Un dialogo di fede a Colonia

Le riflessioni di un giornalista sull’incontro che lo scorso 31 agosto mons. Javier Echevarría ha avuto con varie centinaia di persone a Colonia.

Sabato scorso più di 1300 fedeli e amici dell’Opus Dei hanno partecipato nella sala Gürzenich di Colonia a un incontro di catechesi con il Prelato dell’Opus Dei, il vescovo Javier Echevarría. Con questi incontri di catechesi mons. Echevarría, dottore in Diritto civile e in Diritto canonico, nominato Prelato dell’Opus Dei da Papa Giovanni Paolo II nel 1994, continua una tradizione iniziata in tutto il mondo durante gli anni settanta dal fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá, e seguita anche dal suo successore, il vescovo Álvaro del Portillo.

All’inizio, parlando a braccio, il Prelato dell’Opus Dei ha raccontato le proprie impressioni sulla sua partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù tenutasi a Rio de Janeiro e al viaggio pastorale compiuto subito dopo in Brasile, Uruguay, Argentina e Cile. «Sono stati giorni di grande intensità spirituale». Malgrado la loro esistenza sia segnata dalla crisi, i fedeli sono animati da una grande speranza perché, grazie alla fede, «crescono considerevolmente i frutti spirituali e umani».

«Sforziamoci di aiutare anche i nostri familiari, gli amici e i colleghi di lavoro o di studi perché conducano, con una slancio sempre nuovo, un’autentica vita cristiana, in accordo con la professione di fede»

Subito dopo mons. Echevarría ha risposto alle domande degli invitati con buon senso e tanto affetto. Una giovane emigrata in Germania dalla Siberia gli racconta della sua conversione alla fede cattolica e della sua futura famiglia. Mons. Echevarría risponde sottolineando il valore della famiglia cristiana e parla della necessità di difenderla, proprio oggi che in tutti i campi si estende il disorientamento. Affinché l’amore non sia egoistico – dice ancora –, è necessario purificare i propri sentimenti. La carità è espressione dell’amore di Dio, che non si esaurisce in vaghi sentimenti; e lo stesso può dirsi dell’amore tra l’uomo e la donna, e dell’amore ai figli, che sono sempre un dono di Dio.

Con vivacità e brio il Prelato risponde poi alla domanda di un giovane. Costui, esperto batterista di musica jazz e proveniente da Erfurt, vuole sapere come aiutare le persone del suo ambiente che non hanno fede. «Sforziamoci di aiutare anche i nostri familiari, gli amici e i colleghi di lavoro o di studi perché conducano, con una slancio sempre nuovo, un’autentica vita cristiana, in accordo con la professione di fede», risponde il Prelato. Poi continua: «Per questo è importante tenere presente che tutti i cristiani sono chiamati a seguire Cristo». Poi mons. Echevarría cita san Josemaría: «Lo spirito dell’Opus Dei è lo spirito dei primi cristiani». L’obiettivo dell’apostolato è quello di condurre una vita conforme alla fede nella vita quotidiana, soprattutto mediante la santificazione del lavoro.

Mons. Echevarría raccomanda la lettura del Catechismo, «per portare la fede nel mondo», come dice Papa Francesco con il suo modo così spontaneo di esprimersi.

A uno studente di Colonia, che si lamenta per la distrazione che produce Internet, il Prelato consiglia di non lasciarsi trascinare dalla cupidigia del nostro tempo, che si esprime anche nella curiosità. «Il seme divino dell’amore, che Dio ha seminato in noi, ha bisogno di crescere per dare frutti». Mons. Echevarría consiglia di utilizzare le nuove tecnologie per espandere nel mondo lo spirito di Dio. Come esempio, afferma che la canonizzazione di Josemaría Escrivá non sarebbe stata possibile in quel breve periodo di tempo senza le possibilità offerte dalle nuove tecnologie.

Riferendosi poi all’odierna valanga di informazioni, invita a pregare per le persone coinvolte da qualche catastrofe. «Il nostro principale apostolato come cristiani consiste nel creare nel mondo un clima di autentica carità».

«Il nostro principale apostolato come cristiani consiste nel creare nel mondo un clima di autentica carità».

Ha appena terminato di rispondere, quando un bambino piccolo corre verso la pedana e grida: «Perché Dio non uccide il diavolo?». Il Prelato risponde che «Dio è l’amore puro». Perciò la carità cristiana consiste nell’amare come Cristo ha amato noi. E il Vescovo Echevarría aggiunge: «Prega, dunque, perché Dio rafforzi la tua fede, dato che lì dove c’è Dio non può esserci il diavolo; hai capito?».

L’ultima domanda la fa una studentessa delle scuole secondarie di Colonia: «In che modo posso conoscere la mia vocazione?». Mons. Echevarría raccomanda la lettura del Catechismo, «per portare la fede nel mondo», come dice Papa Francesco con il suo modo così spontaneo di esprimersi. «È l’umiltà che ci porta sulla buona strada». Nell’impegno di santificare la vita quotidiana sorge automaticamente la vicinanza con Dio. Per agire contro lo spirito distruttore dei tempi è assolutamente necessario seminare una cultura del perdono nei diversi ambienti della società.

    Gorissen Burkhardt, The Daily Mail, Würzburg