quadro generale delle teorie sulla globalizzazione, ha individuato nella liquidità-coesistenza e possibile reversibilità di ogni situazione nel suo opposto-, la caratteristica peculiare e più eclatante della modernità. Ha inoltre sottolineato che la risposta positiva al dilagare dell’utilitarismo e della tecnocrazia consiste nella riscoperta dell’interiorità, nell’acquisizione della capacità di gestire i propri desideri, bisogni e conflitti, nell’apertura al dialogo e alla cultura del know why piuttosto che del know how.

Intervento significativo quello del Ministro delle Comunicazioni del Governo Italiano, Maurizio Gasparri, che ha sottolineato l’importanza e i limiti della comunicazione di massa nell’età della globalizzazione. La circolazione della conoscenza, un tempo elitaria, arriva ora a toccare vertici di diffusione notevoli, grazie soprattutto alle tecnologie digitali, che permettono una convergenza di linguaggio tra i diversi media. Accanto ad una buona dose di democrazia nell’ambito della diffusione del sapere, si evidenzia però una crisi degli organismi internazionali, incapaci di controllare e regolamentare questo ininterrotto flusso di informazioni e notizie, non sempre vere e verificabili.

Come conseguenza, ogni singolo cittadino è chiamato alla responsabilità, ovvero ad adoperarsi per riformare dall’interno il mondo della comunicazione, attraverso un uso etico e selettivo della televisione, di Internet, della stampa.

In questo quadro della globalizzazione e della omologazione non poteva mancare il riferimento, in nome del mantenimento di una identità, a un dibattito importante per l’Europa. A livello europeo diventa necessario riscoprire le radici comuni ai diversi Stati dell’Unione, come basi omogenee su cui fondare l’identità del continente ed il dialogo internazionale. La professoressa Lucetta Scaraffia, titolare della cattedra di Storia Contemporanea a “La Sapienza” di Roma, ha spiegato come queste radici comuni siano profondamente cristiane. Il cristianesimo, infatti, ha rivoluzionato nel mondo occidentale il modo di pensare l’uomo, il rapporto con Dio e con la natura. Esso è stato il germe degli ideali di democrazia, dell’individualismo inteso come cura della persona e rispetto della sua unicità. Alle radici cristiane si deve l’emancipazione della donna e la valorizzazione della femminilità, la separazione del potere politico e religioso, e il grande progresso scientifico che ha caratterizzato l’occidente cristiano.

“Affrontare dibattiti problematici e stimolanti- ha affermato Giorgia, giovane professionista di Milano -, quali quelli scaturiti da un tema tanto vasto e complesso come la globalizzazione, ha rappresentato una preziosa opportunità di riconoscere il mio ruolo umano e culturale in seno alla società. Tutto ciò – ha proseguito - ha evidenziato l’importanza di diventare donna di soluzione, capace di individuare e farmi carico dei problemi, di impegnarmi per mettere a servizio degli altri e della società le mie competenze, in vista di un’azione che sia concreta, propositiva ed efficace”.

Le testimonianze personali di quattro giovani professioniste hanno dato ulteriore prova di come “le persone che riescono in questa vita sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano e che, se non le trovano, le creano”. Proprio per questo, nei giorni del convegno, si è dato spazio anche a gruppi di lavoro, come momento di riflessione e progettazione di attività culturali e di volontariato da realizzare nell’anno 2004/5, concretizzando l’insegnamento del Fondatore dell’Opus Dei, che in Solco scriveva: “Non farmi il teorico: devono essere le nostre vite, ogni giorno, a trasformare gli ideali grandiosi in realtà quotidiana, eroica e feconda”.