A partire dall'album di un gruppo rock…

Una ricca testimonianza di vita, racconta come Marco Crescenzi, un giovane ingegnere di Roma, abbia conosciuto l'Opus Dei e come questo abbia cambiato la sua vita. Marco è aggregato dell'Opus Dei, e in queste righe racconta la sua scoperta della vocazione, frequentando le attività dell'Elis a Roma.

Ho conosciuto l’Opus Dei grazie ad Emiliano, un collega del mio corso di Laurea, che incontrai un giorno dopo una lezione all’ Università; mi prestò un libro di Fisica ed un album “live” di un gruppo rock molto conosciuto. Nacque così un’amicizia che mi portò a frequentare la sala di studio del Centro Elis, una grande struttura educativa del quartiere Tiburtino.

Qui risolsi il mio problema di studente fuori sede errante alla ricerca di un posto dove poter studiare tranquillamente.

All’Elis trovai un ambiente allegro e accogliente che favoriva lo studio e l’amicizia. Ricordo con piacere i momenti in cui condividevo con gli altri ragazzi che frequentavano la sala di studio le ansie e le preoccupazioni che si risolvevano per la maggior parte delle volte con una serena risata.

Trovai in definitiva persone disposte ad ascoltare.

L’estate successiva andai in vacanza-studio in Inghilterra, ospite in una residenza dell’Opera; qui iniziai a frequentare i mezzi di formazione spirituale. Ricordo l’oratorio pulito ed ordinato, frutto di una cura evidentemente spirituale, e il sacerdote che leggeva da un computer portatile; questo connubio insolito tra fede e tecnologia mi interessò e mi piacque molto. Conobbi ragazzi e adulti che provenivano da diverse parti del mondo e confrontandomi con loro intuii la dimensione universale dell’ Opera.

Tornato a Roma continuai a seguire le meditazioni e i circoli,e a vedermi regolarmente con un sacerdote per la direzione spirituale. La crescita nelle virtù umane era uno dei cardini della formazione che ricevevo e così imparai a vivere la virtù della pazienza offrendo al Signore i ritardi dell’autobus che mi portava al Centro Elis.

Dopo poco tempo incontrai alcune difficoltà, dovute a letture fatte e a informazioni che mi presentavano l’Opera in maniera negativa. Secondo queste “voci” l’Opera era dietro all’ascesa di alcuni governi autoritari nel mondo e ad altre questioni economiche, si sarebbe potuto concludere che l’Opera era stata la causa persino della fine dei Beatles e dello scudetto della Juventus!

La calma e la franchezza delle persone del Centro che frequentavo mi aiutò a superare i pregiudizi e a fare più attenzione al messaggio e alla realtà che mi si presentavano.

Con il tempo lo spirito semplice e radicale dell’Opera mi coinvolse: Dio è interessato alle cose più piccole della mia vita, Si è incarnato per poter ridere e lavorare con gli uomini, ha amato con un cuore di uomo. Ogni realtà umana nobile può essere santificata, compreso il divertimento. Mi colpì molto una volta il suggerimento di Emiliano di offrire una corsa in un parco per le intenzioni e la persona del Prelato dell’Opus Dei.

In effetti uscire la sera o divertirsi con le persone che frequentavano il Centro Elis era differente. Non si offendeva nessuno anche se ci si prendeva in giro affettuosamente. Per essere felici non era necessario fare inutili commenti sull’abbigliamento femminile o intraprendere discussioni interminabili sul campionato di calcio.

Il mio studio acquisì motivazioni e orizzonti nuovi; facevo le stesse cose ma con uno spirito diverso. L’offerta dello studio per amici e parenti dava una dimensione soprannaturale alle formule e ai concetti di Meccanica del volo. Imparai che cosa vuol dire lo spirito di servizio e l’attenzione per gli altri, e che l’Amore di Dio è fatto di minuzie,di piccoli accorgimenti , di cose semplici. Le visite ai poveri erano lezioni di vita nelle quali ognuno cresceva un po’ di più umanamente.

Ciò che di sicuro ha cambiato profondamente la mia vita fu la scoperta della possibilità di entrare in confidenza con Dio nella preghiera, nella frequentazione dei sacramenti e nel lavoro. Questa intimità crebbe con il tempo e mi aiutò a scoprire la mia vocazione: vinte le prime malinconie, scelsi di essere un Aggregato, a dare cioè la mia totale disponibilità per motivi apostolici.

Spesso le persone sembrano non capire questa scelta perché gli sembra illogica e cercano spiegazioni sospettando a volte che ci sia qualcosa di strano. Eppure è molto semplice: l’Amore di Dio trasfigura l’anima e la riempie a tal punto che trabocca per dirigersi verso ogni persona. Questo Amore per crescere correttamente ha bisogno di un piano di vita fatto di appuntamenti quotidiani: le norme di pietà. È come un albero che ha bisogno di sostegni per crescere dritto verso l’alto.

Oggi, che faccio l’ingegnere e che per motivi di lavoro a volte mi capita di intraprendere viaggi molto lunghi, questa intimità mi accompagna ovunque e mi fa sentire a casa dappertutto. L’affetto e le preghiere delle altre persone dell’Opera ti accompagnano ovunque e tranne momenti particolari, che il Signore permette e che accettiamo con umiltà, è difficile sentirsi soli.

Negli ultimi tempi ho visto diverse persone dell’Opera morire rimanendo allegre e serene fino alla fine. Questo è stato per me una conferma di una battuta che spesso diceva un caro amico: “Ho sbagliato tutto, o quasi , nella mia vita tranne una cosa: essere dell’Opus Dei.”

Il fondatore dell’Opera, che ho conosciuto attraverso gli scritti, i video e i racconti di coloro che lo hanno incontrato personalmente, mi ha insegnato che il cuore non è soltanto la sede di desideri confusi ma è soprattutto il luogo dove il cielo e la terra si uniscono. In questo modo ogni cosa, anche il mondo della tecnica, può essere fonte di spunti per la propria vita interiore. Spesse volte facendo per un periodo direzione spirituale con un ingegnere, i paragoni con motori elettrici e materiali aiutavano a capire concetti spirituali.

Ho compreso con il tempo che ciò che differenzia un vero professionista - e per professionista intendo qualsiasi persona che si sforzi di lavorare seriamente, dal contadino al manager - da un mercenario qualsiasi è l’amore che porta nel cuore e che anima le sue giornate. Questo ha come conseguenza lo sforzo di acquisire la massima competenza possibile e la lotta per mantenere vivo l’interesse per gli altri. Le persone con cui lavori sono sempre fonte di accrescimento personale anche se non è sempre semplice comunicare la profondità e la bellezza del messaggio cristiano perché purtroppo alcuni preconcetti sono molto radicati.

Ma nonostante ciò, le iniziative che hanno fini spirituali si portano a termine, sia che vi partecipi una persona sia che vi partecipino cento perché ogni persona è preziosa e ha un valore infinito.

Per un figlio di Dio non esistono problemi di audience!

Guardandomi indietro mi rendo conto che l’Opus Dei mi ha offerto e mi offre una strada concreta per realizzare un pensiero di sant’Agostino che lessi nel suo Commento alla prima lettera di San Giovanni: “Ama e fa’ quel che vuoi! Se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore. Nel profondo del tuo cuore ci sia la radice dell’amore. Da questa radice, non può nascere che il bene”.