"Un lavoro soprannaturale"

Mentre giungeva la notizia che la Mondadori sta preparando la terza edizione di "Un lavoro soprannaturale - La mia vita nell'Opus Dei" di Pippo Corigliano, si è svolta la presentazione romana del libro davanti a un pubblico di circa trecento persone, martedi 25 novembre nella sala dell'Augustinianum.

La serata si è svolta come una conversazione tra amici in un clima di attenzione e di allegria. Il Cardinale Julián Herranz ha osservato, fra l'altro, come nel libro siano tratteggiati tre stadi dell'amore. All'inizio c'è un adolescente che sogna un'auto sportiva con la borsa del tennis e una ragazza bionda indefinita a fianco. Poi c'è la ricerca di un fidanzamento dove vi sia un autentico scambio di interiorità. Infine il passo successivo della scoperta che si può rinunciare a un amore per l'Amore, con la A maiuscola: l'amore di Dio a cui dedicare una vita. 

Il direttore del TG1 Gianni Riotta ha osservato come accade sempre che gli uomini "preferiscano le tenebre" come dice San Giovanni. Ai nostri giorni si osserva come prevalga l'atteggiamento di diffidenza e sospetto perché si esclude che il bene possa esistere e sia semplicemente vero. Questo è il caso dell'Opus Dei. 

Il moderatore, il direttore del Tempo Roberto Arditti, ha osservato che il libro non parla solo di un'impresa soprannaturale com'è l'Opera ma la inserisce nel contesto della storia di questi anni, con i suoi grandi protagonisti della comunicazione. Pippo Corigliano ha concluso osservando che il libro è  un carretto che porta le monete d'oro ereditate da San Josemaría. Persino lo stile del racconto è quello delle chiacchierate familiari con cui il Santo trasmetteva buona parte del suo messaggio.