Cento anni di don Álvaro: Congresso a Roma (2º giorno)

Teologi ed esperti in varie materie sono riuniti in congresso a Roma per riflettere sulla vita e il messaggio di Álvaro del Portillo. Nel secondo giorno si è parlato del suo ruolo nel Concilio Vaticano II.

Galleria fotografica del Congresso (Foto di Gianni Proietti, PUSC)

Álvaro del Portillo è stata una di quelle figure che, lavorando in un secondo piano, hanno reso possibile il Concilio Vaticano II. È ciò che si è messo in risalto durante il Congresso che si sta celebrando presso la Pontificia Università della Santa Croce a motivo del centenario di questo sacerdote e Vescovo, successore di San Josemaría alla guida dell'Opus Dei.

Il Cardinale Julián Herranz ha evidenziato alcuni aspetti del lavoro che del Portillo, che sarà beatificato il prossimo 27 settembre, realizzò come segretario della commissione sulla vita e sul ministero dei sacerdoti nella Chiesa e nel mondo. Si tratta di una delle dieci commissioni del Concilio Vaticano II, alla quale "si affidò uno dei temi più complessi, dal punto di vista teologico e disciplinare”.

Il Prelato ha assistito alle sessioni del Congresso sul suo predecessore.

Come perito all'epoca di questa commissione, il Cardinale Herranz ha ricordato un aspetto noto soltanto a chi conosce la storia del Concilio: la grande divergenza tra i magri schemi preparatori che vennero consegnati alla commissione, e "l'ampiezza delle questioni dottrinali e disciplinare che cominciarono a suscitarsi sulla identità e l'immagine ecclesiale del sacerdote, e sulle esigenze e le caratteristiche della sua vita e del suo magistero”.

La commissione elaborò le proposte che le vennero richieste, ma la plenaria del Concilio decise che i temi, in effetti, erano talmente importanti da rendere necessario lo sviluppo di un documento di maggiore ampiezza, un vero "Decreto conciliare". Questo cambiamento suppose uno sforzo di lavoro che ricadde in buona parte su Álvaro del Portillo, che coordinò i lavori dei trenta membri e dei quaranta periti ed esperti. Il nuovo testo, approvato poi come “Presbyterorum ordinis”, fu elaborato in un tempo record e ricevette un'accoglienza quasi plebiscitaria: furono 2.394 i padri conciliari che votarono a favore e solo quattro i contrari.

Il Cardinal Herranz ha inoltre offerto alcuni ricordi personali di Mons. Álvaro del Portillo, con il quale ha convissuto per oltre quarant'anni, e ha rivelato un recente commento che gli fece Benedetto XVI: "Sono stato a trovarlo qualche giorno fa al suo ritiro nel monastero dei giardini vaticani. Benedetto sapeva già della prossima Beatificazione di Don Álvaro e mi ha detto: ‘Che bello! Io l'ho avuto per anni come Consultore nella Congregazione per la Dottrina della Fede: che bell'esempio per tutti noi!’".

Oltre al lavoro nel Concilio Vaticano II e successivamente in diversi organismi della Curia Romana, lo storico Josep-Ignasi Saranyana, ha messo in rilievo alcuni contributi di Del Portillo al diritto della Chiesa. Ha evidenziato, concretamente, l'approfondimento di un "aspetto di enorme importanza giuridica": la nozione di "fedele", che precede quella di laico, chierico o religioso.

"La tesi sostenuta da Mons. del Portillo circa i laici fu veramente innovativa nella scienza canonica", ha precisato il giurista José Luis Gutiérrez. “Mentre prima le persone nella Chiesa erano fondamentalmente divise in tre categorie - chierici, religiosi e laici - egli fece notare che, come dato previo, tutti i battezzati hanno in comune la condizione di fedele cristiano, tutti partecipano attivamente alla missione della Chiesa - nessuno può essere considerato un elemento puramente passivo - e tutti sono chiamati alla santità".

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Álvaro del Portillo sostenne, inoltre, che i fedeli nella Chiesa godono di diritti e doveri. Tra i diritti distinse i diritti fondamentali dai diritti soggettivi. Per questa ragione, ha ricordato Saranyana, Del Portillo auspicò “una legge fondamentale della Chiesa in cui tali diritti fondamentali fossero adeguatamente elencati e tutelati. Si tratta di un tema sul quale hanno poi riflettuto negli anni altri esperti di diritto canonico".

Un complemento umano sulla figura di Del Portillo l'ha offerto, tra gli altri, il prof. John Coverdale, della Facoltà di Diritto della Seton Hall University (Stati Uniti). Come autore di diversi studi sulla storia dell'Opus Dei, Coverdale ha sottolineato un aspetto forse poco conosciuto: San Josemaría, suo fondatore, "è stato un uomo santo dotato di grandi qualità umane, ma che necessitava anche di affetto e sostegno, e questo lo ha ricevuto soprattutto da Álvaro del Portillo".