Abancay 2003: Un progetto di cooperazione sulle Ande peruviane

Una vacanza diversa, un’occasione di crescita culturale e spirituale, un’occasione per mettere al servizio di altri le proprie conoscenze e forze. E’ la scelta che ha fatto un gruppo di studenti universitari di Palermo e Catania lavorando per tre settimane ad Abancay, cittadina arroccata a 2400 metri sulle Ande peruviane.

Il progetto di cooperazione Abancay 2003 è frutto di una collaborazione con l’Università di Piura (Perù) che aveva già dato vita due anni fa ad un intervento per l’installazione di pannelli solari in tre comunità rurali andine. Quest’anno gli ambiti d’intervento sono stati diversi.

L’obiettivo è stato quello di prestare manodopera a sostegno di alcune iniziative che la Caritas di Abancay sta portando avanti nella città e nella vasta area circostante, costellata da decine di borghi rurali in cui la vita scorre serena anche se con molte difficoltà. In particolare i volontari - in gran parte studenti universitari che frequentano le attività delle Residenze Universitarie Segesta di Palermo e Alcantara di Catania - hanno collaborato alla realizzazione di un impianto di fognatura che servirà una zona periferica del centro abitato, e alla costruzione di una chiesa per la comunità di Atumpata, un piccolo centro abitato poco distante da Abancay. Altri interventi sono stati effettuati presso le abitazioni di alcune persone anziane per la riparazione di tetti, preparazione di mattoni di fango, costruzione di pollai.

Un medico ha effettuato più di duecento visite nell’ambulatorio S. Teresa, un centro di salute nato venti anni fa per iniziativa del vescovo emerito della città, mons. Enrique Pelach.

Il gruppo di volontari, costituito da una trentina di studenti universitari italiani e peruviani, ha avuto modo nel periodo di permanenza ad Abancay di stare a stretto contatto con situazioni di povertà estrema, un’esperienza che ha lasciato una traccia profonda soprattutto nei ragazzi europei, abituati ad una vita agiata. L’esperienza del campo di lavoro ha costituito per loro un’occasione di riflessione e un forte stimolo a sentire la responsabilità per il miglioramento della società: un impegno da vivere nello studio di oggi e nella professione di domani. Tutti concordano nel considerare che erano partiti per offrire un aiuto concreto a persone che vivono in situazioni di disagio e invece sono tornati a casa con la forte sensazione di avere soprattutto ricevuto.

Gli ultimi giorni trascorsi a Cuzco, la mitica capitale dell’impero incaico, hanno offerto l’occasione di conoscere don Giovanni Salerno, fondatore e presidente generale dei Servi dei Poveri del Terzo Mondo, un movimento ecclesiale che svolge le proprie attività al servizio dei poveri, soprattutto nella città di Cuzco e a Lima. E’ in forza della grande devozione che nutre per San Josemaría che don Giovanni ha voluto dare alloggio ai volontari mostrando grande ospitalità e magnanimità.